Redazione
Riportiamo ampi stralci dell’intervista a papa Bergoglio pubblicata oggi dal Corriere della Sera. Famiglia, matrimoni gay, povertà, Benedetto XVI e ruolo della donna tra i temi affrontati
«Sigmund Freud diceva, se non sbaglio, che in ogni idealizzazione c’è una aggressione. Dipingere il Papa come una sorta di superman, una specie di star, mi pare offensivo. Il Papa è una persona normale». Così papa Francesco afferma in un’intervista al direttore Ferruccio de Bortoli pubblicata oggi sul Corriere della Sera. Ne riportiamo alcuni stralci.
BENEDETTO XVI. «Il Papa emerito non è una statua in un museo. È un’istituzione. Non eravamo abituati. Sessanta o settant’anni fa, il vescovo emerito non esisteva. Venne dopo il Concilio. Oggi è un’istituzione. La stessa cosa deve accadere per il Papa emerito, Benedetto è il primo e forse ce ne saranno altri. Non lo sappiamo. Lui è discreto, umile, non vuole disturbare. Ne abbiamo parlato e abbiamo deciso insieme che sarebbe stato meglio che vedesse gente, uscisse e partecipasse alla vita della Chiesa. (…). La sua saggezza è un dono di Dio».
MISERICORDIA. «È il centro del Vangelo. Altrimenti non si capisce Gesù Cristo, la tenerezza del Padre che lo manda ad ascoltarci, a guarirci, a salvarci».
MARXISMO. «Non ho mai condiviso l’ideologia marxista, perché non è vera, ma ho conosciuto tante brave persone che professavano il marxismo».
POVERI. «Il Vangelo condanna il culto del benessere. Il pauperismo è una delle interpretazioni critiche. (…) San Francesco ha avuto la genialità di collocare il tema della povertà nel cammino evangelico. (…) La povertà allontana dall’idolatria, apre le porte alla Provvidenza. Zaccheo devolve metà della sua ricchezza ai poveri. E a chi tiene i granai pieni del proprio egoismo, il Signore, alla fine, presenta il conto».
FAMIGLIA. «Si è scelto di discutere della famiglia che attraversa una crisi molto seria. È difficile formarla. I giovani si sposano poco. Vi sono molte famiglie separate nelle quali il progetto di vita comune è fallito. I figli soffrono molto. Noi dobbiamo dare una risposta. Ma per questo bisogna riflettere molto in profondità. È quello che il Concistoro e il Sinodo stanno facendo. Bisogna evitare di restare alla superficie. La tentazione di risolvere ogni problema con la casistica è un errore, una semplificazione di cose profonde, come facevano i farisei, una teologia molto superficiale».
VALORI E UNIONI CIVILI. «Non ho mai compreso l’espressione valori non negoziabili. I valori sono valori e basta. Per cui non capisco in che senso vi possano essere valori negoziabili. (…) Il matrimonio è fra un uomo e una donna. Gli Stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolare diverse situazioni di convivenza, spinti dall’esigenza di regolare aspetti economici fra le persone. (…) Si tratta di patti di convivenza di varia natura, di cui non saprei elencare le diverse forme. Bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà».
DONNA. «È vero che la donna può e deve essere più presente nei luoghi di decisione della Chiesa. Ma questa io la chiamerei una promozione di tipo funzionale. Solo così non si fa tanta strada. (…) Il grande teologo Urs von Balthasar lavorò molto su questo tema: il principio mariano guida la Chiesa accanto a quello petrino. La vergine Maria è più importante di qualsiasi vescovo e di qualsiasi apostolo. L’approfondimento teologale è in corso».
HUMANAE VITAE. «La sua genialità fu profetica, ebbe il coraggio di schierarsi contro la maggioranza, di difendere la disciplina morale, di esercitare un freno culturale, di opporsi al neo-malthusianesimo presente e futuro. La questione non è quella di cambiare la dottrina, ma di andare in profondità e far sì che la pastorale tenga conto delle situazioni e di ciò che per le persone è possibile fare».
STATO VEGETATIVO. «Io non sono uno specialista negli argomenti bioetici. E temo che ogni mia frase possa essere equivocata. La dottrina tradizionale della Chiesa dice che nessuno è obbligato a usare mezzi straordinari quando si sa che è in una fase terminale. Nella mia pastorale, in questi casi, ho sempre consigliato le cure palliative. In casi più specifici è bene ricorrere, se necessario, al consiglio degli specialisti».
ORTODOSSI. «Siamo tutti impazienti di ottenere risultati “chiusi”. Ma la strada dell’unità con gli ortodossi vuol dire soprattutto camminare e lavorare insieme».
FILM. «L’ultimo film che ho visto è stato La vita è bella di Benigni. E prima avevo rivisto La Strada di Fellini. Un capolavoro. Mi piaceva anche Wajda…».
Tempi.it
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