venerdì 3 maggio 2019

La liturgia tradizionale è un esorcismo perpetuo, ecco perché il demonio la odia così tanto










Sul mensile Radici Cristiane (n.142) è stata pubblicata un’intervista al professor Peter Kwasniewski. Quando l’intervistatrice Chiara Chiessi gli domanda se il demonio odia la Messa in rito antico, Kwasniewski risponde:

Il demonio odia la disciplina, l’ordine, la bellezza, l’umiltà, il sacrificio, la lode liturgica, la tradizione ed il sacerdozio. L’antica liturgia romana -e sto parlano qui non solo della Messa, ma anche dell’Ufficio divino e di tutti i sacramentali- è permeata di ordine e bellezza.

Richiede immensa umiltà e disciplina da parte dei ministri, che devono celebrare in maniera giusta ed adeguata. Sopprime deliberatamente l’individualità ed il desiderio di “apparire” o di “essere se stessi”. Tende all’adorazione ed alla glorificazione di Dio, con Cristo stesso come Sommo Sacerdote e tutti gli altri come servi. Paradossalmente, edifica ed avvantaggia gli stessi fedeli, proprio perché è teocentrica e cristocentrica, non antropocentrica come la moderna filosofia e cultura.

Lucifero, la più bella delle creature di Dio, si innamorò di se stesso. Il suo peccato era l’egocentrismo, l’autocelebrazione. Quindi qualsiasi movimento nella liturgia verso la liberazione, l’applauso, la celebrazione o la coltivazione dell’ego dei ministri e dei fedeli è diabolico nella sua origine e nei suoi effetti. La Chiesa, nella sua sapienza data da Dio, aveva da sempre compreso il pericolo della personalità ‘carismatica’ e si è guardata da essa grazie a riti caratterizzati dalla loro obiettività, stabilità, precisione, chiarezza dogmatica, requisiti ascetici e nobiltà estetica.

Queste stesse caratteristiche contrastano certe tendenze ricorrenti della natura umana, decaduta, come l’emotività o il sentimentalismo, il relativismo, l’ambiguità, la causalità, l’indulgenza e l’estetismo (la cui totale mancanza di gusto o di incuria è una mutazione genetica peculiare).

L’antica liturgia conferisce il ruolo inequivocabile di mediatore sacramentale al sacerdote ed, in varia misura, agli altri ministri. Questo ruolo di mediatore è icona vivente dell’Incarnazione dell’unico mediatore tra Dio e l’uomo, contro il quale Satana si ribellò.

L’unica ‘riforma liturgica’ che Satana cerca è sempre quella di allontanare la Chiesa dall’Incarnazione, da un’economia sacramentale radicata nella carne eucaristica di Cristo e dall’intera struttura di riti, cerimonie e preghiere che la incarnano. In ogni aspetto, l’ ‘uso antiquior’ è come un esorcismo perpetuo al diavolo ed indica continuamente il trionfo di Dio incarnato sull’antico nemico della natura umana. Il fatto stesso che la nuova liturgia abbia abolito o abbreviato gli esorcismi ovunque siano stati trovati -nel rito del battesimo, in varie benedizioni, nel rito stesso dell’esorcismo- parla da sé.

Ci si chiede se il confuso e tormentato papa Paolo VI stesse percependo questa verità quando nel 1972, solo poco dopo l’introduzione della monumentale rottura del ‘Novus Ordo’, disse: ‘Da qualche fessura, il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio’. Forse quella fessura non erano altro che le incessanti riforme liturgiche del XX secolo, che culminarono con un cambiamento della ‘lex orandi’ delle proporzioni di un terremoto.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza












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