Sarà presentato fra breve a Roma il nuovo libro di Don Nicola Bux, Con i sacramenti non si scherza (Cantagalli, 2016), che fa seguito, dopo quasi sei anni, al notissimo Come andare a Messa e non perdere la fede (Piemme, 2010). Come tutti ricordano, il libro del 2010 ebbe un successo editoriale particolarmente significativo, e lanciò tra il grande pubblico un convincente grido di allarme circa la grave perdita di consapevolezza liturgica dilagante nella Chiesa, facendone prendere intelligenza a molti, laici ma anche sacerdoti, e dimostrando in termini accessibili ad ogni lettore la verità della notissima convinzione del cardinal Ratzinger: «la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal crollo della liturgia».
Non stupisce affatto, dunque, che il libro di Don Bux, pur non essendo specificamente dedicato alla liturgia tradizionale, avesse trovato allora un’accoglienza particolarmente favorevole tra i fedeli legati alla Messa antica; Messa che Don Bux ama sinceramente, celebra spesso e diffonde con passione. D’altra parte, i fedeli del Populus Summorum Pontificum sanno bene, per diretta esperienza, che la liturgia tradizionale è il solo rimedio dimostratosi davvero efficace per contrastare le innumerevoli derive liturgico-teologiche che non lasciano indenni quasi nessuna parrocchia e nessuna celebrazione.
Con questo suo nuovo lavoro, Don Bux giunge ad arricchire ulteriormente la sua denuncia del grave male liturgico che colpisce oggi la chiesa, e che possiamo comprendere, come ci ricorda l’autore, attraverso le parole di Isaia, citate espressamente da Gesù: «questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me e il culto che mi rendono è un imparaticcio di usi umani» (Is 29,13 in Mc 7,6-7).
Non si tratta, naturalmente, di una denuncia fine a se stessa: lo zelo amaro è quanto di più lontano non solo dagli intenti di Don Bux come autore, ma, soprattutto, dalla sua personalità e dalla carità sacerdotale che lo contraddistingue. Egli è un eccellente diagnosta, e sappiamo tutti come la buona diagnosi sia la premessa ineludibile della cura di ogni malattia, e, quindi, anche delle malattie, spirituali prima ancora che liturgiche, che affliggono la Chiesa. Gli scritti di Don Bux, infatti, indicano anche un indirizzo terapeutico: se per tanti versi ed a tanti pastori sembra oggi indispensabile una Chiesa in uscita, bisogna prestare anche grande attenzione a chi spera, prega e, con l’aiuto del Signore, si adopera perché la Chiesa prima di tutto rientri in se stessa.
Con i sacramenti non si scherza, che si avvale dell’introduzione di Vittorio Messori, sarà presentato mercoledì 6 aprile, alle h. 17,30, presso l’Hotel Columbus, in via della Conciliazione 33, a Roma. Interverranno S. E. Rev.ma il Signor Cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, S. E. Rev.ma il Signor Cardinale Raymond Leo Burke, Cardinale Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, e il Dott. Ettore Gotti Tedeschi, che discuteranno del libro con i giornalisti Paolo Rodari, de La Repubblica, e Guillaume Ferluc, di Paix Liturgique (nonché, ci piace ricordarlo, stretto collaboratore del CNSP e Segretario Generale del CISP, che organizza ogni anno il grande pellegrinaggio internazionale a Roma del Populus Summorum Pontificum). L’incontro sarà moderato da Jacopo Coghe, di “Generazione Famiglia”.
Il libro di Don Bux sarà presentato anche a Lecce, sabato 2 aprile, alle h. 18,30, presso il Monastero delle Benedettine (via delle Benedettine), con l’intervento del Procuratore della Repubblica di Crotone, Cons. Giuseppe Capoccia, Delegato Generale del Coetus Internationalis Summorum Pontificum, e Coordinatore del CNSP, di cui è Promotore Regionale per una vasta area del Sud Italia, e dell’Avv. Giannicola D’Amico, del Foro di Bari.
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