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Luigi Negri: «I margini di libertà sono in progressiva riduzione nel nostro Paese, contrariamente al dettato costituzionale che mette la libertà personale e sociale a fondamento dell’intero ordinamento democratico»
In ordine alle manifestazioni del 5 ottobre che in molte città italiane hanno visto le Sentinelle in piedi essere fatte oggetto di attacchi e di percosse mentre manifestavano silenziosamente e dignitosamente per il grande valore della vita e della libertà umana, l’Arcivescovo di Ferrara – Comacchio S. E. Mons. Luigi Negri ha fatto la seguente dichiarazione:
«È una vicenda triste ma largamente anticipata. Per oltre cinquant’anni questi facinorosi, che percuotono gli altri accusandoli di essere fascisti, me li sono visti davanti in tutti gli ambiti in cui la vita professionale e pastorale mi ha posto, soprattutto le scuole e le università, dove ho tentato – credo in modo positivo – di aiutare migliaia di giovani a recuperare la propria identità cattolica e a vivere una presenza cristiana nell’ambiente animata dalla verità della fede e da una grande capacità di carità e di incontro con gli uomini.
Mi sono sempre riconosciuto nel brano della Centesimus Annus in cui San Giovanni Paolo II afferma che quando la Chiesa lavora per la libertà non lo fa solo per se stessa ma per tutti gli uomini, i popoli e le nazioni. Questi margini di libertà sono evidentemente in progressiva riduzione nel nostro Paese, contrariamente al dettato costituzionale che mette la libertà personale e sociale a fondamento dell’intero ordinamento democratico.
Molti, a partire dalle Istituzioni, devono riflettere su questo degrado che oggi vede una sempre maggiore difficoltà della libertà ad essere praticata sull’intero territorio nazionale. E lo stesso devono fare certi organi di stampa, perché questa notizia è stata evidentemente e volutamente eliminata da molti. Quella stessa stampa che ci satura di informazioni sulle partite di calcio e di dettagli sulle effusioni dei personaggi dello spettacolo e della politica.
L’Arcivescovo ritiene che il popolo cattolico debba restare saldo nella sua adesione ai principi della dottrina sociale della Chiesa e disponibile ad una presenza nella vita della società che dimostri come l’amore alla propria libertà può divenire lavoro, fatica e sofferenza affinché questa stessa libertà non venga tolta o ridotta a nessuno.
Chi, nel mondo cattolico, sta lavorando ad una progressiva riduzione dell’esperienza cristiana a spiritualismo soggettivista e privato, eliminando ogni tensione alla presenza dei cattolici nella vita culturale e sociale, forse dovrebbe sapere che sta assumendosi una gravissima responsabilità di collusione nei confronti di questa situazione. Si tratta di una responsabilità che ciascuno porterà davanti alla propria coscienza e davanti al Signore Gesù Cristo».
Contestate le Sentinelle in piedi in diverse piazze italiane. Insulti, sputi e bestemmie. Ora dite voi chi sono i violenti
Tempi.it ottobre 6, 2014 Redazione
Cosa è successo ieri a Bologna, Torino, Aosta, Rovereto. Città per città, la difficile giornata dei veilleurs italiani
Il ritrovo delle Sentinelle in piedi di ieri in cento piazze italiane ha subito contestazioni e aggressioni in diverse città. Le sentinelle, il movimento apartitico e aconfessionale che contesta civilmente e democraticamente il ddl Scalfarotto sull’omofobia, ha svolto le proprie veglie secondo la consueta modalità, pacifica e ordinata, ma questo ha provocato la reazione di alcuni contromanifestanti organizzatisi al solo fine di disturbare l’evento. Eugenia Roccella, parlamentare di Ncd, ha annunciato che presenterà un’interrogazione parlamentare su «un attacco vergognoso, oltretutto pianificato e organizzato».
