1. Affinchè, o devoto cristiano, tu possa meglio prender parte alla solennità di questo faustissimo giorno, stimo bene esporti in breve la storia della medesima. Il sommo Pontefice s. Pio V fin dal 1571 in memoria della prodigiosa vittoria di Lepanto aveva proclamata Maria: Aiuto dei Cristiani. In seguito varii pontefici Le confermarono lo stesso titolo, e con apostolico zelo si adoperarono per dilatare la devozione a Maria Ausiliatrice. Così Innocenzo XI l'anno 1684 approvò una confraternita costituitasi in Monaco di Baviera sotto il titolo di Maria Ausiliatrice. Pio VI l'anno 1798 approvo una novella compagnia sotto il medesimo titolo, stabilitasi in Torino, città sempre a Maria devotissima.
Ma una cosa mancava ancora, ed era un giorno dell'anno destinato in modo speciale ad onorare Maria Ausiliatrice, che è quanto dire, una festa con rito, Messa, officio dalla Chiesa approvato. Affinchè i sommi Pontefici si determinassero a questa importante istituzione, ci voleva qualche fatto straordinario, il quale non tardò a manifestarsi. Il modo meraviglioso con cui il papa Pio VII fu liberato dalla sua prigionia è il grande avvenimento che ha dato occasione allo stabilimento della festa di Maria Aiuto dei Cristiani.
2, L'imperatore Napoleone I dopo avere in più guise oppresso il sovrano Pontefice, gli chiedeva cose che in coscienza non poteva concedere. Al coraggioso rifiuto l'imperatore rispose colla violenza e col sacrilegio. Il papa venne arrestato e condotto a Savona, dove il glorioso Pontefice passò oltre a cinque anni in severa prigione. Ma siccome dove è il Papa la vi è il Capo della Chiesa, così Savona divenne in certo modo un'altra Roma. Tante dimostrazioni di affetto mossero ad invidia l'imperatore, che volendo umiliato il Vicario di Gesù Cristo, comandò che fosse traslocato a Fontainebleau, castello non molto distante da Parigi. Mentre il Capo della Chiesa gemeva prigioniero, ai cristiani altro più non rimaneva che imitare i fedeli della Chiesa primitiva, quando s. Pietro era tenuto prigione, cioè pregare. Pregava il venerando Pontefice, e con lui pregavano tutti i cattolici, implorando l'aiuto di Colei che è detta grande presidio nella Chiesa, magnum in Ecclesia praesidium. Si crede comunemente che il Pontefice abbia in quel tempo promesso alla Santa Vergine d'istituire una festa per onorarla sotto 1'augusto titolo di Aiuto dei Cristiani, qualora egli avesse potuto ritornare a Roma sul trono papale. Intanto la fortuna che aveva fino allora sorriso al terribile imperatore cominciò a farsegli avversa. Dopo di aver fatto risuonare il temuto suo nome per tutta la terra, Napoleone volle portare le sue armi nelle regioni più fredde della Russia. Credeva di trovare colà nuovi trionfi, invece incontrava la sua rovina. Maria mossa a pietà dei gemiti di Pio, e delle preghiere di tanti suoi figli, cangiò in pochi giorni la sorte di Europa e di tutto il mondo. Il rigore dell'inverno, la strategia dei Russi e l'infedeltà di molti generali francesi delusero le speranze di Buonaparte, il quale in pochi giorni vide disfatta la sua armata. Di seicento e più mila soldati, di cui era composto il suo esercito, appena cinquanta mila poterono salvarsi; i rimanenti perirono. L'imperatore istesso dovette fuggire in fretta, ritirarsi a Parigi, e poco dopo costituirsi prigioniero nelle mani degli Inglesi.
Caduto Napoleone, la giustizia potè di nuovo fare il suo corso. Pio VII venne subito messo in libertà, Roma lo accolse colla più viva gioia. Il santo Padre vedendo esauditi i suoi voti, pieno di riconoscenza verso la celeste sua Liberatrice volle darle un pubblico e perpetuo segno di gratitudine. A questo fine egli instituì la festa di Maria Auxilium Christianorum, da celebrarsi ogni anno nel giorno 24 di Maggio. Fu scelto questo giorno perchè appunto nel 1814 egli era stato fatto libero, e potè ritornare alla sua Sede tra gli applausi di tutti i cattolici.
