Pubblicato da Marco Tosatti 3 Marzo 2025
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Cinzia Notaro, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione questa riflessione sulla tecnologia, e il suo ruolo crescente nella nostra esistenza. Buona lettura e meditazione.
NEL MONDO TECNOLOGICO SOPRAVVIVE L’AMORE PER LA FILOSOFIA OVVERO L’AMORE PER LA SAPIENZA ?
di Cinzia Notaro
L’ intelligenza artificiale per la sorveglianza, la digitalizzazione, il blockchain, le biotecnologie ed altro ancora hanno dato il via ad una trasformazione planetaria concependo l’uomo tecnologico da monitorare con la biotecnologia, la medicina personalizzata (Utilizzo di smart dust e trattamenti personalizzati) e proponendo tecnologie avanzate, 5G (internet delle cose, auto autonome, neurotecnologie).
Si tratta di una vera e propria rivoluzione contro l’Ordine Naturale creato da Dio, in cui l’uomo rischia di annullare se stesso, perdendo la propria identità ed unicità.
La tecnologia ha i suoi vantaggi , ma se si oltrepassano certi limiti diventa pericolosa soprattutto in determinati contesti.
In questo Nuovo Ordine Tecnologico siamo ancora capaci di pensare per acquisire la Sapienza trovando uno spazio libero, o siamo completamente immersi tutto il tempo nelle molteplici occupazioni quotidiane che la società c’impone e/o ci propone?
Il tutto viene accettato passivamente e come un progresso finalizzato al bene, senza spirito critico. Alquanto attuale risulta essere il pensiero di Sant’Agostino d’Ippona : “ Finché un uomo riuscirà a porsi domande su sé stesso e sulla propria vita, non avrà perso il senso della propria limitatezza. Al contrario, qualora l’uomo sfuggisse a queste domande, avrebbe perso tutta la sua grandezza”.
Sembra che l’uomo tecnologico non sia più interessato a dare un significato alla propria esistenza ed abbia perso la capacità di riflettere: “ La ricerca della verità è più preziosa del suo possesso” (A. Einstein).
L’abilità di Socrate, ammettendo la propria ignoranza, consisteva nello stimolare la ricerca della verità suscitando il dubbio anche se non sapeva dare risposte sicure,alfine di trovare nella discussione possibili soluzioni.
Heidegger sosteneva che “la sensazione di angoscia provata quando l’uomo si riconosce come creatura limitata nel trovare risposte a determinate domande rappresentasse la vera chiamata alla responsabilità rivolta a sé stesso”.
“La scienza (essenza dell’ Umanesimo) di cui la Tecnica è l’anima -secondo Galimberti- è nata dalla tendenza innata di prevedere e progettare il futuro, per cui l’uomo divenne, come specificò Cartesio,”Dominator et possessor mundi”… tuttavia oggi – prosegue il filosofo – il soggetto della storia non è più l’uomo, ma la tecnica sfuggita dalle sue mani , divenendo da essa dipendente in quanto servendosene vince i propri limiti”.
Furono gli scienziati umanisti a sostenere il primato dell’uomo sulla natura, mentre con l’ “Illuminismo” si ebbe il trionfo della tecnica profetizzato da Hegel: “La ricchezza si sarebbe spostata negli anni dal possesso dei beni al possesso degli strumenti”.
Anche ieri si progettavano città tecnologiche come la “Nuova Atlantide” di Bacone, la “Città di utopia” di Tommaso Moro, la “Città del sole” di Tommaso Campanella, in cui gli uomini sarebbero stati più felici.
Mentre oggi si fantastica su Smart Cities ovvero città con sensori e Intelligenza Artificiale per la sorveglianza, veicoli (anche volanti e droni autonomi; gabbie digitali, robotica, Spyware, geopolitica digitale, cyberuomo….
Si tratta di una vera e propria rivoluzione contro l’Ordine Naturale creato da Dio, in cui l’uomo rischia di annullare se stesso, perdendo la propria identità ed unicità.
La tecnologia ha i suoi vantaggi , ma se si oltrepassano certi limiti diventa pericolosa soprattutto in determinati contesti.
In questo Nuovo Ordine Tecnologico siamo ancora capaci di pensare per acquisire la Sapienza trovando uno spazio libero, o siamo completamente immersi tutto il tempo nelle molteplici occupazioni quotidiane che la società c’impone e/o ci propone?
