
Di Germán Masserdotti, 26 nov 2025
Come insegna la Chiesa e come spiega la teologia cattolica, il fine dell’Incarnazione del Figlio di Dio è la salvezza degli uomini. Il Credo niceno-costantinopolitano afferma: «…qui propter nos homines et propter nostram salutem descendit de caelis…»: «Il quale [il Figlio di Dio], per noi e per la nostra salvezza è disceso dal cielo…». L’opera redentrice di Gesù Cristo si estende non solo agli individui, ma anche alle società. Gli uomini sono esseri sociali per natura. Questa verità fondamentale, legata alla metafisica, all’antropologia e all’etica, potrebbe essere chiarita da molti testi dall’antichità ai giorni nostri. È importante che la sapienza cristiana non la perda di vista, perché altrimenti si potrebbe cadere in una sorta di “individualismo” cattolico estraneo allo spirito del piano salvifico di Dio.
Si può quindi affermare che Gesù Cristo ha redento non solo i singoli individui, ma anche interi popoli. Proprio come gli individui, i popoli possono scegliere di accettare o meno la redenzione cristiana. Una manifestazione eloquente – sebbene non l’unica – dell’accettazione da parte delle nazioni dell’opera redentrice di Cristo è il corpo di leggi che le governa. Dimmi qual è l’ordinamento giuridico di una nazione e ti dirò se, al suo interno, l’opera redentrice di Cristo, che assume, guarisce e perfeziona la natura umana, è stata accettata e abbracciata.
Quanto detto finora è necessario per comprendere meglio cosa significhi che la Vergine Maria è la Madre Corredentrice della Civiltà Cristiana.
Il Mistero di Maria deve essere compreso alla luce del Mistero di Cristo. Come insegna la Costituzione dogmatica Lumen gentium (21 novembre 1964) del Concilio Vaticano II, «i Santi Padri credono che Maria non fu uno strumento puramente passivo nelle mani di Dio, ma cooperò alla salvezza degli uomini con fede libera e obbedienza». Come dice Sant’Ireneo, «obbedendo, Ella divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano» (LG, 56). L’unione della Madre con il Figlio «nell’opera della salvezza si manifesta dal momento del concepimento verginale di Cristo fino alla sua morte…» (LG, 57).
Un testo notevole del Vaticano II che fornisce un contenuto inconfutabile alla verità di Maria come Madre Corredentrice è il seguente: «Così anche la B. Vergine progredì nel cammino della fede e conservò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, stette (cfr. Gv 19,25), soffrì intensamente con il suo Unigenito e si associò con animo materno al suo sacrificio, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da leigenerata; finalnmente, dallo stesso Cristo Gesù morente in croce fu deata come madre al discepolo con queste parole: Donna ecco il tuo figlio! (cfr Gv 19,26-27)» (LG, 58).
Sempre il Vaticano II precisa: «La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o sminuisce quest’unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l’efficacia. Ogni azione salutare della Beata Vergine sugli uomini non nasce da una qualche necessità, ma dalla volontà divina, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla sua mediazione, dipende in tutto da essa e attinge da essa tutto il suo valore; non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti con Cristo, ma la facilita» (LG, 60). Nello stesso spirito, aggiunge: «(…). Concependo, generando, nutrendo Cristo, presentando Cristo al Padre nel tempio, soffrendo con il Figlio suo morente sulla croce, ha cooperato in modo tutto special all’opera del Salvatore con l’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo motivo su per noi madre nell’ordine della grazia» (LG, 61).
In conclusione: «(…) Nessuna creatura può mai essere paragonata al Verbo incarnato e Redentore; ma come il sacerdozio di Cristo è partecipato in vario modo sia dai ministri sacri sia dai fedeli, e come la bontà di Dio si diffonde in vario modo sulle creature, così l’unica mediazione del Redentore non esclude, ma piuttosto suscita nelle creature vari tipi di cooperazione, che scaturiscono tutti da un’unica fonte. La Chiesa non esita a riconoscere questo ruolo subordinato di Maria, lo sperimenta continuamente e lo raccomanda alla pietà dei fedeli, affinché, sostenuti da questa materna protezione, si uniscano più intimamente al Mediatore e Salvatore» (LG, 62).
Perché allora la Vergine Maria è la Madre Corredentrice della civiltà cristiana? Il motivo è chiaro: è la Madre del Redentore, e i cristiani traggono ispirazione dal Vangelo da Lui predicato per costruire la Città terrena. I discepoli del Redentore plasmano quotidianamente la vita sociale in ambiti come la cultura, la politica, l’economia, la vita familiare e molti altri. Questa collaborazione all’opera della Redenzione che i cristiani sperimentano nel mondo è reale e porta frutto. È vero che avviene in mezzo a prove e debolezze, ma con il proposito costante di trasformare un mondo meramente umano in un mondo fondamentalmente cristiano. Se aspiriamo a ristabilire un ordine sociale secondo la legge naturale e cristiana, non dimentichiamo la Vergine per timore di offendere suo Figlio. Maria, la Madre Corredentrice, ci mostra Gesù Cristo, il suo Figlio Redentore.
Ad Iesum per Mariam.
(Buenos Aires)
(Foto: Pixabay)
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