martedì 30 gennaio 2024

La confusione nella Chiesa. Intervista a Padre Thomas Weinandy




“La confusione creata da Fiducia Supplicans è intenzionale”. Padre Thomas Weinandy intervistato da Martina Pastorelli

Pubblichiamo l’intervista al Padre Thomas Weinandy a firma di Martina Pastorelli pubblicata dal quotidiano “La Verità” (25 gennaio 2024, p. 12) col titolo “Fiducia Supplicans è diabolica, la confusione creata è intenzionale”.





Di Martina Pastorelli and Padre Thomas Weinandy, 30 GEN 2024

Padre Thomas Weinandy, frate cappuccino, è un teologo di fama internazionale. Nel 2013 ha ricevuto la Medaglia Pro Ecclesia et Pontifice, una delle più alte onorificenze della Chiesa. Già membro, su nomina di papa Francesco, della Commissione teologica internazionale, ha insegnato in vari atenei americani, a Oxford e alla Pontificia Università Gregoriana.

È stato direttore esecutivo della Commissione dottrinale della Conferenza episcopale degli Stati Uniti e poi suo consulente fino alla pubblicazione, nel 2017, di una lettera aperta a papa Francesco in cui sosteneva che il suo pontificato è contrassegnato da “una confusione cronica”; nello stesso giorno dovette dimettersi.

In questa intervista affronta i motivi e le conseguenze delle divisioni – perfino tra episcopati – che oggi attraversano la Chiesa, con dispute su dottrina, morale e liturgia.

Siamo davanti a una dialettica fisiologica o dietro queste controversie c’è qualcosa di inedito?

C’è una novità: in passato abbiamo avuto papi libertini, avidi, simoniaci, nepotisti; oggi abbiamo un pontefice che non commette questi peccati ma che attacca, con la sua ambiguità, la dottrina. I suoi predecessori saranno anche stati dei fornicatori ma non hanno mai sostenuto che fornicare fosse una cosa buona; ora invece il Papa sembra attaccare lo stesso insegnamento morale della Chiesa, specialmente in materia di sessualità

San Francesco era stato invitato da Dio a riparare la Sua Chiesa, che stava crollando. Da francescano, come pensa opererebbe oggi il santo di Assisi nell’Occidente in crisi di fede?


Difficile dire cosa farebbe San Francesco: da autentico cattolico, che quando volle fondare il proprio ordine andò dal Papa per ottenere l’approvazione, penso che oggi sarebbe sconcertato nel vedere che abbiamo un pontefice e membri del Vaticano che minano l’insegnamento della Chiesa. San Francesco ha sempre voluto – fino a metterlo nella Regola – che tutti i frati fossero veramente fedeli alla Chiesa, ed io, proprio perché mi considero un francescano fedele, sia nelle lettere a papa Francesco che in altre pubblicazioni, ho cercato di affrontare le varie questioni, evidenziando ciò che era bene e ciò che era male

L’universalità della Chiesa si manifesta in quanto tutte le chiese particolari sono legate assieme, attraverso il collegio dei vescovi, in ​​comunione con il Papa. Questo contrassegno dell’unità cattolica è messo alla prova dalle spaccature sorte intorno a Fiducia Supplicans, con le “periferie” che correggono Roma?


Il Signore ha affidato a San Pietro la custodia del deposito della fede e dell’unità, ma ora il Papa, anziché custodire la fede sembra volerla cambiare, e invece di rafforzare l’unità nella Chiesa porta divisione. Francesco non accetta mai questa critica ma incolpa gli altri, però non è l’ideologia altrui ad aver creato problemi, bensì la sua. Quanti hanno una retta fede, tra vescovi, sacerdoti e teologi, riconoscono che quello che promuove Fiducia Supplicans non è in linea con l’insegnamento della Chiesa e si battono per difendere ciò che il Vaticano sta cercando di minare. Dovremmo ricordare che il cardinale John Henry Newman (dichiarato Santo nel 2019, ndr) nel suo “Saggio sullo Sviluppo della Dottrina Cristiana” sottolinea che spetta al Papa e ai vescovi in unione con lui dirci cosa sia vero sviluppo e cosa sia falso sviluppo, e immagina una situazione ipotetica in cui coloro che dovrebbero affermare il vero sviluppo della dottrina invece espongono posizioni che ne rappresentano la corruzione. Aggiungo che, anche se il Papa o un vescovo dice qualcosa che appare come insegnamento magisteriale ma non è in linea con il magistero precedente, allora quello che dice non è da ritenersi insegnamento magisteriale

Alcuni interpreti del pensiero di papa Francesco sostengono che egli si rifaccia alla “opposizione polare” di Romano Guardini