BOLOGNA. A Bologna (cui si riferisce il video qui sotto di Radio Città del Capo) durissima contestazione da esponenti delle associazioni Agedo Bologna, Arcigay “Il Cassero”, ArciLesbica Bologna, Boga Sport, Bugs Bologna, Famiglie Arcobaleno Emilia Romagna, Komos – Coro Gay di Bologna, Migrabo Lgbt, Mit, sostenute anche da esponenti dell’Aula C e del Tpo. Le Sentinelle (un centinaio) sono state costrette a cambiare piazza e a trasferirsi da piazza San Francesco a Piazza Galvani, dove, accerchiate dai contestatori, hanno proseguito faticosamente la loro veglia, protette dalle forze dell’ordine. Infiniti gli insulti («merde!», «puttane!», «andate a scopare!») e gli sputi contro i veilleurs italiani. Lanci di oggetti e bottiglie hanno rischiato di colpire anche alcuni bambini (che sono stati fatti immediatamente allontanare).
Ci sono state cariche delle polizia contro i contromanifestanti e scontri tra i contestatori e alcuni militanti di Forza Nuova. Le Sentinelle hanno cercato di terminare la manifestazione, pur in un clima difficile, bersagliati da bestemmie e insulti di ogni tipo. Il portavoce ha raccontato che «circa ottanta persone non hanno potuto raggiungere la piazza per il caos, mentre molte famiglie con bambini sono state costrette a uscire. Una mamma che spingeva una carrozzina con un bambino di un anno è stata coperta di insulti e sputi: questo è il fatto che più di tutti ci ha addolorato».
Il clima, in piazza Carignano, a Torino, è stato da subito pesante, anche per efetto della mobilitazione che le associazioni minori del mondo gay e l’extrasinistra avevano lanciato da giorni. Dapprima alcuni contromanifestanti (di una manifestazione, giova ricordarlo, non autorizzata: la piazza era stata concessa ufficialmente alle Sentinelle) hanno cercato di accostarsi alle Sentinelle con cartellli e con l’obiettivo di scimmittare la veglia con la lettura di fumetti. Quando la Polizia li ha allontanati, civilmente, sono come da copione partite le pesanti contestazioni. Senza che dal fronte delle Sentinelle si registrasse reazioni. Alcuni partecipanti alle Sentinelle, particolarmente scossi dal clima, hanno ceduto alle lacrime (rassicurati dagli agenti: «Non sanno più cosa dire, per questo vi insultano»). Va fatto rilevare che, dal fronte delle Sentinelle, protagonista l’ex consigliere regionale Giampiero Leo, s’è tentato una mediazione, anche aprendo a possibili momenti di confronto pubblico, la risposta della contromanifestazione è stato l’insulto e la delegittimazione. Pesanti le parole contro le Sentinelle, dall’invito «a tornare nelle vostre chiese vuote» fino all’accusa di essere «omofobi responsabili della cultura d’odio che porta ai suicidi di tanti ragazzi». Un paio di minuti prima dello scoccare dell’ora di veglia, intelligentemente, la polizia ha consentito a quanti premevano contro le transenne (ci sono stati diversi tentativi di sfondarle) potessero mettere in scena la “riconquista della piazza” con tanto di sventolie di bandiere arcobaleno e bandiere di Rifondazione Comunista. Il “Torino Pride”, il cartello che raccoglie le principali organizzazioni lgbt subalpine, si è dissociata dalla contromanifestazione, con parole forse più gravi, per quanto felpate: «Gli intenti delle Sentinelle sono discriminatori, ma non abbiamo voluto essere presenti per non riconoscerli come antagonisti. L’omofobia non deve avere più cittadinanza in Italia» (Marco Margrita).
Ad Aosta, la veglia è stata disturbata da un flash mob di diverse associazioni arcobaleno (Arcigay, Flc-Cgil, “L’altra Valle d’Aosta”, Rifondazione comunista, ”Dora”, ”Arci VdA”,”Articolo 3′′ e ”Comitato si può fare”). Come raccontano le cronache locali, «l’immagine, per chi attraversava piazza Chanoux, ha destato un po’ di sconcerto, da una parte le silenziose “Sentinelle” dall’altra gli attivisti che, animati da Francesco Lucat, segretario della Federazione della sinistra della Valle d’Aosta, “cantavano” canzoni partigiane, ma anche di Raffaella Carrà, di Rino Gaetano e Fabrizio De Andrè, facevano i girotondi, si sdraiavano per terra per poi baciarsi ed abbracciarsi collettivamente.
