Un ammonimento sempre attuale di San Gregorio Magno ai sacerdoti e i vescovi
"Ci siamo ingolfati in affari terreni, e altro è ciò che abbiamo assunto con l'ufficio sacerdotale, altro ciò che mostriamo con i fatti.
Noi abbandoniamo il ministero della predicazione e siamo chiamati vescovi, ma forse piuttosto a nostra condanna, dato che possediamo il titolo onorifico e non le qualità.
Coloro che ci sono stati affidati abbandonano Dio e noi stiamo zitti.
Giacciono nei loro peccati e noi non tendiamo loro la mano per correggerli.
Ma come sarà possibile che noi emendiamo la vita degli altri, se trascuriamo la nostra?
Tutti rivolti alle faccende terrene, diventiamo tanto più insensibili interiormente, quanto più sembriamo attenti agli affari esteriori.
Ben per questo la santa Chiesa dice delle sue membra malate: «Mi hanno messo a guardiana delle vigne; la mia vigna, la mia, non l'ho custodita» (Ct 1, 6).
Posti a custodi delle vigne, non custodiamo affatto la vigna, perché, implicati in azioni estranee, trascuriamo il ministero che dovremmo compiere".
(San Gregorio Magno, Papa)
(San Gregorio Magno, Papa)
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