Paolo Rumiz con la preside Maria Elisabetta Vigna
e la prof Giorgia Bisio (Foto Donzelli)
Dal flash mob degli studenti in piazza parte un appello a Papa Francesco: "Ritorni nelle chiese questa espressione artistica"
di MARIO BOVENZI
Rovigo, 26 gennaio 2020 - «Scendemmo al mattutino. Quell’ultima parte della notte, quasi la prima del nuovo giorno imminente, era ancora nebbiosa... L’inizio del canto diede una grande impressione di potenza. Sulla prima sillaba si iniziò un coro lento e solenne di decine e decine di voci, il cui suono basso riempì le navate e aleggiò sopra le nostre teste, e tuttavia sembrava sorgere dal cuore della terra", sono parole del ‘Nome della rosa’ di Umberto Eco, parole che fanno capire in modo quanto mai efficace quale forza si sprigiona in quello che è il canto gregoriano.
Contro l’oblio di questa forma di espressione che arriva a toccare l’arte si sono mossi, ieri mattina, gli studenti della scuola media Francesco Venezze. Ed è quanto mai singolare che siano proprio i giovani a dare vita ad una mobilitazione per salvare il canto gregoriano e riportarlo all’antico splendore. In una mattina grigia e piovosa, che quasi sembrava rievocare l’atmosfera densa di timori del medioevo descritto dal ‘Nome della rosa’, in piazza Vittorio Emanuele II, davanti agli occhi incuriositi dei passanti, si è svolto il flash mob musicale degli allievi della scuola Venezze.
Al loro fianco il giornalista e scrittore Paolo Rumiz che con la professoressa Giorgia Bisio, vicaria del Venezze, ha lanciato questa singolare iniziativa. Il canto gregoriano è una della attività che viene portata avanti nella scuola media. E proprio guardando in un video l’esibizione degli alunni nell’abbazia di Praglia, lo scrittore ha avuto l’idea di promuovere questa manifestazione, quasi una prova d’amore per far tornare a vivere il gregoriano. Parte così proprio dalla nostra città, per approdare sul web ed in televisione grazie alle riprese che sono state fatte ieri, un messaggio rivolto a Papa Francesco.
"Il gregoriano ritorni nelle chiese, ritorni ad essere la musica che incanta le persone", l’appello lanciato dalle voci dei ragazzi che hanno eseguito una serie di brani. Tante la maestria e la passione degli studenti, ragazzi tra gli 11 e i 13 anni, che hanno messo in mostra la loro grande preparazione vocale, apice al quale sono arrivati grazie al loro professore Paolo Traversi, docente di musica della scuola.
Ogni volta che il canto terminava per fare spazio a qualche minuto di pausa nel silenzio della piazza, gli applausi degli spettatori – i cittadini sul listone e sotto i portici –, ai quali si sono uniti entusiasti Maria Elisabetta Vigna, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Rovigo 2 del quale fa parte la scuola media Venezze, e l’assessore Andrea Pavanello. Esibizioni, canti e voci sono stati ripresi dalle telecamere di una troupe televisiva guidata proprio da Rumiz, documento che sarà testimonianza della forza – una grande impressione di potenza, direbbe ancora Eco – del canto gregoriano. Attento e soddisfatto lo scrittore, che negli ultimi anni, pur con una visione laica, si è occupato di storia e cultura monastica .
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