martedì 19 aprile 2016

Il silenzio e il male

 




 

di fra Emiliano Antenucci

Credo fermamente per esperienza che il Silenzio sia uno dei più grandi esorcismi contro Satana. Il diavolo genera caos, casino, confusione, disperazione, urlo, rumore, bruttezza, paura invece i frutti del Silenzio in Dio creano ordine, bellezza, armonia, pace, forza, stabilità, gioia e amore.

Come scrive sant’Alberto Magno: “Il silenzio raccoglie il cuore, rasserena le coscienze, dispone alle visite della grazia divina. Chi non sa tacere è facilmente vinto dal nemico”. Lo scopo del “maestro dei rumori” è quello di essere il ladro dei doni del Risorto, cioè della pace e della gioia del cuore. Nella vita cristiana attuale è importante riprendere il concetto fondamentale del “combattimento spirituale”, questo ci fa essere più svegli, vigilanti e mai arrivati umanamente o superbi spiritualmente. Il “combattimento spirituale” non è esteriore verso persone, situazioni della vita, nemici immaginari che ci fanno entrare nel complesso del vittimismo, ma il combattimento è interiore come ci descrive san Paolo. Il silenzio è la quiete dei rumori (San Bernardo) e ci ridona la “santa innocenza” che abbiamo ricevuto nel battesimo in cui siamo stati immersi nella morte e nella resurrezione di Gesù Cristo e rinati a vita nuova. Il diavolo ci deconcentra, ci stanca mentalmente, ci disturba nel sonno e nelle cose che facciamo, invece il silenzio aiuta la concentrazione, dona energia alla nostra mente ed è una vera e propria terapia che pacifica tutta la nostra personalità.

Sono tre le strategie del “disturbatore infernale” che usa sulla nostra psiche:

LA DISPERAZIONE O LA SFIDUCIA VERSO DIO

LA PRESUNZIONE

IL BLOCCO NEL FARE IL BENE


Scrive padre Pio al suo direttore spirituale: “L’altra notte la passai malissimo, quel “cosaccio” (cioè il diavolo) da verso le dieci che mi misi a letto, fino alle cinque della mattina non fece altro che picchiarmi continuamente. Molte furono le diaboliche suggestioni, che mi poneva davanti alla mente; pensieri di disperazione, di sfiducia verso Dio… Credevo proprio che quella fosse propriamente l’ultima notte della mia esistenza” (Epist. I, 28 giugno 1912). L’ esperienza di san Pio da Pietrelcina ci indica le frasi di vessazioni del “nemico della gioia degli uomini”: “Tu non vali niente”, “Tu sei solo al mondo e sei abbandonato”, “Buttati dalla finestra, dal ponte, dal pozzo… perché nessuno ti ama, nemmeno Dio”. Questa sensazione di “silenzio eterno” ci distrugge e ci “martella la testa” con pensieri negativi di morte, di suicidio, di abbandono, di solitudine e di desolazione profonda.

Scrive Doroteo di Gaza negli insegnamenti spirituali: “Quando infatti il diavolo vede che uno non vuol peccare, non è mica tanto ingenuo nel fare del male da suggerirgli subito così direttamente un peccato evidente. Non gli dice: “Vattene a fornicare”, oppure: “Vattene a rubare”, perché sa che queste cose non vogliamo farle e non si azzarda a dirci quel che non vogliamo; ma trova, come ho detto, che noi abbiamo una volontà propria o una presunzione di aver ragione, e per mezzo di esse, sotto pretesti ragionevoli, ci danneggia. Ecco perché è ancora scritto: “Il maligno opera il male quando mette in mezzo la presunzione di aver ragione” (Prov 11,15). Il maligno è il diavolo, e fa il male quando mette in mezzo la presunzione, cioè la nostra presunzione. E’ allora che ha più forza, che nuoce di più, che agisce di più. Quando infatti ci attacchiamo alla nostra volontà e ci fondiamo sulle nostre presunzioni, proprio allora, credendo di fare una bella cosa, tendiamo insidie a noi stessi, ci perdiamo e non sappiamo nemmeno come. E come possiamo conoscere la volontà di Dio o cercarla veramente, se confidiamo in noi stessi e ci attacchiamo alla volontà propria? Per questo l’abbas Poimen diceva: “La volontà è un muro di bronzo che si frappone tra l’uomo e Dio. Vedete il significato del detto. E ancora aggiungeva: E’ una roccia respingente, come a dire: che si oppone, che si scontra con la volontà di Dio. [...] Ecco perché il nemico “odia la parola di sicurezza” (Prov 11,15): perché vuole sempre la nostra rovina. Ecco perché ama quelli che si fondano su sé stessi: perché collaborano col diavolo, tendendosi insidie da soli. Io non conosco altro motivo di caduta per un monaco se non perché si fida del proprio cuore. Certuni dicono: “L’uomo cade per questo o questo motivo”. Io invece, come ho detto, non conosco che per nessuno ci sia altro motivo di caduta se non questo. Hai visto qualcuno caduto? Sappi che si fondava su se stesso. Niente è più grave che fondarsi su sé stessi, nulla è più rovinoso di questo. Dio mi ha protetto e ho sempre temuto questo pericolo. [...] Studiatevi anche voi di porre domande, fratelli, e di non fondarvi su voi stessi: imparate quale mancanza di preoccupazioni procura questa cosa, quale gioia, quale tranquillità. [...] Questo ve l’ho detto, fratelli, perché volevo spiegarvi quanto grande riposo e mancanza di preoccupazioni, accompagnata da ogni sicurezza, dia il non fondarsi su sé stessi, ma l’affidare le proprie cose a Dio e a quelli che, dopo Dio, possono farci da guida; imparate dunque anche voi a far domande, fratelli, imparate a non fondarvi su voi stessi: è una cosa bella, è umiltà, è serenità è gioia. Che bisogno c’è di tormentarsi inutilmente? Non è possibile salvarsi altrimenti che così (Doroteo, Insegnamenti spirituali, V, Doroteo di Gaza, Insegnamenti spirituali. Traduzione, introduzione e note a cura di Maurizio Paparozzi, Roma, Città Nuova, 1979 (Collana di Testi Patristici, 21), pp. 106-107, 110, 111, 113).

