Dittatura totalitaria nei Francescani dell’Immacolata: il commissario pontificio ha sospeso illegalmente e senza giusto processo sei frati, che hanno chiesto asilo.
La vicenda dei Francescani dell’Immacolata è arrivata al punto in cui il Commissario Fidenzio Volpi, responsabile del disastro, mena come il gigante Polifemo colpi all’impazzata, al di fuori da ogni regola del Diritto Canonico, del buon senso, della semplice carità e perfino della logica umana. Rorate Caeli ha appreso che Padre Volpi ha infatti sospeso “a divinis” sei frati (i cui nomi vengono omessi a loro tutela), attualmente sotto la protezione di Vescovi al di fuori dall’Italia, Vescovi che li hanno accolti in attesa della dispensa dai loro voti da parte della Congregazione per i Religiosi.
La causa dell’incredibile, violenta censura ecclesiastica sta, in realtà, nella volontà di lasciare il loro Istituto. Incredibile, perché la prassi, confermata da una lunghissima tradizione canonica, prevede che una sospensione “a divinis” sia una pena da comminarsi solo per una grave trasgressione e soprattutto dopo un normale processo con diritto alla difesa e solo dopo due ammonizioni, inviate dopo un certo lasso di tempo l’una dall’altra. Il Commissario Volpi invece ha simultaneamente comunicato ai Frati le ammonizioni e la sospensione, spedendo tre lettere in contemporanea, così prive della regolarità formale richiesta. Il “crimine” commesso è il fatto che questi frati siano fuori dal loro convento, ciò che li porta fuori dalla giurisdizione di Volpi e quindi ciò si configurerebbe come un atto di disobbedienza al Papa. Li si è considerati perciò come se fossero scismatici…!
Assieme al buon senso è stato completamente calpestato il diritto canonico. La ragione per cui questi Frati e molti altri Frati hanno lasciato il convento, in primo luogo per trovare rifugio presso Vescovi ragionevoli e comprensivi, è che all’interno dell’Istituto l’atmosfera è divenuta per loro intollerabile e soffocante, con ricadute estremamente gravi sulle loro condizioni fisiche e psichiche. Per salvare la loro vocazione e non perdere del tutto la fede, essi hanno deciso di chiedere la dispensa dai voti religiosi che li legano al Commissario e di chiedere ad alcuni Vescovi di incardinarli come semplici sacerdoti nelle loro Diocesi.
Numerosi sono i Vescovi che in Europa, in Asia e in Africa hanno accolto queste legittime richieste, del resto all’ordine del giorno. La Congregazione dei Religiosi concede ogni anno, in tempi celerissimi, migliaia di dispense a religiosi e religiose che, per motivi diversi vogliano lasciare i loro Istituti.
I Francescani dell’Immacolata costituiscono il primo caso in cui, violentando la coscienza dei frati, si impedisce loro totalmente e collettivamente di lasciare l’Istituto, obbligandoli a vivere in un’atmosfera pesantemente repressiva. Il Frate, assistente e braccio destro di Volpi, impegnato a dirigere queste manovre con la consulenza di un certo Professore, ha dichiarato che, per volontà del Papa, la Congregazione non darà alcuna dispensa per tre anni.
E’ davvero possibile che sia questo ciò che Francesco intende parlando di «misericordia»? Padre Bruno e padre Volpi dovrebbero chiedersi perché così tanti Frati vogliano lasciare l’Istituto. Per la prima volta nella storia dell’Istituto quest’anno non c’è alcun novizio. I seminaristi sono solo una ventina, qualche italiano e quasi tutti stranieri, africani. Cresce ogni giorno invece il numero di coloro che richiedono la dispensa. Possono essere trattenuti a forza? Perché costringerli a scegliere tra restare oppure abbandonare totalmente la vita religiosa (e quindi anche il sacerdozio)?
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Quando Clemente XIV soppresse i Gesuiti, si mosse in modo molto più indulgente, e, nonostante la severità verso l’Ordine e l’ingiustizia del provvedimento, non mancò di carità verso i singoli sacerdoti, opportunamente collocati in altri contesti, ove potessero essere ancora utili alla Chiesa (di solito rendendoli preti diocesani). Ma in questo momento storico non v’è una Caterina la Grande, ostinatamente riluttante a conformarsi agli ordini esterni e pronta a proteggere i sacerdoti innocenti dagli abusi, come i Gesuiti di Polonia. Tanto per un aggiornamento circa la modernità ed il rispetto dei «diritti di coscienza» nella Chiesa del post-Vaticano II: il pur debole Papa Ganganelli, desideroso di compiacere i governanti del mondo ed il “Despota illuminato” russo-tedesco si dimostrò molto più ragionevole dei prelati «misericordiosi» dell’età presente! Se solo i frati Francescani dell’Immacolata fossero insomma stati disciolti come anticamente lo furono i Gesuiti! Ormai siamo al punto d’anelare alla misericordia di Clemente XIV!
Sicuramente non può esser vero che Papa Francesco sia consapevole del cuore indurito con cui si muove il Commissario Volpi, indurito come quello del Faraone, non disposto ad ascoltare ciò che chiede la voce della vera misericordia. «Lasciate andare la mia gente!». Sicuramente il Papa non può esserne a conoscenza. Sicuramente.
Chiesa e postconcilio 2 set 14
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