Alcune riflessioni di un sacerdote sulle provocazioni di Celentano
di Don Ignazio La China
Confesso di essere consapevole che quanto dirò forse potrà suscitare reazioni contrastanti in qualcuno dei miei lettori, sia per quello che dico, sia perché lo dico da prete: eppure non posso fare a meno di mettervi a parte delle mie riflessioni. Anche per dare, nel mio piccolo, una mano al Papa, nel suo impegno di rinnovamento ecclesiale che gli sta costando tanta sofferenza proprio da parte di chi non vuole stare al passo di Pietro.
Premetto che Celentano mi è profondamente antipatico per la sua smania di fare il guru e il profeta a buon mercato e certo Sanremo non è la cornice adatta per prediche a sfondo demagogico… ma giacché la verità può uscire fuori anche dalla bocca dell’asina di Balaam, allora anche nella provocazione di Celentano possiamo scorgere un barlume di verità!
Sono parroco: un tempo anche nella mia chiesa facevo vendere Famiglia Cristiana, e io ero abbonato ad Avvenire e a Jesus. Da alcuni anni non ho rinnovato più l’abbonamento né ad Avvenire (che apprezzavo più per la pagina culturale che per l’informazione ecclesiale, di fatto il più delle volte inesistente o reticente) né a Jesus (rimasto all’epoca della sua nascita sessantottina e sempre uguale a se stesso e sempre più acido verso il Magistero…) e non ho più voluto che si distribuisse Famiglia Cristiana in chiesa perché ancora non si è accorta che il Papa è cambiato e non è più GPII, che la Chiesa cammina, che un giornale che si vanta di essere cristiano qualche parola sulla fede dovrebbe pur dirla, o no? invece di buttare tutto in politica e sociologia. E perciò adesso diffondo Il Timone, un mensile di un gruppo di laici seri e impegnati, così almeno chi lo legge è aiutato a formarsi nella sua identità cattolica.
Non temo di scrivere tutto ciò perché le mie osservazioni le ho già esposte agli interessati spiegando perché non rinnovavo più gli abbonamenti. Ma Celentano ha dimenticato TV2000, che pure è pagata coi soldi dell’8 per 1000: eppure per capire che è la TV della CEI, se non capiti nell’orario della messa o del rosario, sei sommerso tutto il giorno da un chiacchiericcio che ti intontisce: ma mai una parola sulla fede! La vita ecclesiale? quasi zero: aspetto ancora che Boffo (ve lo ricordate?) risponda perché il TG Ecclesia che andava in onda alle 14 è scomparso: era troppo essere aggiornati nella televisione di vescovi sulle attività del papa e della Chiesa ogni giorno? A malappena la meditazione dell’udienza il mercoledì ! E le notizie sul Papa date da ultime, perfino dopo lo sport! Vi aspettavate che su Tv2000 in tutti i loro talk show si parlasse di Cristo nostro contemporaneo? Non sia mai! Meno male che c’è Telepace! Ecco, Celentano ha ragione: mass media che si dicono cattolici ma sono inutili; pensano ad una religione civile fatta di carità e buone azioni (che anche un ateo può fare): ma chi parla oggi della meta ultima che è Dio, di vita eterna, di inferno e paradiso? e se non lo facciamo noi chi lo fa?
Paradossalmente il Foglio, dove spesso trovo più cattolicesimo e domande esistenziali che su Avvenire!
Prima di stracciarci le vesti, allora forse sarebbe meglio interrogarci se la provocazione di Celentano non sia utile per rivedere uno stile di presenza di Chiesa che brilla per la sua…assenza! In fondo è il grido di tanti che vogliono che la chiesa ci sia, che ritorni a esserci per rendere presente Dio nel mondo! Anche perché Celentano, nel dire queste cose è in buona compagnia: quella del Papa! Sentite quello che disse nell’omelia per la S. Messa con la Pontificia Commissione Biblica, il 17 aprile 2010:
«Noi oggi abbiamo spesso un po’ paura di parlare della vita eterna. Parliamo delle cose che sono utili per il mondo, mostriamo che il Cristianesimo aiuta anche a migliorare il mondo, ma non osiamo dire che la sua meta è la vita eterna e che da tale meta vengono poi i criteri della vita. Dobbiamo capire di nuovo che il Cristianesimo rimane un “frammento” se non pensiamo a questa meta … e dobbiamo di nuovo riconoscere che solo nella grande prospettiva della vita eterna il Cristianesimo rivela tutto il senso. Dobbiamo avere il coraggio, la gioia, la grande speranza che la vita eterna c’è, è la vera vita e da questa vera vita viene la luce che illumina anche questo mondo».
Il papa ha indetto l’anno della fede proprio per questo scopo: se lo sono chiesti Famiglia Cristiana e & C. se loro stanno davvero aiutando a rendere presente la fede nel mondo?
Dibattito 10 Marzo 2012
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