Intervento del dott. Renzo Puccetti, vicepresidente Ass. Vita è, tenuto il 28/12/2014 nella parrocchia di San Biagio, diocesi di Pisa.
Cartello “PACE” ai piedi dell’altare.
La scorsa settimana sono stato colpito da un cartello posto ai piedi dell’altare in una chiesa non troppo lontana. Sul cartello era scritta la parola “PACE”. Il corpo delle lettere conteneva delle immagini: un uomo armato, lo scoppio di una bomba, un bambino affamato extracomunitario.
Nel 2014 l’agenzia ONU per i rifugiati calcola che nel Mediterraneo sono morti 3.419 migranti. Gli aborti in Italia nel 2013 sono stati 102.644, un numero pari a 30 volte i migranti morti nel mediterraneo. Dal 1978 al 2013 sono stati 5.538.322 gli aborti effettuati legalmente in Italia. Immaginate che siano scomparsi tutti gli abitanti di 6 regioni: Trentino, Umbria, Marche, Abruzzi, Molise, Basilicata.
Nel mondo ogni anno muoiono 11 milioni di persone per fame. Ma nel mondo ogni anno si effettuano anche 44 milioni di aborti, 84 al minuto, una cifra 4 volte più alta del numero spaventoso di morti per fame.
Matthew White ha scritto un libro intitolato “Il libro nero dell’umanità. La cronaca e i numeri delle cento peggiori atrocità della storia”. L’autore ha calcolato che a partire dalla seconda guerra Persiana nel 480 a.C. fino alla seconda guerra nel Congo terminata nel 2002, sono 445 milioni le persone morte a causa di tutte le guerre.
Negli ultimi 40 anni sono stati effettuati nel mondo 1.720.000.000 aborti. Gli esseri umani uccisi per aborto in 40 anni sono pertanto 4 volte più numerosi dei morti per guerra in 2482 anni di storia dell’umanità. Si muore per aborto con una frequenza 245 volte maggiore di quanto non avvenga a causa della guerra.
Il 10 dicembre 1979 veniva conferito il premio Nobel per la pace a Santa madre Teresa di Calcutta. Lo accettò dicendo queste parole: «L’aborto è il peggior male e il peggior distruttore della pace. [...] Molti si preoccupano dei bambini dell’India e dell’Africa, che muoiono di fame e malattie, ma milioni muoiono per espressa volontà delle madri. L’aborto distrugge la pace: se una madre può uccidere il proprio bambino, che cosa impedisce a me di uccidere voi e a voi di uccidere me? Niente».
Al numero 2274 del Catechismo della Chiesa Cattolica si legge: “L’embrione, poiché fin dal concepimento deve essere trattato come una persona, dovrà essere difeso nella sua integrità, curato e guarito, per quanto è possibile, come ogni altro essere umano”.
Nell’omelia della vigilia di Natale Papa Francesco ha infatti accomunato i bambini “uccisi prima di vedere la luce” ai “bambini sfollati, abusati, sfruttati sotto i nostri occhi e il nostro silenzio complice”. Ai “bambini massacrati sotto i bombardamenti anche là dove è nato Gesù”. E il suo giudizio è stato chiaro: “Ancora oggi il loro silenzio impotente grida sotto la spada di tanti Erode, sopra il loro sangue campeggia oggi l’ombra degli attuali Erode”. Tre giorni fa abbiamo celebrato il Natale. Abbiamo ricordato che non ci fu posto per Gesù nell’albergo. Pare che oggi non ci sia posto per Gesù concepito nei cartelli posti nelle chiese.
Vi esorto a rompere quel silenzio complice che ci ha rimproverato Papa Francesco. Nei nostri cartelli, nelle nostre menti, nei nostri cuori accogliamo il Dio che si è fatto carne accogliendo questi fratelli più piccoli ed inermi. Non ci sono classifiche, non ci sono morti di serie A e morti di serie B. Il perdono non può raggiungere chi non si pente, ma per pentirsi serve la consapevolezza del peccato e la consapevolezza è facile a svanire se non ci viene ricordata.
La distruzione della famiglia
Ma l’attacco all’uomo non si esaurisce a questo. In fin dei conti molti scampano alla mattanza dell’aborto. E a questi, che sorprese ha preparato il principe di questo mondo?
Ha iniziato col distruggere la prima rete di relazioni disinteressate poste a protezione dell’uomo, la famiglia. Voglio citare ancora una volta un aneddoto: un’amica avvocato ha assistito nell’aula del tribunale ad un tremendo litigio tra marito e moglie che si stavano separando. Litigavano per l’affidamento del figlio, ma vi è un piccolo particolare: nessuno dei due lo voleva. Nel 1971 si contarono 11.796 separazioni, nel 2012 sono state 88.288.
Nel 1964 vi furono 417.486 matrimoni, nel 2013 sono stati 145.571. Ovviamente tutto questo è stato ed è ancora oggi presentato come l’accoglienza nei costumi e nelle leggi dell’aspirazione alla libertà dell’uomo. Ma attenzione, non è forse vero che dentro di noi non c’è solo bene, non siamo angeli, ma alberga anche un’attrazione per ciò che sappiamo essere male e che pur tuttavia desideriamo? Non c’è in noi quella concupiscenza descritta da San Paolo nella lettera ai Romani: “non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio”? Che cosa ci proteggeva dal compiere quel male e trasformarci così in dei malvagi? La fede in Dio, sì, ma l’hanno tolta dicendo che Dio non esiste, che siamo figli del caso e della necessità. La legge morale naturale; ma anche questa è stata tolta, dicendo che non esiste una natura umana, perché l’uomo è un prodotto della cultura. La legge civile e penale. Ma neppure di questo muro è rimasto in piedi un mattone.
