domenica 13 ottobre 2019

La rete Panamazzonica celebra rituali pagani e sincretici in una chiesa romana



Come scrive AciPrensa, la chiesa romana di Santa Maria in Traspontina, situata in Via della Conciliazione, a pochi metri dal Vaticano, ha ospitato un evento di marcato carattere sincretico che mescola le tradizioni indigene dell’Amazzonia.




Michele M. Ippolito 10-10-2019

L’evento, chiamato “Moments of Amazonian Spirituality” , è stato organizzato da “Amazon Common House”, uno spazio della Rete Ecclesiale Panamazzonica (REPAM), istituito temporaneamente in questa parrocchia, affidata ai Carmelitani, nel contesto di Sinodo per l’Amazzonia.

L’ACI Prensa ha assistito al rituale l’8 e il 9 ottobre. La prima è iniziata alle 9:45. All’interno della chiesa e di fronte al luogo in cui si trova il Santissimo Sacramento e accanto all’altare maggiore, alcuni tessuti e una rete di colori sono stati diffusi con vari oggetti, come piccole canoe, immagini di uccelli, strumenti, figurine, scodelle con cibo, tra gli altri e al centro un cestino di vimini all’interno del quale era l’immagine di una donna incinta nuda [ndr. Pacha Mama, ossia la Madre terra].

Questa immagine è stata utilizzata nel rituale eseguito dal REPAM e dall’Ordine dei Francescani minori nei Giardini Vaticani il 4 ottobre davanti al Papa e nella preghiera con cui è iniziata l’attività del Sinodo nella Basilica di San Pietro il 7.

Tra i partecipanti all’evento nella chiesa di Santa Maria in Transpontina ci sono stati diverse suore cattoliche, una “sacerdotessa” anglicana, diversi frati francescani, laici e indiani amazzonici.

L’evento REPAM è iniziato con una donna che ha chiamato i partecipanti a formare un cerchio attorno agli oggetti depositati sul pavimento. Ognuno dei partecipanti ha portato in mano un oggetto come quelli già descritti. Ha chiesto a tutti di essere intrecciati con le loro braccia e ha iniziato una serie di canti e discorsi che mescolavano riferimenti a natura, creazione, espressioni pagane e sincretiche come “siamo tutti uno”, con messaggi cristiani come “siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio”, e qualche lettura biblica.

Ad un certo punto, i partecipanti hanno depositato i loro oggetti come offerte. Quindi, gli indigeni hanno messo nel cesto di vimini la terra dell’Amazzonia. Poi ognuno si è tolto le scarpe, si inginocchiato e si è chinato fino a toccare il suolo con la testa. Uno degli indigeni si è poi avvicinato al canestro, ha preso una parte della terra nelle sue mani ed ha sollevato verso l’alto le sue mani dicendo alcune parole a bassa voce. Successivamente, per concludere l’atto, è stato letto un frammento del libro dell’Esodo in cui Dio, nel roveto ardente, chiede a Mosè di togliersi le scarpe perché si trova su un terreno sacro.

Quando qualcuno hanno chiesto il significato dell’atto alcuni partecipanti hanno spiegato che si tratta di una cerimonia sia cristiana che amazzonica.

L’atto del 9 ottobre è iniziato nell’atrio della chiesa con alcune canzoni e poi i partecipanti hanno camminato all’interno del tempio dove è seguito il rituale, in cui si è distinta la partecipazione di Mons. Raúl Vera, vescovo di Saltillo (Messico), noto per promuovere lo stile di vita gay e sostenere la lobby LGBT.

Una volta all’interno del tempio e di fronte all’altare del Santissimo Sacramento, alcuni partecipanti hanno sollevato una canoa su cui sedeva una giovane donna (vedi foto). Alcuni partecipanti hanno spiegato che il rituale varierà durante i diversi giorni per mostrare com’è la “spiritualità amazzonica”.

L’iniziativa “Amazon Common House”, tenutasi nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, contrasta con le parole pronunciate il 17 giugno dal cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, durante la presentazione dell’Instrumentum laboris del Sinodo. In quell’occasione, il Cardinale rifiutò l’accusa che il Sinodo in Amazzonia potesse aprire alcune possibilità a una Chiesa sincretica dove c’era spazio per sensibilità filosofiche o religiose di origine pagana. Il Cardinale aveva affermato di non aver visto “alcun sincretismo” nel Sinodo e che nell’Instrumentum laboris “parla di Gesù, di Creazione. Parlare di Creazione non significa parlare di sincretismo”.

In un testo inviato all’ACI Digital – agenzia portoghese del gruppo ACI – il vescovo José Luis Azcona, vescovo emerito di Marajó, nel Delta dell’Amazzonia, in Brasile, ha spiegato che l’iniziativa “Amazon Common House” può essere “un ponte di scandalo, e in occasione del Sinodo, per tutta la Chiesa”.

Durante questi rituali indigeni, si è chiesto il vescovo, “tutti diversi”, che “tipo di spiriti verranno invocati?”. Sono spiriti invocati nella stregoneria, incompatibili con il Vangelo. “Siamo al livello del peccato di idolatria, come spiega Paolo?”, si è chiesto il vescovo. “O sono strane ‘autorità’ e ‘poteri’ (‘spiriti maligni’ per Paolo) subordinati al controllo del principe del male Satana?”. Forse i responsabili di “Amazon Common House”, ha concluso il vescovo, non credono veramente che Cristo abbia sconfitto “tutte queste forze con la sua opera redentrice e che, esaltato sopra tutte, mantenga per sempre e assolutamente la sua sovranità”.

La «Amazon Common House» è promossa dalla Rete ecclesiale di Panamazzonica (REPAM) insieme ad altre organizzazioni. Oltre ai “Momenti di spiritualità amazzonica” nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, altri eventi, come conferenze e mostre, sono stati programmati in diversi luoghi, sia a Roma che in altre città italiane, proprio in occasione del Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia.


Immagine appesa nella chiesa di Santa Maria in Traspontina:
una donna indio nuda con un bambino in braccio mentre allatta un animale:
 con la scritta "tutto è collegato"
e con citazione dalla Laudato sì: "Conversione ecologica integrale"














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