Al tempo della santa essi venivano chiamati saraceni (termine utilizzato a partire dal II secolo d.C. per indicare i popoli provenienti dalla penisola araba o, per estensione, di religione musulmana).
[...]
Con le loro violente e sanguinarie scorrerie giunsero anche ad Assisi.
[...]
Federico II... aveva mosso guerra contro la Chiesa, spingendo le sue soldataglie all’invasione delle terre pontificie, servendosi dei sacraceni.
[...]
Da quella base partirono per continue scorrerie, saccheggiando, distruggendo, incendiando città e castelli, compiendo sacrilegi e profanazioni nelle chiese e nei monasteri, uccidendo e facendo prigionieri.
Un venerdì del settembre 1240 scalarono le mura del monastero di Santa Chiara e le suore, lascia scritto Tommaso da Celano: «Corsero a santa Chiara che era gravemente inferma e, con molte lacrime, le dissero come quella gente pessima avevano rotte le porte del monastero.
Ed essa le confortava che non temessero […] ma armate di fede ricorressero a Gesù Cristo. E santa Chiara sulla paglia, inferma, si fece portare una cassettina d’avorio dove era il Santo Corpo di Cristo consacrato [...] .
E orando devotamente […] “Pregoti, Signor mio, che ti piaccia che queste tue poverelle serve, le quali tu, Signore, hai nutricate sotto la mia cura, che non mi siano tolte né tratte di mano, acciò che non vengano nelle mani e alla crudeltà di questi infedeli e pagani; onde pregoti, Signor mio, che tu le guardi, che io senza di te guardarle non posso e massimamente ora in questo amaro punto”.
Dalla cassettina uscì una voce...: “Io per tuo amore guarderò te e loro sempre” […]». (Vita di santa Chiara vergine, Opusc. I,21-22, in FF 3201, pp. 1915-1916).
Gli islamici fuggirono precipitosamente dal monastero, respinti dalla potenza di una forza invisibile. E di lì a poco lasciarono Assisi.
[...] nel 1241 l’Imperatore [...] organizzò una nuova spedizione.
Quando il pericolo fu imminente santa Chiara chiamò le consorelle: ordinò un giorno di digiuno, dopo il quale le invitò a cospargersi il capo di cenere e a prostrarsi con lei davanti al tabernacolo.
La mattina del 22 giugno un forte temporale portò lo scompiglio nell’accampamento degli assedianti, costringendoli ad una nuova fuga.
Dalla cassettina uscì una voce...: “Io per tuo amore guarderò te e loro sempre” […]». (Vita di santa Chiara vergine, Opusc. I,21-22, in FF 3201, pp. 1915-1916).
Gli islamici fuggirono precipitosamente dal monastero, respinti dalla potenza di una forza invisibile. E di lì a poco lasciarono Assisi.
[...] nel 1241 l’Imperatore [...] organizzò una nuova spedizione.
Quando il pericolo fu imminente santa Chiara chiamò le consorelle: ordinò un giorno di digiuno, dopo il quale le invitò a cospargersi il capo di cenere e a prostrarsi con lei davanti al tabernacolo.
La mattina del 22 giugno un forte temporale portò lo scompiglio nell’accampamento degli assedianti, costringendoli ad una nuova fuga.
Santa Chiara difese Cristo, il monastero, la sua città con l’arma della Fede e con il Corpo di Nostro Signore.
Catturata a Cristo grazie a san Francesco, abbandonò tutte le offerte terrene per vivere con sorella Povertà e unirsi al Crocifisso per guadagnare la salvezza di molti.
Votata unicamente a Dio, si lasciò guidare da un’unica ricchezza, la Trinità, e non ebbe stima per nessun’altra religione che non fosse quella cattolica.
Mic
Nessun commento:
Posta un commento