Allora che cosa muoverà l’uomo se non i propri desideri e le proprie passioni e pulsioni? Se non è più necessario che l’uomo e la donna assumano un impegno irrevocabile l’un con l’altra, se questa capacità diventerà così sconveniente e desueta da scomparire per atrofia da mancato uso, come gli uomini e le donne diventeranno capaci di prendersi impegni di questo genere con i figli, con i genitori, con la comunità?
Il sociologo Zygmut Bauman lo chiama “amore liquido” ed è una delle tante espressioni della società liquida, senza forma, o meglio, con una forma data dal contenitore, cioè da chi può orientare il pensiero e le preferenze.
L’ideologia “gender” (genere)
Per avere dominio incontrastato il pifferaio magico ha bisogno di esseri dipendenti da ciò che lui può dargli o negargli. Fai assaggiare la droga ad un giovane, ne proverà prima il piacere, poi, un po’ alla volta, ne diventerà dipendente, comincerà a stare male se non può averla, ne avrà bisogno, fino a che farà qualsiasi cosa per avere la sua dose. Ed infatti vedete quanta lena per legalizzarla. Ovviamente con quella patina di presentabilità che va sotto il nome di riduzione del danno. Ma c’è un’altra droga che hanno iniziato a mettere in giro. Si chiama sessualizzazione precoce. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un documento ufficiale intitolato “standard per l’educazione sessuale in Europa”. A pagina 38, vi sono le direttive per i bambini da 0 a 4 anni; si dice che si devono dare informazioni ai bambini di questa età sul piacere derivante dalla masturbazione e competenze sulla loro identità di genere. Genere si riferisce per l’OMS a “ruoli, comportamenti, attività e attributi costruiti socialmente”. Cioè si devono educare i bambini da 0 a 4 anni che un maschio può essere femmineo e una femmina mascolina. In Svizzera sono già entrate in vigore per gli asili e le elementari le sex boxes, scatole del sesso, dove i bambini possono maneggiare genitali maschili e femminili riprodotti in peluche. In Germania il signor Mertens l’8 agosto 2013 è stato messo in galera. La stessa cosa toccherà alla moglie, per ora risparmiata perché allatta il figlio più piccolo. Cos’hanno fatto di così grave i Mertens? Si sono rifiutati di mandare a lezione di educazione sessuale la figlia in cui non solo si mostra ai bambini come funziona il sesso dei maschi e delle femmine, ma li si mette davanti a tutta la “varietà” delle pratiche sessuali. Si dice anche ai bambini, fin dalle elementari, che il loro genere non è determinato e che non possono sapere se sono maschietti o femminucce, che devono pensarci su.
In America l’avvocato William Baer è stato arrestato perché in una riunione con gli insegnanti della figlia adolescente dove protestava per questo genere di lezioni, ha violato la regola dei due minuti di tempo assegnati a ciascun genitore. In Italia è stato bloccato in extremis, grazie alla denuncia dei Giuristi della vita il cui presidente sarà a Pisa nel mese di febbraio per una conferenza, il tentativo di inondare di questi contenuti le scuole italiane attraverso dei libretti distribuiti dall’UNAR, l’Ufficio Nazionale anti Discriminazioni Razziali, che, con la scusa della lotta al bullismo, intendeva promuovere l’ideologia gender nelle scuole di ogni ordine e grado. Ma non si pensi che con questo successo si sia riusciti a fermare lo tsunami che si sta per abbattere sui nostri figli. Il sindaco di Roma, in una cerimonia pubblica altamente simbolica, ha trascritto i nomi di persone dello stesso sesso nel registro dei matrimoni. Il prefetto di Roma ha prima intimato di cancellarli, poi ha agito d’autorità. Molti sindaci hanno imitato il collega romano ed il tentativo è evidente: avere il fatto compiuto per spingere il parlamento a varare il matrimonio omosessuale. Non lo si chiamerà all’inizio così, come è avvenuto in Inghilterra, ma sarà solo temporaneo. Dopo un po’ arriverà tutto, compresa l’adozione da parte di coppie omosessuali e la manifattura dei figli con la fecondazione eterologa, già sdoganata dalla nostra Corte Costituzionale.
Già approvata alla Camera, giace in commissione giustizia al Senato la legge contro l’omofobia, la cosiddetta legge Scalfarotto, dal nome del politico che l’ha progettata. Così come essa è congeniata, dire che i bambini devono avere un papà e una mamma potrà essere considerata un’affermazione omofoba, e come tale essere perseguita legalmente con una pena che può arrivare fino a sei anni di reclusione.
Sul cartello posto ai piedi dell’altare, della pace violata ferendo l’innocenza dei bambini, negando il loro diritto di avere un papà ed una mamma non c’era neppure l’ombra.
Nessuno in chiesa porta un bazooka, nessuno fa lo scafista, nessuno possiede una Rolls Royce, nessuno vive nei paesi in guerra, nessuno è direttamente chiamato in causa da un cartello come quello che ho visto; a ben vedere quel cartello è comodo, perché non interpella la nostra responsabilità. Ma tutti siamo uomini e donne, padri e madri, fratelli, zii, amici, padrini e madrine. Tutti siamo chiamati difendere la vita, la famiglia e l’educazione dei bambini e facendo così difendere la pace.
Termino con una citazione: “La cosa più saggia del mondo è gridare prima del danno. Gridare dopo che il danno è avvenuto non serve a nulla, specie se il danno è una ferita mortale”. (Gilbert Keith Chesterton) Il male non è un fumo, pensa, parla e agisce attraverso uomini. Vegliamo come i pastori di Betlemme affinché il ladro nella notte non ci rubi il tesoro di verità, bontà e bellezza che ci è stato tramandato attraverso la fede dei nostri padri.
Libertà e persona 31 dicembre 2014
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