3. Il glorioso pontefice Pio VII finchè visse promosse il culto verso Maria Ausiliatrice; approvò associazioni e confraternite a Lei dedicate; concedette molte indulgenze alle pratiche di pietà in onore di Lei. I Pontefici successori continuarono a promuovere il culto a Maria sotto il bel titolo di Aiuto dei cristiani. Lo stesso regnante Pio IX zelante promotore dell'onore dovuto all'augusta Madre di Dio, si adoperò perchè fosse con sua speciale protezione eretta in Torino una chiesa a Maria Ausiliatrice. Egli con decreto del 22 Maggio 1868 degnavasi poscia di concedere Indulgenza plenaria a chiunque, pentito, confessato e comunicato visiti la suddetta chiesa, da lucrarsi o nel di della festa 24 Maggio, oppure in uno da scegliersi a piacimento. In seguito poi nella medesima chiesa coll'autorizzazione dell'arcivescovo di Torino, essendosi instituita una Pia Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice, concedeva ai socii molte Indulgenze e plenarie e parziali. Finalmente lo stesso Pontefice con decreto 5 aprile 1870 ampliò i celesti favori, concedendo che si possano anche in altre chiese lucrare le medesime indulgenze, erigendo la Pia Associazione in Arciconfraternita, col privilegio e facoltà di aggregare altre associazioni che fossero canonicamente erette sotto a questo titolo. Ecco, o devoto cristiano, i grandi tesori che ci sono proposti.
Storia della Basilica Maria Ausiliatrice
La facciata richiama quella della chiesa di S. Giorgio Maggiore a Venezia, del Palladio.
Sul campanile di destra è raffigurato l’arcangelo Gabriele nell’atto di offrire una corona a Maria; sul campanile di sinistra l’arcangelo Michele sventola una bandiera con la scritta “Lepanto”.
Sul timpano, le statue di marmo sono dei martiri Solutore, Avventore, Ottavio, uccisi su questa terra (Valdocco = Vallis occisorum). Sull’attico, sopra gli orologi si vedono, a destra la statua di San Massimo, primo vescovo di Torino, a sinistra la statua di San Francesco di Sales, patrono della Famiglia Salesiana.
Nella nicchia centrale, sotto il rosone, si vede il gruppo marmoreo di Gesù tra i fanciulli. Nelle nicchie laterali sono le statue di S. Giuseppe e S. Luigi Gonzaga.
Delle due fasce di altorilievi tra le colonne, l’una rappresenta S. Pio V che annunzia la Vittoria di Lepanto (1571), l’altra rappresenta Pio VII che incorona Maria SS. nel Santuario di Savona dopo la sua liberazione dalla prigionia napoleonica (1814).
Sul campanile di destra è raffigurato l’arcangelo Gabriele nell’atto di offrire una corona a Maria; sul campanile di sinistra l’arcangelo Michele sventola una bandiera con la scritta “Lepanto”.
Sul timpano, le statue di marmo sono dei martiri Solutore, Avventore, Ottavio, uccisi su questa terra (Valdocco = Vallis occisorum). Sull’attico, sopra gli orologi si vedono, a destra la statua di San Massimo, primo vescovo di Torino, a sinistra la statua di San Francesco di Sales, patrono della Famiglia Salesiana.
Nella nicchia centrale, sotto il rosone, si vede il gruppo marmoreo di Gesù tra i fanciulli. Nelle nicchie laterali sono le statue di S. Giuseppe e S. Luigi Gonzaga.
Delle due fasce di altorilievi tra le colonne, l’una rappresenta S. Pio V che annunzia la Vittoria di Lepanto (1571), l’altra rappresenta Pio VII che incorona Maria SS. nel Santuario di Savona dopo la sua liberazione dalla prigionia napoleonica (1814).
Il Santuario di Maria Ausiliatrice è nato dal cuore, dal coraggio di Don Bosco e dalla sua grande devozione alla Madonna.
Fu un’impresa segnata da avvenimenti straordinari e da difficoltà enormi: Don Bosco non si stancava di ripetere che era la Madonna che voleva la chiesa e Lei stessa, dopo avergli indicato persino il luogo dove doveva sorgere, gli avrebbe anche fatto trovare i mezzi necessari. Ma sentiamo da Don Bosco stesso il racconto di un suo “sogno” fatto nel 1844, quando era ancora in cerca di una sede stabile per il suo oratorio.
Fu un’impresa segnata da avvenimenti straordinari e da difficoltà enormi: Don Bosco non si stancava di ripetere che era la Madonna che voleva la chiesa e Lei stessa, dopo avergli indicato persino il luogo dove doveva sorgere, gli avrebbe anche fatto trovare i mezzi necessari. Ma sentiamo da Don Bosco stesso il racconto di un suo “sogno” fatto nel 1844, quando era ancora in cerca di una sede stabile per il suo oratorio.
La Signora che gli apparve gli disse: “Osserva. – Ed io guardando vidi una chiesa piccola e bassa, un po’ di cortile e giovani in gran numero. Ripigliai il mio lavoro.
Ma essendo questa chiesa divenuta angusta, ricorsi ancora a Lei, ed Essa mi fece vedere un’altra chiesa assai più grande con una casa vicina. Poi, conducendomi ancora un po’ d’accanto, in un tratto di terreno coltivato, quasi innanzi alla facciata della seconda chiesa, mi soggiunse:
“In questo luogo dove i gloriosi Martiri di Torino Avventore, Solutore e Ottavio offrirono il loro martirio, io voglio che Dio sia onorato in modo specialissimo”.
