venerdì 26 agosto 2022

Così la Chiesa cattolica sta ripercorrendo la strada degli anglicani. Che porta verso il baratro


26 AGO 2022

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by Aldo Maria Valli


di The Wanderer

Caminante Wanderer

Guardare indietro agli eventi storici aiuta a capire il presente e, sebbene i parallelismi non siano sempre esatti, possono essere indicativi del corso che gli eventi potrebbero prendere.

Prendo spunto da questa premessa per sottolineare alcuni eventi avvenuti più di un secolo fa nella Chiesa d’Inghilterra. Nel 1841 il governo inglese e l’arcivescovo di Canterbury concordarono con il re di Prussia e le autorità delle chiese luterana e calvinista di stabilire a Gerusalemme un vescovado che avesse giurisdizione sui fedeli delle tre comunioni, alternando vescovi anglicani e luterani. Ciò suscitò un grande scandalo e fu la causa ultima della conversione alla Chiesa romana di John Henry Newman. Scrisse a riguardo: “Sembra che siamo su un sentiero in cui dobbiamo fraternizzare con tutti i tipi di protestanti, monofisiti, ebrei semi-convertiti, drusi. Se un tale avvenimento dovesse accadere, non potrò impedire a nessuno di incamminarsi verso Roma. Prima o poi, tutti inizieranno ad andarsene” (Lettera a J.W. Bowden del 10 ottobre 1841).

Pochi anni dopo, nel 1847, si verificò “il caso Gorham”. Il vescovo Phillpotts di Exeter decise di non concedere al reverendo Gorham la parrocchia di Brampford Speke, sebbene fosse stato nominato per tale incarico dalla Corona, perché il sacerdote riteneva che l’amministrazione del battesimo non implicasse rigenerazione spirituale o grazia santificante. La situazione creò un conflitto che dovette essere risolto dal Consiglio privato della regina, il quale, due anni e mezzo dopo, ordinò al vescovo di insediare Gorham nella posizione che gli era stata negata, con la motivazione che i candidati non dovevano essere costretti a firmare quei punti dottrinali su cui la chiesa anglicana non aveva una chiara dottrina. 

Questa situazione, com’era prevedibile, suscitò grande sconforto poiché, secondo molti vescovi e chierici anglicani, la loro chiesa aveva una dottrina ben definita riguardo alla grazia battesimale. Fu sollevata una protesta formale i cui firmatari affermarono che la Chiesa d’Inghilterra, con il processo a Gorham, era “formalmente separata dal corpo cattolico e non poteva più garantire ai suoi membri la grazia dei sacramenti e la remissione dei peccati”. Qualche tempo dopo, gli arcivescovi di Canterbury e York si dichiararono favorevoli al verdetto del processo. Fu questo a determinare che gli arcidiaconi Henry Manning e Robert Wilberforce, e James Hope, un membro di spicco della Camera dei Lord, seguissero il percorso di Newman e furono ammessi alla Chiesa di Roma.

Nel 1913 ebbe luogo la “controversia Kikuyo”. Tutto ebbe inizio quando due diocesi anglicane in Africa – Mombasa e Uganda – parteciparono a un congresso di chiese protestanti svoltosi a Kikuyo (Kenya) in cui si discusse il tema della collaborazione tra le diverse confessioni cristiane. L’incontro si concluse con una celebrazione liturgica ecumenica, celebrata da un vescovo anglicano e “concelebrata” da pastori protestanti. Questo fatto produsse un grande scandalo e divisione in Inghilterra. I vescovi partecipanti furono denunciati come eretici, anche se il loro gesto fu infine ripristinato. Questa posizione di apertura di alcuni settori della chiesa costituita era corretta? Ronald Knox, un prete anglicano, dissentì fortemente e, per affermare la sua posizione, scrisse in quattro giorni un piccolo libro il cui argomento era una semplice riduzione all’assurdo. Il titolo è Reunion All Round, ed è possibile leggere qui la versione in inglese. Questo fu uno degli eventi determinanti per la conversione di Knox alla Chiesa cattolica, nel 1917.

Nel 1947, il vescovo anglicano di Birmingham, Ernest Barnes, pubblicò un libro dal titolo The Rise of Christianity in cui metteva in dubbio la verginità di Maria e la risurrezione fisica di Gesù. Inoltre, difendeva pubblicamente la necessità e l’opportunità del controllo delle nascite. 

