giovedì 15 dicembre 2011

Nel saggio di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro le contraddizioni dei cattolici dopo il Concilio Vaticano II





di Rodolfo Lorenzoni




Questo libro racconta di una bella addormentata, ma non è un libro di favole.
Perché la bella addormentata esiste davvero, da circa duemila anni, e si chiama Chiesa Cattolica Apostolica Romana.

D'altra parte è stato proprio un Papa, per la precisione Paolo VI, a dire: "Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa; è venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza".

Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro non hanno fatto altro che prendere sul serio le parole di un Pontefice e agire di conseguenza, esaminando cause ed accadimenti delle difficoltà che la Chiesa sta attraversando in questo tempo.

Ne è risultato un agile volume che non ha niente di pessimistico, fin dal suo sottotitolo: "Perché dopo il Vaticano II la Chiesa è entrata in crisi, perché si risveglierà". Gli autori, per loro stessa ammissione, sono infatti innamorati della Chiesa in quanto sposa di Cristo, e sanno quindi che nel corso dei secoli essa ha patito ben altri turbamenti, senza mai cedere o darsi per sconfitta.

Ma che cosa vedono Gnocchi e Palmaro nella Chiesa del Terzo Millennio? Quel che vedono tutti, probabilmente. E che si evince, ad esempio, dallo sconsolato racconto di un prete: alcuni confratelli gli nascondono il crocifisso per non farglielo collocare sull'altare durante la messa.

Fatto comico, se non fosse a suo modo tragico. In centinaia di parrocchie ci si esercita in chiacchiere, assemblee, comitati, adoperandosi in attività ricreative ed educative di ogni genere, ma l'unico, vero scopo di "tutta la baracca", ossia Gesù, finisce in soffitta come fosse un inutilizzabile ferrovecchio. E ciò persino in occasione della celebrazione liturgica, ovvero nel momento in cui la centralità di Cristo è in tutta evidenza un fattore irrinunciabile, costitutivo.

Non è cosa da poco, e vale la pena di chiedersi: perché? "La prassi ruba la scena all'ortodossia. Concetti come 'aggiornamento' e 'segni dei tempi' diventano le nuove parole d'ordine, necessarie ad alimentare questo primato della prassi sulla dottrina.

Il che comporta un capovolgimento della tradizione, secondo la quale occorre che gli uomini si adattino alle cose sacre e non le cose sacre agli uomini". Se le fondamenta non sono solide, come insegnano al primo esame del primo anno di architettura, il rischio che la casa crolli cresce pericolosamente.

E forse, sembrano suggerire Gnocchi e Palmaro, sarebbe il caso che tale assunto - di carattere squisitamente logico - venisse ulteriormente chiarito anche in qualche parrocchia. "Rubare la scena" non è del resto un'espressione casuale poiché, secondo gli autori, nel processo che ha condotto al torpore della Chiesa rispetto ad alcune sue funzioni capitali, un ruolo non secondario è stato giocato dai mass media e dal loro utilizzo.

Basti pensare al giorno in cui uno smaliziato operatore televisivo venne incontro al disagio di un Giovanni XXIII davanti alle telecamere e disse al Pontefice: "Santità, si inginocchi e faccia finta di pregare".

La sostanza, costituita dal reale raccoglimento nella preghiera, cede qui definitivamente il passo alla rappresentazione, in cui non è importante quel che veramente è, ma solo ciò che appare. Tanto da far implodere il tutto in un grottesco e sacrilego paradosso: chiedere al Papa di rivolgersi a Dio solo per finta. "La dottrina cattolica non viene negata o abrogata, ma semplicemente soppiantata da generiche quanto vaghe e psicoanalitiche esortazioni", scrivono gli autori.

Una vaghezza che ha nuociuto alla tradizione più dell'attacco diretto, infatti la dottrina è come svaporata e al suo posto sono comparsi benevoli e fatalmente impropri suggerimenti: alla fin fine puoi anche prendere la comunione senza confessarti, basta che tu "te lo senta".

L'analisi di Gnocchi e Palmaro in "La Bella Addormentata" resta volutamente confinata all'interno del recinto della Chiesa, ma i travagli descritti nel libro determinano alcune importanti conseguenze sociali.

Infatti un certo disordine interno produce necessariamente un atteggiamento rinunciatario nel confronto con la realtà, lì dove diverse agguerrite "agenzie di socializzazione" sono vigorosamente al loro posto per imporre la propria agenda. Succede allora che in nome del rispetto delle altre religioni - e soprattutto del totem intoccabile della "laicità" - al cattolico venga richiesto di ridurre ai minimi termini la sua stessa identità. E questo affinché siano invece gli altri a poterla esprimere nella massima completezza.

Emblematico il caso di qualche tempo fa: alcuni genitori hanno protestato perché una suora (regolarmente abilitata e avente diritto per graduatoria) era stata assegnata all'insegnamento di materie letterarie in una scuola pubblica.

La dirigente scolastica ha respinto le richieste dei genitori e ha osservato: "Se fosse venuta un'insegnante di altre religioni, i genitori cattolici l'avrebbero accolta con grande disponibilità; non capisco il perché di questo atteggiamento di alcuni nei confronti di suor Annalisa".

Per avere risposta a questo e ad altri simili perché, la lettura del libro di Gnocchi e Palmaro è fortemente consigliata.






© Copyright Il Tempo, 15 dicembre 2011

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