Così dicendo, avanzavo un piede posandolo sul luogo dove avvenne il martirio e me lo indicò con precisione… Intanto io mi vidi circondato da un numero immenso e sempre crescente di giovani; ma guardando la Signora, crescevano anche i mezzi ed il locale, e vidi poi una grandissima chiesa, precisamente sul luogo dove mi aveva fatto vedere che avvenne il martirio dei santi della Legione Tebea, con molti edifici tutto all’intorno e con un bel monumento nel mezzo”. (Il monumento davanti al Santuario c’è ed è proprio per… lui!).
Ma essendo questa chiesa divenuta angusta, ricorsi ancora a Lei, ed Essa mi fece vedere un’altra chiesa assai più grande con una casa vicina. Poi, conducendomi ancora un po’ d’accanto, in un tratto di terreno coltivato, quasi innanzi alla facciata della seconda chiesa, mi soggiunse:
“In questo luogo dove i gloriosi Martiri di Torino Avventore, Solutore e Ottavio offrirono il loro martirio, io voglio che Dio sia onorato in modo specialissimo”.
Così dicendo, avanzavo un piede posandolo sul luogo dove avvenne il martirio e me lo indicò con precisione… Intanto io mi vidi circondato da un numero immenso e sempre crescente di giovani; ma guardando la Signora, crescevano anche i mezzi ed il locale, e vidi poi una grandissima chiesa, precisamente sul luogo dove mi aveva fatto vedere che avvenne il martirio dei santi della Legione Tebea, con molti edifici tutto all’intorno e con un bel monumento nel mezzo”. (Il monumento davanti al Santuario c’è ed è proprio per… lui!).
Le tappe erano dunque tutte previste: prima “la chiesa piccola e bassa”ossia la cappella Pinardi nel 1846; poi “l’altra chiesa assai più grande...” ossia la Chiesa di S. Francesco di Sales nel 1852 e infine la chiesa di Maria Ausiliatrice con “all’interno una fascia bianca, con la scritta a caratteri cubitali: “Hic domus mea, inde gloria mea. Qui è la mia Casa, di qui la mia gloria”.
Il desiderio di ubbidire alla voce della Madonna e di testimoniare venerazione e riconoscenza a Lei che aveva dato tante prove di benevolenza alla nascente Congregazione, ed anche ragioni di ordine pastorale e pratico, spinsero Don Bosco ad affrettare i tempi della costruzione.
Intanto, per l’acquisto del campo e del legname per la recinzione si erano spese 4.000 lire; l’economo Don Savio, rimasto senza soldi, consigliava di aspettare, ma Don Bosco gli replicò:
“Comincia a fare gli scavi; quando mai abbiamo cominciato un’opera avendo già i denari pronti? Bisogna bene lasciar fare qualcosa alla Divina Provvidenza”. I lavori, affidati all’impresa del capomastro Carlo Buzzetti, iniziarono nell’autunno del 1863. Terminati gli scavi, nell’aprile del 1864, Don Bosco disse al Buzzetti:“Ti voglio dare subito un acconto per i grandi lavori“. Così dicendo tirò fuori il borsellino, l’apri e versò nelle mani di Buzzetti quanto conteneva: otto soldi, nemmeno mezza lira. “Sta’ tranquillo la Madonna penserà a provvedere il denaro necessario per la Sua chiesa”.
Intanto, per l’acquisto del campo e del legname per la recinzione si erano spese 4.000 lire; l’economo Don Savio, rimasto senza soldi, consigliava di aspettare, ma Don Bosco gli replicò:
“Comincia a fare gli scavi; quando mai abbiamo cominciato un’opera avendo già i denari pronti? Bisogna bene lasciar fare qualcosa alla Divina Provvidenza”. I lavori, affidati all’impresa del capomastro Carlo Buzzetti, iniziarono nell’autunno del 1863. Terminati gli scavi, nell’aprile del 1864, Don Bosco disse al Buzzetti:“Ti voglio dare subito un acconto per i grandi lavori“. Così dicendo tirò fuori il borsellino, l’apri e versò nelle mani di Buzzetti quanto conteneva: otto soldi, nemmeno mezza lira. “Sta’ tranquillo la Madonna penserà a provvedere il denaro necessario per la Sua chiesa”.
Finalmente il 9 giugno 1868, aveva luogo la solenne consacrazione. Furono momenti di commozione intensa per tutti. Il sogno era diventato realtà. La “stupenda ed alta chiesa” era sotto gli occhi di tutti, cresciuta come per miracolo.
Da parte sua, Don Bosco non si attribuiva alcun merito: “Io non sono – diceva – l’autore delle grandi cose che voi vedete: è il Signore, è Maria SS. che degnarono di servirsi di un povero prete per compiere tali opere. Di mio non ci ho messo nulla. Aedificavit sibi domum Maria. E’ Maria che si è costruita la sua casa. Ogni pietra, ogni ornamento segnala una grazia”.
Costruito il santuario, Don Bosco intensificò la sua azione per diffondere nel mondo la devozione alla Madonna Ausiliatrice, Aiuto dei Cristiani.
http://it.donbosco-torino.org/basilica/storia/
Nessun commento:
Posta un commento