mercoledì 30 aprile 2014

Le categorie marxiste degli amici della quarta rivoluzione





"L'unica tristezza è non essere santi" Lèon Bloy

Ci incamminiamo velocemente verso il punto più alto della quarta rivoluzione, quella in interiore homine.
Dopo aver spezzato i legami familiari, dopo aver spezzato il legame padre e figlio (culturalmente) e quello madre e figlio (biologicamente, in modo più "soft" attraverso la contraccezione e in modo omicida attraverso l'aborto), adesso entra proprio nel vivo, proprio all'interno dell'uomo. Prima ha avvelenato i legami, adesso svuota, rendendo il corpo un involucro vuoto dove non solo non c'è posto per l'anima ma neppure per l'identità. Un'identità liquida non è un'identità.

Infatti è bastato rendere "liquido" il senso religioso con il protestantesimo per abolire il senso religioso (si veda la religiosità dei paesi protestanti o dei paesi dove il senso religioso protestante ha avuto più influenza come la ex paladina di Santa Romana Chiesa oppure il Regno dei Savoia esportatore materiale della seconda rivoluzione in Italia).

E' bastato rendere "liquido" il senso dell'Autorità per abolire l'Autorità. Se l'autorità non viene da Dio ma è creata da una convenzione forgiata da un'assemblea costituente o da un plebiscito, che valore avrà già per la seconda generazione che se la trova cucita addosso senza aver firmato nulla?

Come il liberalismo è una risposta sbagliata a questo senso di smarrimento nel non avere più un'Autorità proveniente da Dio, ma fondata sulla fortuna di un principe assoluto e di una nobiltà fiacca e molle che si crogiola nei suoi privilegi non pensando ormai più di essere l'èlite che ha come vocazione il sacrificio per la salvezza del popolo (Gustave Thibon, Ritorno al reale, Effedieffe). Così il marxismo è la risposta sbagliata alla distruzione della società a misura d'uomo e secondo il piano di Dio. 

Ma allora queste sono solo risposte sbagliate o sono il "portare alle estreme conseguenze"?

Non sarebbe bastato tornare a una società rettamente e gerarchicamente ordinata per risolvere i problemi dello sfruttamento del proletariato? Non sarebbe bastato che operaio e capitalista fossero alleati in una corporazione? Non sarebbe bastato che il mondo fosse retto dalla carità cristiana?
Ma invece della carità il marxismo suggeriva la lotta di classe. Quando mai un'ingiustizia procedurale diventava il modo di estinguere un'ingiustizia di fatto?

Mai era stato prima, ma da allora questo è diventato il modo di operare della politica.

Sì, il problema del marxismo, quello più grosso, è che le sue categorie si sono radicate anche negli oppositori del marxismo, che piano piano sono stati attirati fra i "tolleranti" verso il marxismo e infine fra gli "amici" del marxismo.

Parlo di quella èlite, ma direi setta, di intellettuali nati e operanti in ambiente cattolico che hanno pienamente abbracciato le categorie marxiste. Strumento per la liberazione dell'uomo è così diventata la lotta di classe.
C'è perciò sempre un povero, uno sfruttato, un emarginato economicamente da liberare da un ricco, da uno sfruttatore, da un discriminatore. Con il sessantotto la cosa si è andata più raffinandosi e allora si è incominciato a parlare di lotta fra studenti e insegnanti, immigrati e cittadini, popolo e politici. 

La lotta prima viene propagandata dal comunismo, poi viene accettata da certo laicismo, poi il laicismo la fa sua e da una piccola èlite rumorosa cattolica viene recepita, infine viene accettata dalla maggioranza dei cattolici in nome della presunta "laicità dello stato" e della presunta "irreversibilità del progresso" (sic!).
Così adesso ci scandalizziamo e ci stracciamo le vesti se certo mondo cattolico non risponde, rimane inerme davanti alla devastazione della cultura del gender. Ma il terreno non è stato preparato perché succedesse questo?

Ha mai letto qualcuna di queste persone una vita dei santi?
Sono storie che apparentemente finiscono male, il santo muore per una malattia, o per un atroce martirio, ma in realtà sai che il libro finisce bene. Finisce bene perché non finisce, la storia sta continuando proprio perché tu lo stai leggendo e sei colpito dalla bellezza di quelle virtù. Che il santo fosse un prete, un re, un contadino, senti il sapore dell'eternità di quelle azioni, perché sono figura delle virtù e dell'eternità di una Persona che è uscita dal sepolcro.

I santi sono coloro che hanno vissuto in conformità di quella testimonianza. Hanno subito persecuzioni, richiami dai superiori, punizioni, offese. Ma sono andati avanti perché Gesù è Risorto.
La loro azione in famiglia, nel lavoro, in politica è frutto del fatto che hanno creduto.

Ma vi è di più! Tutti siamo chiamati a essere santi, in famiglia, nel lavoro, in politica. Perciò anche noi con al nostra vita possiamo continuare quella storia.
Questa è la risposta cristiana al marxismo.

Non c'è nessuna lotta di classe, ma la lotta è contro il mio vizio che uccide la virtù che voglio conquistare.
Una società di santi è una società santificata. Una società dove a chi riceve il Battesimo non interessa essere santo, ma solo piacere agli altri, essere ricco, "godersi" (?) la vita, è una società destinata a morire.
Come dopo la caduta dell'Impero Romano sono rimasti solo i santi, così adesso il cattolico deve riscoprire la chiamata alla santità nella sua vocazione.
Questo è reso difficile perché uno Stato, una cultura che sono strutture di peccato non favorisce l'esercizio delle virtù.

Ma sappiamo bene che noi di fronte al gender, di fronte anche al cannibalismo abbiamo solo due scopi, costi quel che costi. 1) Fare la volontà di Dio esercitando le virtù e compiendo la nostra vocazione per la Gloria di Dio. 2) Conseguentemente, ricostruire una società cristiana a misura d'uomo e secondo il piano di Dio.
Non si deve perciò cadere nel tranello: come il marxismo è apparentemente contrapposizione alle mancanze del liberalismo, come il nazionalsocialismo è apparentemente contrapposizione alle mancanze del comunismo, così il relativismo non è una contrapposizione al marxismo, ma una sua diretta conseguenza. Il relativismo e il libertarismo (ma anche ormai il liberalismo che si dice di "destra") prendono poi come categoria principale la lotta di classe marxista.
Si scende quindi alla contrapposizione tra uomo e donna, eterosessuale e omosessuale, cittadino e casta, poveri e classe media, cittadino e poliziotto.

Non saranno perciò le categorie marxiste a salvarci, ma queste influenzeranno le nuove rivoluzioni che ci aspettano. Ormai si sono rivelate strumento non solo efficace ma anche seducente. E la rivoluzione lo adotterà nei prossimi passaggi, anche perché la divisione, l'orgoglio, la concupiscenza sono i motori diabolici della rivoluzione. sono il contrario delle virtù!

L'unica salvezza della nostra società viene dalla santificazione personale e non dalla sterile e prepotente richiesta di diritti agli altri. E proprio perché personale va praticata da ciascuno di noi. Ora.






http://sophiakaiagape.blogspot.it/2014/04/le-eterne-categorie-marxiste-degli.html






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