Pubblichiamo il gradito resoconto della festa di San Salvatore alla Badia di Vaiano di domenica 15 novembre 2015, che ci ha inviato Adriano Rigoli, Coordinatore Museo della Badia di Vaiano, con una breve spiegazione delle ragioni storiche di tale festa "orientale" a Vaiano, segno di come i contatti con l'Oriente siano antichi e profondi e non siano stati sempre scontri (come spesso accade oggi). Un segno di speranza anche nell'attuale situazione mondiale.
di Adriano Rigoli
Domenica 15
novembre nell'antica chiesa romanica dell'abbazia di Vaiano, dedicata al
Salvatore, è stata celebrata la santa Messa in rito romano antico in Latino, in
occasione della festa titolare di San Salvatore, come accade ormai per l'ottavo
anno consecutivo.
La festa è stata istituita nuovamente nel 2008 in occasione
delle manifestazioni, con la partecipazione dell'Abate generale di Vallombrosa
don Giuseppe Casetta, per il bicentenario della soppressione napoleonica del
monastero benedettino vallombrosano di Vaiano, avvenuta nel 1808.
E infatti la
festa di San Salvatore, come è stato dimostrato da un accurato studio di
Adriano Rigoli basato sia sui documenti scritti che sui reperti
archeologici, è legata proprio alla
fondazione nell'alto Medioevo e all'origine del monastero di Vaiano: sarebbero
stati infatti alcuni monaci orientali, che venivano dal Libano, a portare a
Vaiano la devozione al crocifisso miracoloso di Beirut per convertire al
Cristianesimo i vari gruppi di Longobardi, di origine germanica, che si erano
stabiliti in Val di Bisenzio e a Vaiano in maniera particolare, dove sono state
rinvenute circa 40 tombe negli scavi archelogici degli anni passati e i resti
di un villaggio abitato con una piccola chiesa a navata unica altomedievale.
Proprio per questo alla fine della Messa in Latino, accompagnata dagli antichi
canti gregoriani e dal suono dell'organo, è stata mostrata e data al bacio dei
fedeli la reliquia del sangue miracoloso sgorgato dal Crocifisso di Beirut,
conservata per secoli dai monaci di Vaiano.
Nel chiostro rinascimentale della
Badia di Vaiano, dovuto al mecenatismo mediceo di Carlo e Giovanni de'Medici
(poi Papa Leone X), in occasione dei recenti restauri è stato ritrovato un
bellissimo affresco della fine del Cinquecento in cui è rappresentata proprio
la scena del miracolo del Crocifisso di Beirut: in esso si vede un Vescovo che
regge in mano un crocifisso da cui sgorga un fiotto di sangue e, inginocchiati
ai suoi piedi, si vedono un gruppo di malati, guariti istantaneamente al contatto
con il sangue miracoloso.
Tutti i visitatori possono vedere questo importante
affresco per la storia stessa del territorio di Vaiano perché è inserito nel
percorso espositivo del Museo della Badia di Vaiano. L'affresco è stato
attribuito da Adriano Rigoli, Coordinatore del Museo della Badia di Vaiano, al
pennello di Giovanni Maria Butteri, allievo del Bronzino e amico dell'Allori,
che ha dipinto altri due quadri visibili ancora oggi nella chiesa di Vaiano, la Crocifissione con ai piedi
la raffigurazione della Badia di Vaiano così come appariva nel 1500 e La Madonna
con il Bambino e Santi.
La Messa è
stata celebrata dal can. don Enrico Bini, Parroco della Chiesa dello Spirito
Santo a Prato, su invito del Proposto di Vaiano don Marco Locati. La Messa di
domenica scorsa è stata dedicata alla memoria di don Pierdamiano Spotorno,
Bibliotecario e Archivista dell'Abbazia di Vallombrosa, grande amico del Museo
della Badia di Vaiano fin dalla sua inaugurazione il 18 settembre 1993 in cui
portò i saluti dell'Abate generale della Congregazione Vallombrosana.
Nelle foto si vedono alcuni momenti della Messa in rito romano antico in Latino nella
suggestiva cornice della chiesa romanica di Vaiano.
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