domenica 12 maggio 2019

Quella bilocazione di Padre Pio "genuflesso davanti alla tomba di San Pio X" raccontata da don Orione...







Ricordo dell'ordinazione sacerdotale di San Pio da Pietrelcina:

«O Rex, dona mihi animam meam pro qua rogo ego populum meum pro quo obsecro (Esther 7,5).
Ricordo della mia 1° Messa. Gesù/ mio sospiro e mia vita./ Oggi che trepidante Ti/ elevo./ In un mistero d’amore/ Con Te io sia pel mondo./ Via Verità Vita./ E per Te Sacerdote Santo/ Vittima Perfetta/ Padre Pio, Cappuccino».

Perchè il frate ventisettenne compie quest’atto così radicale e drammatico? È tutto e solo un moto del suo cuore o scaturisce da un’aria profondamente ascetica che ha respirato, da una fonte a cui il giovane frate si è assiduamente abbeverato? È vera questa seconda ipotesi. E questa fonte fu specialmente il papa del suo tempo, San Pio X, colui di cui Francesco Forgione, vestendo il saio, prese il nome.
San Pio X, nel 1910, meditava su ciò che chiedeva a sé stesso e ad altre anime:
«E’ ardua la vocazione di vittima, poiché il luogo della vittima è sul Calvario con Gesù e non nelle dolcezze dell’amore».

Il legame (finora sottovalutato) del padre con quel papa è rivelato anche da un episodio «strano» e testimoniato da don Orione, che accadrà negli anni Venti o Trenta. Il fondatore della «Piccola Opera della Provvidenza», oggi santo, riferì a papa Pio XI «di aver visto Padre Pio genuflesso nelle grotte vaticane davanti alla tomba di Pio X, ancora non salito alle glorie degli altari» (1) «Se me lo dite voi ci credo» rispose Pio XI davanti al quale don Orione aveva anche difeso padre Pio dalle tante calunnie propalate sul suo conto.

L’episodio finora è stato citato solo come esempio delle famose bilocazioni di padre Pio (che ovviamente si trovava a San Giovanni Rotondo e contemporaneamente «viaggiava» nelle grotte vaticane). Ma appare ancora più rivelatore in rapporto alla devozione del frate per quel pontefice santo. Papa Pio X peraltro era considerato da padre Pio come una grande figura profetica per i tempi che si preparavano. È infatti il papa che condannò formalmente la dilagante eresia modernista che oggi più che mai insidia la Chiesa con due memorabili pronunciamenti (1).

Fu - secondo padre Pio - un «gran papa», «anima veramente nobile e santa, che la Roma non ebbe mai un’altra eguale» (Ep I, p. 494). La sua «parola d’ordine» fu «instaurare ogni cosa in Cristo, perché Cristo sia tutto in tutti». Dunque è questo papa che invitava i religiosi a offrirsi vittime a Dio per la salvezza dell’umanità sapendo che la santità è l’unica risposta possibile a un mondo ostile e che corre nelle tenebre.

Prevedendo che il dramma della Chiesa dei tempi futuri sarebbe stato innanzitutto la crisi del sacerdozio, il papa delinea un profilo del ministro di Dio che sembra la perfetta descrizione di quello che sarà padre Pio:
«Se al sacerdote manca la scienza di Cristo che si riassume nella santità della vita e nella illibatezza dei costumi, gli manca tutto. La stessa dottrina, la stessa destrezza di azione, sebbene possano recare vantaggio alla Chiesa o ad altri, non di rado sono al sacerdote di lacrimevole nocumento. Chi, invece, è ricco di santità, può - benché l'ultimo - operare cose meravigliose a salute del popolo di Dio, come fanno fede moltissime testimonianze di ogni età (...). Solamente la santità rende il sacerdote quale egli deve essere secondo la sua vocazione divina: “Uomo crocifìsso al mondo”, vivente nella novità di una vita protesa alle cose celesti per condurre alle medesime il popolo cristiano» (2).

Se Pio X, che morirà proprio offrendosi vittima, allo scoppio della Grande guerra, esorta i sacerdoti a «offrirsi vittime» e definisce questo addirittura come «grande ufficio della pietà cristiana», vuol significare che — lungi dall’essere un’ascesi intimistica — proprio questo sacrificio di sé, assimilando a Cristo, permette al Signore di operare più efficacemente sulla terra. Ben più di quanto ottengono tutte le azioni umane e i progetti e le iniziative (...)

Questa «arma», apparentemente povera e insignificante, l'arma del proprio corpo e del proprio cuore, l'arma dei poveri, dei piccoli e dei semplici, è - secondo l’insegnamento tradizionale della Chiesa - quella in cui più si manifesta la potenza di Dio, specialmente nel tempo della grande prova e della grande apostasia. Dunque, è questa offerta che padre Pio compie al momento della sua ordinazione.



Tratto da:
A. Socci, Il Segreto di Padre Pio, Rizzoli, Milano 2007, pp. 58-61.




Note:
1) Soprattutto l'enciclica Pascendi deI 1907 e il decreto Lamentabili. Tuttavia oggi nel mondo cattolico è molto piti diffusa l'esecrazione contro Pio X per quelle sacrosante condanne, che non la gratitudine. Jean Guitton, che oltre a essere un grande intellettuale cattolico, il primo invitato al Concilio, fu anche amico di Giovanni XXIII e soprattutto di PaoIo VI, ha espresso la sensazione che «quanto è stato condannato come un'eresia nel 1907» venga oggi affermato come «dottrina e metodo della Chiesa» (Jean Guitton, Portrait du Pere Lagrange, Editions Robert Laffont. 1992, p. 55-56).

2) Haerent animo. Esortazione al clero cattolico, 1908.










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