Questi eventi provocarono una grande protesta in molti ambiti britannici e furono fatte pressioni affinché Barnes fosse rimosso dalla sua sede, cosa che non accadde mai. Tuttavia, molti anglicani – chierici e fedeli – videro in questa situazione una deriva inaccettabile nella loro chiesa, e decisero di convertirsi al cattolicesimo. Uno di loro, il sacerdote scozzese Onich MacFarlane-Barrow, scrisse: “Mi ponevo continuamente questa domanda: è possibile rimanere in comunione con un vescovo che, nonostante i suoi discorsi blasfemi, non è privato del suo incarico? È vero che gli errori commessi da monsignor Barnes non potevano considerarsi una novità, poiché, fin dalla fondazione della Chiesa, vi sono sempre stati dignitari ecclesiastici che dicevano e facevano cose che scandalizzavano i fedeli; eppure nulla mi aveva mai preoccupato più delle osservazioni del vescovo di Birmingham, ed ero convinto che non sarebbe stato possibile per me rimanere nella Chiesa anglicana.” Poco dopo, MacFarlane-Barrow entrò nella Chiesa cattolica.

Si potrebbero sicuramente citare altri casi simili, come la conversione di Graham Leonard, vescovo di Londra nel 1989, a causa della decisione della Chiesa d’Inghilterra di conferire l’ordine sacerdotale alle donne. E in tutti loro si osserva uno schema comune: un fatto concreto di tendenza modernista, assunto dalla Chiesa d’Inghilterra nel suo insieme o dai singoli vescovi ma con l’appoggio della gerarchia, causa una o più conversioni alla Chiesa romana.

Veniamo ora ad alcune conclusioni: Gran parte delle dichiarazioni o degli eventi che hanno causato la crisi potrebbero oggi vedere per protagonisti sacerdoti o vescovi cattolici, e avrebbero il sostegno della gerarchia vaticana. Prendiamo un caso recente: il cardinale Hollerich, S.J., la scorsa settimana ha difeso l’”amore” omosessuale, qualcosa di molto più audace del controllo delle nascite promosso dal vescovo Barnes. In qualsiasi seminario o università cattolica si insegna apertamente la non verginità di Maria e la risurrezione solo simbolica di Nostro Signore (dobbiamo ricordare, ad esempio, il defunto biblista argentino Luis Rivas?). In Germania, le cerimonie di intercomunione tra cattolici e luterani sono all’ordine del giorno e lo stesso papa Francesco ha dato pubblicamente la comunione a una donna protestante. A nessun vescovo cattolico verrebbe in mente di sospendere uno dei suoi sacerdoti che metta in dubbio la dottrina sulla giustificazione delle acque battesimali, e le fraternizzazioni con protestanti, ebrei e buddisti sono state frequenti dopo lo sfortunato episodio di Assisi.

La Chiesa cattolica oggi è chiaramente dove si trovava la Chiesa d’Inghilterra un secolo fa. Oggi la chiesa anglicana è scomparsa. Rimane solo una struttura ufficiale, mantenuta dallo Stato, che svolge una funzione sociale e decorativa, ma in essa ognuno crede quello che vuole, i suoi tempi sono vuoti e chiusi, e pochissimi vi trovano vestigia di vita spirituale. Vale a dire che ha cessato di essere una religione.

Sarà questo il futuro della Chiesa cattolica, dati i parallelismi? Gli anglicani, testimoni dei casi elencati, avevano un rifugio: Roma. E molti di loro vi hanno fatto ricorso. Noi, cattolici del XXI secolo, non ce l’abbiamo, poiché affermiamo che la chiesa fondata da Nostro Signore è la Chiesa romana. E per quanto riguarda quelli che propongono una fuga verso l’ortodossia, temo che anche gli ortodossi stiano andando nella stessa direzione. Basta leggere questa recente notizia.

Se poi la Chiesa cattolica continuerà a procedere nel percorso di defezione iniziato negli anni Sessanta, e accelerato con papa Francesco, temo che per rimanere fedeli alla fede degli apostoli si dovrà pensare, a un certo punto, più o meno prossimo, a soluzioni che non saranno facili da adottare.

“Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc. 18,8).

Fonte: caminante-wanderer.blogspot.com

Traduzione di Valentina Lazzari

Titolo originale: La vía anglicana

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