Qui link al video di 4 minuti sullo spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=882LYNkOtCA&t=7s
Coinvolti ragazzi e bambini delle scuole: si tratta di temi delicati ed è indispensabile il consenso informato delle famiglie.
Il 26 e 27 gennaio prossimo sarà rappresentato al Teatro Bolognini di Pistoia- nell'ambito dell'iniziativa Piccolo Sipario - uno spettacolo che sta sollevando aspre polemiche e fondate preoccupazioni da parte dei genitori di ragazzi in età scolare. Stiamo parlando di Fa'afafine - Mi chiamo Alex e sono un dinosauro.
Su questa rappresentazione teatrale noi di Generazione Famiglia - La Manif Pour Tous abbiamo più volte attirato l'attenzione per l'approccio inadeguato e ideologico con il quale vengono trattati e presentati a un pubblico giovane temi decisamente sensibili. Fa'afafine è la storia di un ragazzo incerto sulla sua identità sessuale (definito«gender creative child »), che desidera essere maschio e femmina insieme, o addirittura«maschio nei giorni pari e femmina nei giorni dispari».
È anche la storia dei suoi genitori, dipinti come isterici e urlanti all'inizio, passivamente accondiscendenti nell'epilogo: l’opera costituisce, qualora ce ne fosse bisogno, l’ennesima riprova della colonizzazione dell’ideologia gender nelle nostre scuole e nella nostra società, che da anni stiamo denunciando.
Lo spettacolo si pone nel filone delle tante iniziative contro il bullismo, un obiettivo che trova noi di Generazione Famiglia e del Comitato Difendiamo i nostri figli in perfetto accordo.
È piuttosto sulla valenza educativa di questa e di altre proposte che rileviamo gravi carenze.
La presentazione di un'identità sessuale banalizzata e ridotta a “vestito” da indossare a giorni alterni è di un'ingenuità sconcertante e riteniamo sia scorretto cercare, con l'aiuto di un contesto immaginifico come quello teatrale, il consenso di un pubblico troppo giovane per avere una capacità critica adeguata.
Inoltre, rileviamo in questo spettacolo un malcelato fastidio nei confronti dell'istituto familiare, che si esprime nella rappresentazione dello stereotipo di genitori inadeguati e inetti.
Ci chiediamo: in che modo togliere punti di riferimento ai bambini e provocare sentimenti di sfiducia nei confronti dei genitori dovrebbe essere educativo? Perché iniziative così problematiche e discutibili continuano a essere finanziate, anche con soldi pubblici?
La funzione pubblica della scuola dovrebbe escludere, per rispetto del primato educativo della famiglia, la proposta di temi tanto sensibili, inseriti oltretutto in spettacoli programmati solo la mattina, in orario scolastico.
Teniamo a sottolineare che la partecipazione non può essere obbligatoria e che le famiglie dei bambini coinvolti hanno il diritto di avere dalle scuole tutti i chiarimenti che riterranno opportuni, anche su eventuali laboratori legati al progetto.
Chi deciderà di non partecipare non deve essere discriminato e deve avere la possibilità di svolgere attività alternative fruibili. Dirigenti, insegnanti, organi collegiali e rappresentanti hanno anche loro il diritto di essere informati e il dovere di vigilare affinché la libertà personale di ciascuno - compresa quella di dissentire - sia rispettata.
Generazione Famiglia e Comitato Difendiamo i Nostri Figli
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