di Francesco Filipazzi
In questi giorni gli osservatori delle mosse papali hanno avuto modo di porsi molte domande. Sembra infatti che il papato di Francesco, ripresosi dal funesto sinodo, che certo lo deve aver stressato non poco, abbia subìto una svolta e che finalmente il pontefice abbia iniziato a interpretare il suo ruolo in modo più consono alle aspettative dei cattolici. Prova ne è che i media ne parlano poco e solo per citare le frasi scherzose pronunciate non nelle situazioni ufficiali, ma nelle chiacchierate da bar.
La visita alle istituzioni europee. Il pezzo forte di questi giorni sono i discorsi pronunciati da Francesco di fronte alle istituzioni europee, densi di concetti profondi e da molti osservatori definiti quasi ratzingeriani. Senza troppi giri di parole il Papa ha demolito l’attuale Unione Europea, sottolineandone le contraddizioni etiche e morali, richiamando proprio all’interno del Parlamento Europeo la cultura dello scarto e pronunciandosi contro aborto ed eutanasia, e invitando a recuperare in fretta le radici cristiane dell’Europa. Discorsi sorprendenti per chi si aspettava frasi di circostanza e ammiccamenti, all’interno del parlamento che più di tutti si batte contro la vita e per promuovere la cultura della morte.
Contro l’aborto e a favore dell’obiezione di coscienza. Un altro passo importante che i media hanno sostanzialmente passato sotto silenzio è l’invito all’obiezione di coscienza, pronunciato durante il discorso ai medici cattolici. In questo periodo in Italia, ad opera soprattutto dei Radicali della Bonino, vive una certa recrudescenza la battaglia contro gli obiettori, che dovrebbero essere obbligati, secondo i paladini del non-si-sa-cosa, ad abortire, pena il licenziamento. Il Papa ha invece ribadito che l’obiezione di coscienza va praticata a costo di avere conseguenze sociali, ribadendo che l’aborto è un problema scientifico.
Quando tante volte nella mia vita di sacerdote ho sentito obiezioni. “Ma, dimmi, perché la Chiesa si oppone all’aborto, per esempio? E’ un problema religioso?” – “No, no. Non è un problema religioso” – “E’ un problema filosofico?” – “No, non è un problema filosofico”. E’ un problema scientifico, perché lì c’è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema. “Ma no, il pensiero moderno…” – “Ma, senti, nel pensiero antico e nel pensiero moderno, la parola uccidere significa lo stesso!”.
La bigenitorialità e la famiglia. Chiaramente non citato da nessuno è stato il discorso ai partecipanti al Colloquio Internazionale sulla complementarietà fra uomo e donna. Qualcuno forse si aspettava frasi ambigue e gesuitiche, ma così non è stato. Francesco, forse per fugare qualche dubbio sorto durante il sinodo, ha ribadito la centralità della famiglia cristiana, fondata su un uomo e una donna che si uniscono per crescere dei figli.
Occorre insistere sui pilastri fondamentali che reggono una nazione: i suoi beni immateriali. La famiglia rimane al fondamento della convivenza e la garanzia contro lo sfaldamento sociale. I bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma, capaci di creare un ambiente idoneo al loro sviluppo e alla loro maturazione affettiva.
Che dire? L’onestà intellettuale impone di dare sempre a Cesare quel che è di Cesare. In questo periodo i media tradizionalisti, ormai partiti per la tangente dell’anti bergoglismo militante, allo stesso modo dei media progressisti, tacciono riguardo a questi discorsi e a queste visite che stanno restituendo finalmente al pontificato di Francesco un valore e che meritano di essere diffusi. La verità è infatti l’unico fine di ogni cattolico e annunciare che il Papa si è espresso come indicato qui sopra non può fare altro che piacere.
http://www.campariedemaistre.com/2014/12/1
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