Posted By: admin 17 Settembre 2024
Prima di rispondere, facciamo una distinzione importante tra atto di preghiera e stato di preghiera.
Prima di rispondere, facciamo una distinzione importante tra atto di preghiera e stato di preghiera.
L’atto di preghiera è la preghiera in quanto tale, lo stato di preghiera è conservare lo spirito della preghiera durante tutta la giornata.
Riguardo l’atto di preghiera va detto che non si deve pregare né troppo né poco. San Tommaso dice che la preghiera deve durare tanto quanto è utile per eccitare il fervore e la devozione: né più, né meno.
Bisogna, pertanto, evitare l’eccesso ma anche la negligenza.
Attenzione però: il fervore non è la consolazione, ma la fedeltà. Se non si avverte nulla durante la preghiera, o addirittura si vive l’aridità, ciò non significa che non ci sia il fervore e non si cresca spiritualmente, anzi.
Detto questo, bisogna aggiungere che si deve stare attenti a quell’espressione oggi molto diffusa: più che la quantità della preghiera, è importante la qualità.
E’ un’espressione che non solo può portare fuori strada, ma è anche facilmente confutabile.
Un noto teologo contemporaneo, padre Serafino Tognetti, giustamente ha detto in una sua catechesi che tutti possono rendersi conto se sta pregando troppo o sta pregando poco, ma nessuno può sapere se sta pregando bene.
A riguardo Tognetti utilizza questa felice immagine: nella preghiera si è come garzoni che portano il materiale e poi c’è il bravo costruttore (lo Spirito Santo) che utilizza tutto per fare il fabbricato. Se il materiale è poco, il fabbricato sarà piccolo. Se il materiale è molto, il fabbricato sarà grande.
Ovviamente -lo ripetiamo- il tempo della preghiera va regolato sul proprio stato di vita. Una madre di famiglia non può pregare come una suora di clausura…né una suora di clausura come una madre di famiglia.
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