La “superbia spirituale” è un vizio di chi si sente “avanzato” nella vita spirituale, ma l’inganno sta già nel “sapere tutto” e nel “conoscere tutto” su Dio e sulle strategie del nemico. Ogni giorno della nostra vita siamo sempre al primo giorno di scuola nell’ascolto umile della “cattedra” luminosa della croce quotidiana. L’umiltà è la medicina fondamentale contro l’influenza della vanità, dell’orgoglio e del “successo” nel servizio di Dio.

“Il diavolo è colui che ti distrae dalla Parola di Dio e ti blocca nel fare il bene”. Sembrerebbe la risposta di un grande esorcista, ma è la risposta che mi ha fatto un bambino di 9 anni alla domanda: “Chi è per te il diavolo?”. L’antico avversario ci distrae dalle persone fondamentali della nostra vita, dalle cose essenziali e ci blocca nel compiere il bene che l’urgenza dell’Amore di Dio ci chiama a fare. Il diavolo chiude le porte, ma la Madonna apre i portoni. Ci blocca, ci spaventa, ci scoraggia, ma il “principe di questo mondo” non riesce a vincere, perché è già stato sconfitto sulla Croce e poi c’è Maria che è la Condottiera, la Regina delle Vittorie che ci mette il tocco finale per vincere la battaglia. La “preghiera silenziosa” ci fa evitare una preghiera rumorosa e parolaia” che diventa alle volte più una lode all’io che una lode a Dio. L’adorazione silenziosa ci chiude gli occhi al mondo, la bocca alle parole inutili e ci apre il cuore alla guarigione, alla liberazione, alla pace profonda e alla riconciliazione di tutta la nostra vita davanti allo “specchio” di Cristo Gesù nell’Eucarestia.

Concludo con due grandi mistiche che scrivono:

Prima di volarmene al cielo, cara piccola suor Maria Odilia, voglio inviarti una parolina della mia anima, perché ci tengo a te e che tu sappia che nella casa del Padre pregherò molto per te. Ti do appuntamento nel Focolare d’amore; è lì che passerò la mia eternità e tu puoi già iniziarla quaggiù. Cara sorella, sarò gelosa della bellezza della tua anima, perché, tu lo sai, il mio cuoricino ti ama molto e, quando si ama, si desidera il bene dell’essere amato. Mi sembra che in cielo la mia missione sarà quella di attirare le anime aiutandole a uscire da se stesse per aderire a Dio con un moto tutto semplice e innamorato e di conservarle in questo grande silenzio interiore che permette a Dio di imprimersi in esse, di trasformarle in lui stesso. (Testamento “ultraterreno” di santa Elisabetta della Trinità che in una lettera pochi giorni prima di morire scrive ad una sua consorella, pag.563-564, Opere complete, B. Elisabetta della Trinità, San Paolo, 1993 ultima edizione 2008, Cinisello Balsamo(Mi) tot. Pag797)

Il silenzio è una spada nella lotta spirituale; non raggiungerà mai la santità un’anima ciarliera. Questa spada del silenzio reciderà nettamente tutto ciò che volesse attaccarsi all’anima. Siamo sensibili alle parole ed intendiamo rispondere subito con sensibilità, e non consideriamo se sia volontà di Dio che noi rispondiamo. L’anima silenziosa è forte; nessuna avversità le reca danno, se persevera nel silenzio. L’anima silenziosa è idonea alla più profonda unione con Dio; essa vive quasi di continuo sotto il soffio dello Spirito Santo. In un’anima silenziosa Iddio opera senza impedimenti. O mio Gesù, Tu sai, Tu solo sai bene che il mio cuore non conosce altro amore all’infuori di Te. Tutto il mio amore verginale è annegato in Te, o Gesù, per l’eternità. Sento bene come il Tuo Sangue Divino circola nel mio cuore; non c’è alcun dubbio che col Tuo Sangue Preziosissimo è entrato nel mio cuore il Tuo purissimo amore. Sento che dimori in me col Padre e lo Spirito Santo, o meglio sento che io vivo in Te, o Dio inimmaginabile. Sento che mi sciolgo in Te come una goccia nell’oceano. Sento che sei all’esterno e nelle mie viscere; sento che sei in tutto ciò che mi circonda, in tutto ciò che mi capita. O Dio mio, Ti ho conosciuto nell’intimo del mio cuore e Ti ho amato sopra ogni cosa, sopra qualunque cosa esista in terra o in cielo. (pag.128, VENERDI 13.IX.1935, Dal Diario di santa Faustina Kowalska.)

Il silenzio di Maria è umiltà, obbedienza, purezza, ma è soprattutto la virtù fondamentale dell’ “Immacolatezza” che rende la Madonna principale nemica contro Satana. La Parola di Gesù e il Silenzio di Maria sconfiggono le tenebre e ci fanno pregustare il Paradiso qui e ora sulla terra.



Articolo di Tracce aprile 2016








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