
di Bruno Volpe, Ott 16, 2025
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INTERVISTA A MONSIGNOR GIOVANNI D’ERCOLE, VESCOVO EMERITO DI ASCOLI PICENO E MISSIONARIO IN MAROCCO
“Halloween? Un avvenimento satanico che pesca in superficialità ed ignoranza”: in questa intervista non usa mezzi termini Monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo emerito di Ascoli Piceno, che per scelta ha deciso di fare da missionario in Marocco.
Eccellenza D’ Ercole, nei negozi e nelle strade si vedono le tradizionali zucche di Halloween…
“Di questa festa, che senza alcuni retro-significati sarebbe solo un'allegoria, mi preoccupa la superficialità ed anche l’ignoranza religiosa con la quale ci si avvicina. Bisogna smitizzare che è solo un avvenimento per ragazzi, ma capire che cosa si nasconde dietro, la pericolosità educativa della cosa e l’inclinazione al mondo del satanismo. Non dobbiamo aver paura a dire che questa giornata è opera di Satana, delle forze del male ed ha natura demoniaca”.
Che cosa vede?
“Tanta leggerezza ancora più preoccupante se viene dai genitori. Perché molte volte vedo le mamme portare i bambini vestiti da spiriti o scheletri per le strade. Non colpevolizzo i ragazzini, ma i genitori che evidentemente hanno meno criterio dei loro figli”.
In che senso?
“Questa giornata ha un contenuto fortemente negativo, allude alle forze del male, al mondo dell’occultismo che in alcuni casi sfocia nelle sette. Lo ripeto, il problema reale è che quasi ci credono maggiormente i genitori”.
Una volta un esorcista disse che queste celebrazioni sono dovute ad un decadimento della fede…
“Esatto, se avessimo maggior fede, se si pregasse di più, anche nella Chiesa, penso che non avrebbe terreno fertile, tanto più che nasce come una derivazione della festa cristiana di Tutti i Santi. Fanno bene gli esorcisti a rimarcarne la pericolosità associata alla stupidità”.
Scarsa fede?
“Quando manca la fede, quando la preghiera è superficiale, quando si invoca poco la intercessione di Maria e dei santi, accade questo. Lo stesso dicasi quando anche noi uomini di Chiesa pensiamo che il compito primario non sia la salvezza delle anime, ma l’attivismo sociale. Tutto questo, per altro verso, ha fortemente corroso il senso del peccato e del sacro. Si vive in tanti casi come se Dio non esistesse e lo abbiamo messo fuori dalla vita. Eppure la nostra vocazione è verso il Cielo, con i piedi piantati a terra. Essere nel mondo senza essere del mondo. La carenza del senso del peccato ha fatto credere che tutto sia lecito, che i valori morali non esistano e che si può fare ciò che si vuole, in poche parole che non esiste un giudizio di Dio e dunque che ogni cosa sia relativa. Anzi Dio è diventato un ostacolo, crea fastidio, viene giudicato come una cosa superata”.
Non sarà che è invalso un criterio eccessivamente largo di misericordia?
“Dio perdona sempre e aspetta il peccatore, non si stanca mai e la sua misericordia è infinita, non è un Dio giustiziere, ma Padre. Per questo Dio ci ama sino alla fine e vuole la nostra salvezza e non la condanna. Tuttavia il perdono e la salvezza si meritano, ricordo che ci sarà comunque un giudizio e che misericordia e giustizia camminano assieme. Questo aspetto, non secondario, è di recente venuto meno anche in alcuni ambiti ecclesiali, non dimentichiamolo”.
Intanto Papa Leone ha pubblicato la sua esortazione apostolica Dilexi te, che me pensa?
“In essa è forte e si vede l’influenza di Papa Francesco che di fatto l'aveva scritta. E risente della teologia e dello stesso pontificato di Francesco. Io non mi permetto di giudicare un testo del Papa, ci mancherebbe altro. Tuttavia, parlando per linee generali, quella esortazione, per come è nata, risente di una visione ecclesiale orizzontale che prevale sulla verticale. Noi invece abbiamo bisogno di Dio e del suo Figlio morto e risorto, questa è la nostra meta, i fini sociali, economici e solidaristici, pur importanti, vengono dopo la centralità di Cristo e della salvezza che sempre dobbiamo annunciare”.
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