sabato 7 giugno 2014

Il mistero della Chiesa e la Pentecoste





da Traditio liturgica 

Nel caso in alto, la Chiesa nasce da Dio e torna a Dio; nel caso sotto,
la chiesa nasce dall'uomo (con una idea di Dio) e va solo all'uomo.
Il primo caso è la Chiesa evangelica, il secondo è l'istituzione puramente umana e secolare.

Se dovessimo chiedere alle persone comuni di formulare una domanda sulla prima e più importante cosa che desiderano dalla Chiesa, sono sicuro che le richieste maggiori saranno di tipo esclusivamente contingente e mondano:

- che sia più aperta e inclusiva;
- che sia più accogliente;
- che sia più solidale con le classi più povere, ecc.

Questo tipo di richieste indicano in modo evidente su quale piano è posta la Chiesa: un piano secolare. Va di suo, che qui non guardiamo alla radice della nostra vita (Dio) ma al nostro bisogno individuale se non egoistico. Altro orizzonte non c'è se non quello puramente umano, giusto o sbagliato che sia.

Tuttavia se l'istituzione della Chiesa obbedisse a questi criteri, non si capisce bene perché la tradizione le attribuisce la nascita il giorno di Pentecoste.
La Pentecoste, infatti, è l'apertura del mondo celeste sul mondo terreno, la comunicazione del secondo con il primo.
Se l'istituzione della Chiesa è legata all'evento della Pentecoste, se ne trae che ad essa è affidata la comunicazione con il mondo celeste e che, nel suo seno, avviene questo stesso evento carismatico.
Il compito della Chiesa non è, dunque, tanto quello di risolvere le contraddizioni e le ingiustizie del mondo (che continuano ad esserci per la libertà con la quale l'uomo agisce), quanto di mantenere una porta aperta per il cielo.

Stando così le cose, alla domanda "cosa desideri dalla Chiesa?", si dovrebbe rispondere: "Che mi metta in contatto con Dio!". Qui guardiamo a quanto "irriga" la radice della nostra vita e ci obbliga ad uscire dal nostro "giardino individuale".

Esiste questa risposta? Forse solo in una ben minima percentuale tra le persone, dal momento che si pensa, in modo implicito, che la Chiesa attorno a noi non sia affatto capace di mettere in contatto i suoi credenti con Dio (ammesso che se ne ammetta l'esistenza). C'è chi lo crede davvero e lo dice! Io stesso ne sono convinto, almeno riguardo ad alcuni ambienti ecclesiali.
Ecco, allora, che l'evento evangelico della Pentecoste diviene la bella storia di un evento morto e sepolto.
Lo stesso Spirito santo, è qualcosa di cui non si capisce bene la funzione e l'azione (poichè tutto nasce e finisce nell'umano). Lo Spirito santo diviene un'espressione folcloristico-religiosa e qualche sacerdote arriva pure a definirlo "la coscienza dell'uomo". Non si potrebbe esprimere meglio quest'implosione del divino nel solo umano!

Al contrario, l'evento della Pentecoste è il mistero stesso della Chiesa (poiché è una realtà divina che vive nascosta in lei), la sua identità più profonda che non si fa scalfire dai rivolgimenti della storia poiché è metastorica.
Se la Chiesa non nasce e non porta alla Pentecoste non serve alla ragione principale per la quale è stata istituita.
Ma perché questo inizi ad avvenire, è indispensabile non aver rotto la tradizione apostolica stabilita da una retta fede e da una retta prassi cristiana.
Laddove è avvenuta questa rottura, non ci si può aspettare altro che la Chiesa si occupi di affari sociali e mondani o divenga una dispensatrice di consolazioni puramente psicologiche, seppur in nome di Dio.
La maggioranza dei nostri cristiani conosce esattamente questo tipo di Chiesa, una Chiesa oramai totalmente slegata dal suo stesso evento fondativo: la Pentecoste!

Solo in ambiti in cui lo Spirito santo - attore della Pentecoste - è ritenuto il vero motore della Chiesa, è possibile riconoscerlo presente e vivo. Altrove, tutto inizierà e finirà nell'uomo, come in una qualsiasi altra istituzione puramente umana...





TRADITIO LITURGICA 


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