Per un ritorno alla tradizione dei Padri
di Peter Kwasniewski
Nell'ambito del Novus Ordo molte opzioni diverse sono permesse, si fanno coesistere in un modo o nell'altro tante modalità, tanto che alla fine risulta veramente difficile raggiungere una coerenza - soprattutto là dove si compromette la Messa mettendo insieme "sensibilità" diverse tanto da produrre un miscuglio liturgico. Ma perché si sceglie una modalità tradizionale e se ne rifiuta un'altra? Perché si sceglie una modalità moderna rigettandone un'altra? Abbiamo perduto il nostro istinto di coerenza?
Le parti liturgiche tradizionali formano un insieme coerente; si sono sviluppate organicamente, come un animale o una pianta che maturano nel tempo divenendo sempre più ciò che sono. La riforma, sia che la consideriate motivata o no, è stata, in ogni caso, inorganica; così come la scienza moderna guarda alla natura come a una macchina o a un meccanismo, i liturgisti moderni hanno guardato al culto come a una costruzione umana con pezzi intercambiabili. Non è un tutto più grande delle parti, ma una mera somma di parti. E una volta che si cominci a cambiare questa o quella parte, si può arrivare a cambiarle tutte. Se il tutto non esige più un fondamentale rispetto, allora perché fermarsi qui o lì?
Questa è la ragione per cui la tendenza insita nella liturgia postconciliare è stata di disfarsi progressivamente di segni o elementi liturgici. Sono finiti in cantina candelieri d'ottone, sostituiti da ceppi poggiati su colonne quadrate; tavole comuni hanno preso il posto di altari solidi o altari con paliotto; preziose pianete sono state gettate o messe in ripostiglio per lasciare il posto a casule di poliestere; solenne musica, antica di secoli, finita nel dimenticatoio sopraffatta dallo strimpellare di chitarre o pianoforti.
Il programma che Papa Benedetto XVI aveva posto davanti all'intero Popolo di Dio è la "ermeneutica della continuità": la Chiesa deve vivere la sua vita in continuità con tutto ciò che ella è stata nel passato con la sua piena Tradizione, e non come se tutto sia iniziato dopo il Vaticano II. Ogni volta che la Chiesa avanza maldestramente nella discontinuità e nella rottura, è costretta poi a fare sforzi eroici per ritrovare la strada dell'adesione vitale alla propria identità, alla propria storia ed eredità.
Papa Benedetto sapeva che la liturgia è il cuore della vita ecclesiale, il simbolo più esatto ed espressivo della sua fede, e il veicolo attraverso il quale i fedeli vengono continuamente catechizzati con la Parola e con il segno. Questo grande Papa ha dimostrato come la continuità si può e si deve intendere proprio nel modo in cui egli celebrava la sacra liturgia, e rammentandoci continuamente il patrimonio della Chiesa e le sue regole e norme attuali. Ha ripristinato la presenza di crocifisso e candele attorno all'altare tradizionale, ha reintrodotto l'uso di luminosi paramenti tenuti troppo a lungo nascosti, ha voluto che si riprendessero grandiose processioni con croce e piviale, ha disposto che la musica fosse autenticamente riverente e sacra, come richiamo suggestivo della Divina Maestà e della nobiltà dell'anima immortale.
La tradizione della Chiesa, la bellezza dei suoi rituali e dell'arte, non è qualcosa di cui vergognarci o di cui essere imbarazzati. Papa Benedetto era voce nel deserto quando proclamava che noi dobbiamo recuperare e riscoprire queste cose, poiché ne va della nostra identità, della nostra stessa sopravvivenza, della nostra missione in questo mondo. I fedeli sono stati educati male a tutto ciò, e hanno diritto alla verità. Anzi, noi abbiamo diritto alla nostra Tradizione e il dovere di abbracciarla.
L'unico modo non arbitrario di approccio alla liturgia, è quello di celebrarla non soltanto con totale fedeltà alle rubriche, ma anche con spirito di assoluta continuità con quel patrimonio liturgico romano che è durato per quasi 2000 anni. Non corrispondervi, equivale a sostenere, in qualche misura o a qualche livello, quella ideologia di rottura che è penetrata nella Chiesa e l'ha ferita negli ultimi cinquant'anni. Quando scopriremo che certi cambiamenti non erano né necessari né richiesti, e che sono stati determinati da teorie sperimentali alimentate dal desiderio della novità, la sola cosa coerente e ragionevole da fare sarà di rigettarli e tornare alla tradizione dei Padri, nell'umile pentimento di figli prodighi.
Peter Kwasniewski
www.ccwatershed.org
http://www.ccwatershed.org/blog/2014/may/29/danger-being-arbitrary-liturgy/
(trad. it. di d. Giorgio Rizzieri)
Nessun commento:
Posta un commento