La redazione di UCCR
Il teologo Vito Mancuso teme la
modernità, per questo cerca di scendere a compromessi con essa tentando di
diluire e annacquare quel che della dottrina della Chiesa non riesce ad essere
accettato dalla maggior parte degli abitanti delle società moderne.
Il consiglio indiretto di Mancuso al Papa è di
fare come le Chiese protestanti, smettere di valorizzare la
diversità sessuale e accettare i matrimoni omosessuali, smettere di sostenere il
sacramento del matrimonio guardando con negatività al divorzio, contraddire la
tradizione apostolica e aprire al sacerdozio femminile. Solo rinunciando al suo
“insostenibile” punto di vista, ripete Mancuso, la Chiesa riceverà
finalmente l’applauso del mondo e sarà accolta nell’era del
progresso.
La Chiesa è indietro, deve adeguarsi al
mondo! Questo è un mantra ripetuto anche da molti cattolici. Eppure la
Chiesa non ha mai inseguito le mode etiche dei periodi storici
in cui si è trovata ad annunciare il Vangelo, non ha mai
cercato di abbellire e mascherare la sua visione per apparire più attraente.
Essa vuole semplicemente restare indietro di 2000 anni,
ancorata alla verità di Gesù Cristo e dei Padri della Chiesa.
Non è la scelta fatta dai fratelli
protestanti che, da quando si sono emancipati dalla successione
apostolica, non hanno potuto frenare il relativismo etico e
quindi il proliferare di centinaia di altri piccoli protestantesimi. Tanto che,
in alcune aree dell’America, ogni 50 km c’è una chiesa protestante appartenente
ad una “versione” diversa (anglicana, battista, mormone, evangelica ecc.).
I protestanti hanno scelto di fronteggiare la
secolarizzazione all’opposto della Chiesa cattolica. Hanno “ascoltato i
consigli” di Vito Mancuso: ad esempio significativo che poco tempo fa quattro vescovi della Chiesa
anglicana hanno spiegato di voler accettare le nozze gay per apparire “al passo
con i tempi” ed evitare «scontri con i comportamenti della società
contemporanea». Dal 1994 “per apparire al passo coi tempi” gli anglicani
hanno avviato il sacerdozio femminile cadendo nella trappola
laica della fantomatica “discriminazione della donna” e, secondo statistiche recenti, proprio da quell’anno la
pendenza di abbandoni dei fedeli per la Chiesa anglicana si è inclinata più
rapidamente. Oggi il 50% dei nuovi preti è di sesso femminile e nel novembre scorso c’è stata l’introduzione
delle donne vescovo, secondo uno studio metà delle sacerdotesse
ordinate non crede nella resurrezione di Cristo. La reverenda
Sally Hitchiner (vedi foto) è perennemente in televisione,
veste Prada e gioielli: «Non ho 80 anni, indosso ciò che voglio. Moti uomini
si sentono intimiditi e non vogliono uscire con me la sera». E dichiara: «La chiesa cattolica è la
stessa da duemila anni e questa è la sua forza. Noi siamo una chiesa diversa,
molto più tollerante, sempre in divenire». La tollerante
Chiesa anglicana per questo ha deciso di eliminare le scomode parole
“peccato” e “diavolo” dal rito del battesimo, preferendo una formula asettica e
neutrale, politicamente corretta (tanto che il vescovo anglicano di Rochester
Michael Nazir-Ali ha accusato il tentativo di «ridurre il
cristianesimo a citazioni facilmente digeribili». «Il problema è che
gran parte della Chiesa anglicana non crede più nell’inferno,
nel peccato e nel pentimento», ha accusato un membro del Sinodo
Generale).
Una chiesa molto tollerante, come dice Hitchiner,
ovvero liquida come la società in cui è immersa. Eppure -sarà un caso?- è molto
alto l’allarme del rischio di estinzione degli anglicani
in Inghilterra. «La chiesa d’Inghilterra è soltanto a una
generazione dall’estinzione», ha detto l’ex arcivescovo di Canterbury,
Lord Carey, intervenuto al grande sinodo della chiesa
d’Inghilterra. «Dovremmo vergognarci di noi stessi, nell’aria vi è un
senso di sconfitta».
Non va meglio ai protestanti in
generale: i bambini battezzati nella Chiesa luterana in Svezia, ad esempio,
nel 2013 sono meno della metà della
popolazione e i praticanti sono il 2%, in generale un sacerdote protestante su
sei, secondo una ricerca, non crede più in Dio e, in
America, il 46% crede che la Terra abbia 6000 anni.
Recentemente un pastore luterano ha celebrato la Messa in un minuto per non
perdere la partita di football e uno dichiaratamente gay ha lanciato anatemi contro Papa Francesco
imponendogli di cambiare opinione sull’omosessualità. Un libro uscito
recentemente ha parlato della crisi del cristianesimo
evangelico, le cui «contraddizioni sono il prodotto di una crisi di
autorità che è al centro della loro fede. Gli evangelici non hanno mai
avuto una sola autorità a guidarli attraverso i dilemmi o per risolvere
la questione problematica di ciò che la Bibbia significa in realtà». «Le
inclinazioni anti-intellettualistiche della cultura evangelica», pensiamo
allo scontro con il mondo scientifico sull’evoluzione/creazionismo, «non
derivano dall’obbedienza sincera e fiduciosa alla Scrittura, ma da profondi
disaccordi su ciò che significa la Bibbia».
L’amicizia con i protestanti ci impone di fare
loro presente tutto questo. La Chiesa cattolica continua invece
globalmente a crescere (seppur anch’essa perda consensi in Europa e
Nord America), Papa Francesco è riconosciuto come l’autorità morale principale
del mondo intero e, allo stesso tempo, non ha intenzione di
adeguarsi ad esso, non ne ha paura e non vuole annacquare la dottrina
cattolica con il relativismo dei teologi new-age, nuovi portavoce di una società
iper-individualista e moralmente in crisi.
http://www.uccronline.it
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