lunedì 26 maggio 2025

LA PERCEZIONE CHE PRETENDE DI DIVENTARE REALTÀ

 



MADRE INTENZIONALE



Antonio Catalano, 25-05-2025

La frazione storica nella quale ci è dato di vivere spesso eleva la percezione a perno centrale della conoscenza, essere ciò che si pensa di essere, fare ciò che si sente, fare a partire da sé sono frasi che rientrano nel linguaggio quotidiano comune. Finché si parla di temperatura percepita potremmo anche starci, ma il fatto è che la percezione spesso riguarda la cognizione della stessa identità, per cui non suscita nessuna perplessità l’espressione “io sento di essere”. 

La recente sentenza della Corte costituzionale ammette nelle coppie lesbiche il ruolo di “madre intenzionale”, con il riconoscimento di due “mamme”, un vero e proprio ossimoro per cui la donna che convive con la madre biologica, quindi estranea alla gravidanza e alla fecondazione, è considerata madre in quanto “intenzionale”. 

Ecco, non è la realtà a definire il soggetto ma il soggetto a definire la realtà. Stesso principio applicato all’appartenenza di genere, per cui non esistono più i due generi maschile e femminile ma il genere che si percepisce (lista indefinita). Percezione che va rispettata in quanto espressione dell’essere dell’individuo, discuterla diventa sinonimo di insensibilità quando va bene, di discriminazione nel resto dei casi. 

Un aneddoto riferito a Tommaso d’Aquino racconta che questi all’inizio dei suoi corsi universitari mostrasse ai suoi allievi una mela dicendo “questa è una mela”, per mettere le cose in chiaro sin dall’inizio: nessuna superbia intellettuale che possa condurre a ritenere che sia il pensiero a determinare l’essere, e non il suo contrario. 

Solo Dio, diceva il teologo Tomas Tyn, può permettersi il lusso di essere idealista, perché solo Dio determina l’essere. Paradossalmente, ma non tanto, spesso proprio chi nega Dio si pone al suo posto in quanto “percepisce” sé stesso in quanto dio creatore. Un bel corto circuito.



Fonte web 


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