All’udienza generale il Papa parla della preghiera della Vergine
«Non si può parlare di Chiesa se non è presente Maria, Madre del Signore».
Il commento di san Cromazio di Aquileia agli Atti degli Apostoli è stato riproposto dal Papa nella catechesi dell’udienza generale di mercoledì 14 marzo, in piazza San Pietro.
Parlando della «presenza orante della Vergine» nella vita terrena di Gesù e nei momenti in cui «iniziano i primi passi della Chiesa», il Pontefice ha fatto notare come le tappe di questo cammino — dalla casa di Nazaret a quella di Gerusalemme, passando attraverso l’esperienza della Croce — «sono segnate dalla capacità di mantenere un perseverante clima di raccoglimento, per meditare ogni avvenimento nel silenzio del suo cuore, davanti a Dio».
In particolare nell’esperienza del Cenacolo Maria condivide con gli Undici il dono dello Spirito.
«Se non c’è Chiesa senza Pentecoste — ha osservato in proposito Benedetto XVI — non c’è neanche Pentecoste senza la Madre di Gesù, perché Lei ha vissuto in modo unico ciò che la Chiesa sperimenta ogni giorno sotto l’azione dello Spirito Santo».
Questo legame, sottolineato in modo particolare dal concilio Vaticano II, attesta che «il posto privilegiato di Maria è la Chiesa».
Venerarla vuol dire, dunque, «imparare da Lei a essere comunità che prega»: non soltanto nelle situazioni di difficoltà o bisogno — ha precisato il Papa — ma sempre «in modo unanime, perseverante, fedele», con un «cuore solo e un’anima sola».
«Affidiamo a Lei — è stato il suo invito — ogni fase di passaggio della nostra esistenza personale ed ecclesiale, non ultima quella del nostro transito finale.
Maria ci indica come solo con un legame costante, intimo, pieno di amore con suo Figlio possiamo uscire da noi stessi per raggiungere i confini del mondo e annunciare ovunque il Signore».
(©L'Osservatore Romano 15 marzo 2012)
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