mercoledì 21 maggio 2025

Agostino, l'agostinismo e il nuovo momento del papato




Nella traduzione a cura di Chiesa e post-concilio da The Catholic Thing, Robert Royal nota che Leone XIV, profondamente radicato nella tradizione agostiniana, ha scelto per il suo stemma una frase tratta dal Sermone di Sant'Agostino sul Salmo 127: in illo Uno unum ("In quell'Uno siamo uno").


Postato il 21 maggio 2025



Robert Royal

Benedetto XVI pregava spesso una frase che aveva notato nelle Confessioni di Agostino: “da quod iubes, et iube quod vis”, “O Signore, dammi ciò che comandi e comanda ciò che vuoi” (Libro X, xxix). Vale la pena recitarla ogni giorno, perché è sia breve che profonda. Ed è tipico di come i grandi pensatori possano dire molto in poche parole (multum in parvo, come dicevano gli antichi Romani). Sorprendentemente, Benedetto/Ratzinger è stato talvolta criticato per aver usato quelle parole, come è successo allo stesso Agostino. Il contesto – Agostino pregava per la continenza, che il dizionario definisce come “autocontrollo, soprattutto riguardo al sesso” – ne è chiaramente parte. Ma c'è senza dubbio di più – molto di più.

Da decenni nella Chiesa ci troviamo a vivere sotto un'errata convinzione. Molti credono che Dio non sarebbe mai così antidemocratico da "comandare" alcunché. Ironicamente, proprio queste stesse persone spesso credono che Egli comandi in modo esplicito l'ordinazione delle donne, l'accettazione dell'ideologia LGBT, la Comunione ai divorziati risposati, ecc. In questo contesto, viene spesso citata un'altra frase concisa di Agostino: "Ama e fa' ciò che vuoi" (Serm. 110), sebbene il suo nome non sia solitamente associato a questo sentimento apparentemente piuttosto moderno.

Ma Agostino non ha mai detto ciò che la gente pensa abbia detto in quel sermone. Subito prima della famosa frase, egli traccia alcune chiare distinzioni:
troviamo persone rese feroci dall'amore; e rese seducentemente gentili dalla malvagità. Un padre picchia un ragazzo, mentre un rapitore lo accarezza. Se gli venisse offerta la scelta tra percosse e carezze, chi non sceglierebbe le carezze ed eviterebbe le percosse? Ma quando consideri le persone che le danno, ti rendi conto che è l'amore che picchia, la malvagità che accarezza. Questo è ciò su cui insisto: le azioni umane possono essere comprese solo dalla loro radice nell'amore. Ogni tipo di azione potrebbe apparire buona senza provenire dalla radice dell'amore. Ricorda, anche le spine hanno fiori: alcune azioni sembrano davvero brutali, ma sono compiute per amore della disciplina motivata dall'amore.

In teoria lo sappiamo tutti, soprattutto quando osserviamo altre persone, ma nella pratica lo ignoriamo quando entra in conflitto con un nostro obiettivo a lungo accarezzato.

Per l'Agostino maturo – cioè il pensatore cristiano che si era liberato dalle confusioni del manicheismo e dalle sue passioni personali – tutto è mosso dall'amore. Amori buoni o amori cattivi, ma amori pur sempre, perché il Creatore ha creato il mondo da un amore disinteressato. E tutto ciò che ha creato è degno del nostro amore, correttamente inteso. Ma è qui la difficoltà. Dopo la Caduta, i nostri amori sono disordinati. A tal punto che Agostino spiega il male stesso come la mancanza di un amore appropriato, al posto giusto, al momento giusto, nella giusta misura. L'amore correttamente ordinato ci eleva. L'amore erroneamente ordinato ci appesantisce.

Come afferma in un altro celebre passaggio delle Confessioni:
Tutte le cose, spinte dal loro stesso peso, vanno verso il loro posto. L'olio versato sul fondo dell'acqua, si solleva; l'acqua versata sull'olio, affonda sul fondo dell'olio. Sono spinte dal loro stesso peso, a cercare il loro posto. Le cose un po' fuori posto diventano inquiete: rimettetele in ordine e si quietano. Il mio peso è il mio amore [pondus meum amor meus]: da esso sono portato, ovunque io sia portato. (Libro XIII, IX)
Ho scandalizzato alcuni amici eccessivamente attaccati agli elementi tomisti della Commedia di Dante (che vi sono presenti e importantissimi) sostenendo che il concetto agostiniano dell'ordine degli amori sia ciò che ci fornisce un'immagine più fondamentale e globale di peccatori, penitenti e santi sparsi nel cosmo dantesco. Questo è innegabile e del tutto comprensibile, perché Agostino ha avuto una profonda influenza sia su San Tommaso che su Dante. E dovrebbe avere lo stesso effetto anche su di noi.

Perché Agostino ci aiuta anche a comprendere come siamo fatti a immagine e somiglianza dell'Amore stesso. Nel De Trinitate, paragona le Tre Persone della Trinità – Padre, Figlio e Spirito Santo – alle tre potenze della persona umana: memoria, intelletto e volontà. Si tratta di un'analogia, ovviamente, non di un'equivalenza esatta. Nessuno dei misteri cristiani può essere spiegato completamente, ma solo parzialmente compreso attraverso la loro somiglianza con le cose del nostro mondo.

Ma questo paragone non solo ci dà un senso del nostro essere "a immagine e somiglianza", ma suggerisce anche come le tre "persone" della Trinità possano essere tre eppure una: comprendiamo che memoria, intelletto e volontà possono essere distinti eppure uniti in una persona umana.

Egli esprime ciò che potrebbe sembrare astruso in modo piuttosto poetico:
Ora, questa triade di memoria, intelletto e volontà non è composta da tre vite, ma da una; non da tre menti, ma da una. Ne consegue che non sono tre sostanze, ma una sola sostanza... Pertanto, poiché tutte sono rivestite l'una dall'altra, singolarmente e nella loro interezza, il tutto di ciascuna è uguale al tutto di ciascuna e il tutto di ciascuna al tutto insieme. E queste tre costituiscono una cosa sola, una vita, una mente, una sola essenza. (De Trinitate, Libro X, XVIII)
Il nostro nuovo Papa Leone XIV era profondamente radicato in questa tradizione, come è evidente dalla scelta di una frase tratta dal Sermone di Agostino sul Salmo 127 come motto del suo stemma: In illo Uno unum ("In quell'Uno siamo uno"). Tra i tanti segnali incoraggianti che ha già offerto come papa, questo sottolinea chiaramente che, per quanto cerchiamo di trovare ordine, significato, verità e pace come individui e nella nostra vita comune, nessun progetto meramente umano – nessuna scienza, psicologia, sistema di auto-aiuto, politica, economia, diplomazia o rinnovamento culturale – ci darà ciò che solo Dio stesso può dare. È esattamente ciò di cui i nostri tempi tristi e confusi hanno più bisogno.

Oh, dammi ciò che comandi, Signore, e comanda ciò che vuoi.





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