È una nozione molto hegeliana quella delle due posizioni polari che si uniscono in una nuova sintesi più alta; però non è così che funziona lo sviluppo della dottrina, che ha un impeto interno attraverso il quale giungiamo a una migliore comprensione della fede, ma che non rinnega mai ciò che si conosceva prima: la Chiesa, nei secoli, ha sostenuto che gli atti omosessuali sono un male intrinseco e che quindi mai possono essere permessi o perdonati, mentre con la lettura hegeliana di Francesco finiamo per dire che questi atti immorali in certi casi possono essere permessi e sono perfino virtuosi. Questo è un modo assolutamente falso di concepire lo sviluppo della dottrina. Si noti anche che tutto ciò che esce dal Vaticano, provenga dal Papa o dal prefetto Fernández, è sempre pieno di ambiguità. Credo che questa ambiguità sia lo Spirito Santo che “trattiene” il Papa dal fare ciò che egli vorrebbe fare; con questo atteggiamento però il Papa fa sì che siano gli altri a farlo. È un gioco molto pericoloso quello di “aggirare” lo Spirito Santo: è chiaramente perdente ma intanto crea caos nella Chiesa

Possiamo dire che Fiducia Supplicans, prima ancora di creare problemi alla fede è uno scritto che crea una crisi alla stessa ragione per le sue incoerenze?

I documenti della Congregazione per la Dottrina della Fede hanno sempre fatto chiarezza. Adesso, con questa ambiguità ingannevole e manipolatoria, si crea un conflitto con l’intelligenza della fede che le persone possiedono, perché si semina confusione. È intenzionale, serve a promuovere ciò che si desidera ma non si manifesta apertamente. Ed è diabolico. Lo Spirito Santo è spirito di verità, il demonio è uno spirito di disordine: quello che viene promosso oggi.

Si può giustificare teologicamente la benedizione delle coppie omosessuali?

Il problema è cosa benedici quando benedici una coppia omosessuale. Che il gesto avvenga in pubblico o in privato, quello che le persone colgono è che viene benedetta la relazione. E trattandosi di una relazione immorale si dà l’impressione di approvare la relazione stessa con tutto ciò che essa implica, laddove non si può benedire un peccato senza creare scandalo. Avremo vescovi che benediranno le coppie gay e altri che si rifiuteranno, perché non c’è più chiarezza sull’insegnamento della Chiesa.

A parte gli episcopati d’Africa, nota timore da parte dei vescovi a esprimersi in merito?

Qui negli Stati Uniti ci sono vescovi che non sono contenti di Fiducia Supplicans ma hanno paura di prendere posizione. La conferenza episcopale è divisa: la maggior parte dei vescovi americani ha una fede cattolica solida, ma non sono tutti così, specialmente quelli nominati da Francesco. Per questo è difficile che esca un loro documento congiunto fortemente contrario. Penso che papa Francesco non ami gli Stati Uniti proprio perché abbiamo ancora così tanti bravi cattolici e quindi siamo coloro i quali, a differenza degli europei, si possono ancora opporre.

Ci sono vescovi che temono di essere rimossi?

La sinodalità è una farsa, visto che Francesco è più tirannico di qualunque altro Papa che si ricordi. Per Fiducia Supplicans non è stato consultato nessun vescovo o teologo, come solitamente avviene per un documento della Congregazione e questa è una conduzione dittatoriale del pontificato. E lo stesso accade per la tanto invocata parresia: Francesco vuole che si dica la verità così può individuare i suoi nemici e poi attuare la sua vendetta quando non gli piace quello che sente.

La proposta teologica di un inferno vuoto – su cui il Papa è tornato di recente parlando in tv – è una teoria plausibile nella riflessione cattolica sulla Rivelazione? E quali conseguenze produce nella vita concreta?

Gesù pensava che l’inferno ci sia e che le persone ci vadano: pensiamo a quando parla delle due strade, una larga e l’altra stretta e del fatto che la maggior parte degli uomini sceglie la prima, che porta alla dannazione. O quando dice che Giuda sarebbe stato meglio non fosse mai nato, frase da cui si deduce che la sua condizione non sia certo quella della beatitudine. San Paolo, ad esempio, parlando di adulteri e avidi dice che non entreranno nel Regno di Dio. Dalle Scritture e dalle stesse parole di Gesù emerge chiaramente che la dannazione eterna è una possibilità, e pure molto concreta. La Vergine di Fatima ai pastorelli mostrò l’inferno, e con i dannati dentro! È gravissimo che Francesco faccia pensare il contrario perché il risvolto pastorale è che le persone credano che, siccome all’inferno non ci va nessuno, allora non fa differenza come ci si comporta. Mina anche l’importanza della vita terrena rendendo insignificante ogni virtù. Posso darmi al traffico di bambini o effettuare aborti senza che ci siano conseguenze; perché mai poi dovrei morire per la fede visto che tanto non divento un martire e che anzi, se la tradisco, finisco comunque in paradiso? Chiaro che esiste il pentimento, che consente anche al peggior peccatore di andare in cielo, ma se l’inferno non esiste si smarrisce il senso della vita e il valore della dignità umana perché nessuna violazione di questa dignità merita la dannazione. E questo è semplicemente terribile.






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