Il tutto viene accettato passivamente e come un progresso finalizzato al bene, senza spirito critico. Alquanto attuale risulta essere il pensiero di Sant’Agostino d’Ippona : “ Finché un uomo riuscirà a porsi domande su sé stesso e sulla propria vita, non avrà perso il senso della propria limitatezza. Al contrario, qualora l’uomo sfuggisse a queste domande, avrebbe perso tutta la sua grandezza”.
Sembra che l’uomo tecnologico non sia più interessato a dare un significato alla propria esistenza ed abbia perso la capacità di riflettere: “ La ricerca della verità è più preziosa del suo possesso” (A. Einstein).
L’abilità di Socrate, ammettendo la propria ignoranza, consisteva nello stimolare la ricerca della verità suscitando il dubbio anche se non sapeva dare risposte sicure,alfine di trovare nella discussione possibili soluzioni.
Heidegger sosteneva che “la sensazione di angoscia provata quando l’uomo si riconosce come creatura limitata nel trovare risposte a determinate domande rappresentasse la vera chiamata alla responsabilità rivolta a sé stesso”.
“La scienza (essenza dell’ Umanesimo) di cui la Tecnica è l’anima -secondo Galimberti- è nata dalla tendenza innata di prevedere e progettare il futuro, per cui l’uomo divenne, come specificò Cartesio,”Dominator et possessor mundi”… tuttavia oggi – prosegue il filosofo – il soggetto della storia non è più l’uomo, ma la tecnica sfuggita dalle sue mani , divenendo da essa dipendente in quanto servendosene vince i propri limiti”.
Furono gli scienziati umanisti a sostenere il primato dell’uomo sulla natura, mentre con l’ “Illuminismo” si ebbe il trionfo della tecnica profetizzato da Hegel: “La ricchezza si sarebbe spostata negli anni dal possesso dei beni al possesso degli strumenti”.
Anche ieri si progettavano città tecnologiche come la “Nuova Atlantide” di Bacone, la “Città di utopia” di Tommaso Moro, la “Città del sole” di Tommaso Campanella, in cui gli uomini sarebbero stati più felici.
Mentre oggi si fantastica su Smart Cities ovvero città con sensori e Intelligenza Artificiale per la sorveglianza, veicoli (anche volanti e droni autonomi; gabbie digitali, robotica, Spyware, geopolitica digitale, cyberuomo….
La tecnica non viene più considerata un mezzo, ma un fine da raggiungere e ciò è pericoloso perchè si rischia di essere governati dalla stessa a danno della libertà dei singoli, da cui si pretenderà sempre più competenze tecniche.
Bisogna non sottovalutare le conseguenze dell’uso improprio degli strumenti tecnologici come lo Smartphone a cui viene spesso attribuita una funzione pedagogica… in futuro la vedremo assegnata invece all’ I.A. o ad un robot…?
Ricordiamo anche come soprattutto i più giovani vengono colpiti dalla sindrome di hikikomori un fenomeno psico-sociologico, che spinge all’isolamento e al rifiuto di relazionarsi col mondo esterno. La scuola ed in particolare la famiglia dovrebbero aiutare ad avere più spirito critico nei confronti della transizione digitale ( Wi-Fi, tablet ecc…).
Nella corrente era dei Cyborg l’uomo del terzo millennio è chiamato con tutte le sue forze a difendersi per non assistere alla propria fine.
Sin da Adamo ed Eva l’antico serpente vuole distruggere la creazione e lo stesso uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio.
Egli odia tutto cio’ che il Signore ha fatto e col peccato originale ha fatto entrare nel mondo per invidia la morte.
Oggi induce l’uomo a farsi dio, a sovvertire l’ordine naturale, a fargli decidere quando una persona deve nascere, se deve nascere, quando farla morire e tanto altro ancora.
Chiudiamo con queste riflessioni di Maurizio Martucci, giornalista d’inchiesta a proposito di spiritualità liquida, religione digitale: “La messa con l’omelia? recitata dai robot – l’Intelligenza artificiale? aiuta I FEDELI a pregare con Dio e poi c’è il Dalai Lama che sponsorizza progetti transumanisti nel superamento della vita con gli avatar, ma pure il Vaticano che umanizza la transizione digitale così c’è già il dialogo sul Cyber-Buddha, in mezzo pure guru della mistica indiana e una curandera dell’Amazzonia sfoggiati come trofei di guerra al Forum Economico Mondiale, mentre come funghi spuntano le antenne 5G pure nelle chiese rupestri e sui campanili cattolici”.
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