Un’attivista, con la scusa di fotografare le “Sentinelle”, ha poi cercato di superare il limite imposto ed è stata fermata dal commissario capo della Polizia di Aosta Donato Marano, che era in borghese: la donna si è messa ad urlare, asserendo di essere stata minacciata e strattonata, ed ha rifiutato di dargli un documento per essere identificata. Gli attivisti si sono quindi avvicinati tutti insieme verso le Forze dell’ordine arrivando così a pochi metri dalle “Sentinelle”, rimaste imperturbabili: alla fine, di fronte alla prospettiva di essere accompagnata in Questura per l’identificazione, la donna ha tirato fuori la sua carta d’identità, mentre gli altri manifestanti di sinistra hanno iniziato a discutere con Marano, mentre una bimba piccola che, giocando con un palloncino, ha superato la barriera ed è finita a giocare proprio in mezzo alle “Sentinelle”. Un secondo tentativo di superare la barriera, da parte di alcuni attivisti, c’è stato quando uno dei manifestanti delle “Sentinelle” ha accusato un malore: in piazza è arrivata un’ambulanza del “118′′ ma l’uomo, ripresosi, si è poi seduto insieme ai soccorritori. Durante il discorso finale delle “Sentinelle” gli attivisti hanno fischiato e fatto applausi di scherno ma sono stati mantenuti comunque a distanza da parte di Polizia e Carabinieri e non si sono così verificati scontri: ”beh, un po’ di casino lo abbiamo fatto, no?” hanno detto due manifestanti mentre lasciavano la piazza».
A Rovereto un gruppo di anarchici ha intimato alle Sentinelle di abbandonare la piazza, nonostante queste ultime avessero l’autorizzazione della questura. Dopo insulti, spintoni, minacce, lanci di uova, gli aggressori hanno rovinato il materiale con cui le sentinelle sono solite spiegare le ragioni della loro iniziativa. La polizia, arrivata solo in un secondo momento, ha potuto solo constatare i danni causati dagli aggressori. Due persone, tra cui un sacerdote, sono state condotte in ospedale dopo le aggressioni per il setto nasale fratturato.
Un folto numero di persone dei centri sociali e dell’arcigay (foto sopra) ha pesantemente e continuamente disturbato il regolare svolgersi della veglia. Mentre le sentinelle vegliavano
leggendo un libro in silenzio, molti giovani si sono inseriti tra loro, disturbando la lettura, anche con cani, insultando e deridendo i veglianti, mimando scene erotiche, e creando capannelli. Un fumogeno, poi spostato dalle forze dell’ordine, è stato lanciato contro il bastone di una persona invalida che partecipava alla veglia. Una parte dell’area coperta dalle sentinelle è stata completamente invasa dai contromanifestanti. Anche in quella zona, sebbene attorniati, i partecipanti sono rimasti impassibili, senza rispondere alle provocazioni. Tutta la veglia si è svolta tra cori e rumore. Al termine, il saluto finale del portavoce è stato nuovamente coperto di cori e grida. Vari adesivi LGBT sono stati applicati sul banner manifesto delle Sentinelle, che poi è stato rotto.
PISA. A Pisa la manifestazione è stata interrotta dalla Digos dopo 35 minuti. Appena iniziata la veglia, infatti, un gruppo di contestatori, probabilmente appartenenti ai centri sociali, hanno cominciato ha urlare slogan, insulti e bestemmie contro le Sentinelle che sono state “accerchiate” dai manifestanti mentre le forze dell’ordine, anziché intervenire, hanno chiesto alle Sentinelle di lasciare la piazza.
NAPOLI, MILANO, TRIESTE. A Napoli, insulti, spintoni, urla, lanci di uova. È dovuta intervenire la polizia per placare gli animi. Anche a Milano e Trieste le contestazioni sono state pesanti con insulti e minacce di ogni tipo.
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