martedì 17 maggio 2011

I Vescovi inglesi recuperano l'astinenza del venerdì



La penitenza identifica i cattolici con Cristo sulla Croce



I Vescovi di Inghilterra e Galles stanno recuperando la pratica di astenersi dalla carne il venerdì, come penitenza per identificarsi con Cristo sulla Croce.

Nelle risoluzioni pubblicate dopo l'assemblea plenaria di primavera, conclusasi giovedì scorso, i Vescovi hanno annunciato il ristabilimento di questa pratica, che entrerà in vigore il 16 settembre.

“Tutti i venerdì sono considerati dalla Chiesa come giorno di penitenza, perché è il giorno della morte di Nostro Signore”, ricorda la dichiarazione con le risoluzioni dell'Assemblea. “La legge della Chiesa chiede ai cattolici di astenersi il venerdì dalla carne o da un altro tipo di cibo, o di osservare qualsiasi altro tipo di penitenza segnalato dalla Conferenza Episcopale”.

I Vescovi desiderano “ristabilire la pratica della penitenza del venerdì nella vita dei fedeli come segno chiaro e distintivo della loro identità cattolica”, annuncia la dichiarazione.

I presuli hanno anche aggiunto che è “importante che tutti i fedeli si uniscano nella comune celebrazione della penitenza del venerdì”.

“Rispettando questo, e in base al pensiero della Chiesa intera, la Conferenza Episcopale desidera ricordare a tutti i cattolici di Inghilterra e Galles il dovere della penitenza del venerdì. I Vescovi hanno deciso di ristabilire la pratica dell'astensione dalla carne, che deve essere rispettata”, dichiara il testo.

I presuli hanno detto che quanti normalmente non mangiano carne dovrebbero astenersi da un altro tipo di cibo il venerdì.

La data di ristabilimento dei venerdì senza carne sarà il 16 settembre, anniversario della visita di Benedetto XVI nel Regno Unito, svoltasi lo scorso anno.

“Molti possono voler andare al di là di questo semplice atto di testimonianza comune e dedicare ogni venerdì alla preghiera e al sacrificio”, conclude la dichiarazione dei Vescovi. “In tutti questi modi, uniamo i nostri sacrifici al sacrificio di Cristo, che ha offerto la propria vita per la nostra salvezza”.

Fonte: ZENIT.org - 17/05/2011

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