San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673 - 1716), sacerdote, che percorse le terre della Francia occidentale proclamando il mistero della Sapienza Eterna; fondò Congregazioni, predicò e scrisse sulla croce di Cristo e sulla vera devozione a Maria Vergine e ricondusse molti a una vita di penitenza; nel villaggio di Saint-Laurent-sur-Sèvre in Francia pose, infine, termine al suo pellegrinaggio terreno.
La formazione spirituale
Secondo dei diciotto figli di Jean-Baptiste (1647-1716), avvocato, e di Jeanne Robert de la Vizeule (1649-1718), Luigi Grignion nasce il 31 gennaio 1673 a Montfort-la-Cane, oggi Montfort-sur-Meu, in Bretagna, nella Francia nordoccidentale. La sua vita, breve secondo i normali criteri di valutazione - morirà a quarantatré anni -, s’iscrive quasi perfettamente entro i limiti cronologici (1680-1715) del periodo trattato dallo storico Paul Hazard (1878-1944) nella sua opera sulla crisi della coscienza europea, cioè l’epoca dei razionalisti e dei libertini, del deismo e del giansenismo, dell’attacco contro le credenze tradizionali, soprattutto in Francia. L’aver intuito l’esistenza di un’unità di fondo di queste correnti e tendenze è il grande merito di Montfort, che si dedicherà alla riconquista delle anime con ardente carità missionaria.
Egli riceve la prima educazione in una famiglia profondamente cristiana e manifesta molto presto attenzione alla vita interiore, vocazione all’apostolato e una tenera devozione alla Santa Vergine, espressa anche con l’aggiunta del nome di Maria a quello di Luigi in occasione della Cresima. Compie quindi gli studi umanistici e filosofici nel collegio San Tommaso Becket di Rennes, tenuto dai padri gesuiti, dove stringe amicizia con il futuro canonico Jean-Baptiste Blain (1674-1751), che ha lasciato una preziosa testimonianza di prima mano sulla sua vita, e con Claude-François Poullart des Places (1679-1709), più tardi fondatore della Congregazione dello Spirito Santo, e matura la vocazione sacerdotale.
Nell’autunno del 1692 si trasferisce a Parigi per studiare teologia alla Sorbona ed entra, grazie a una borsa di studio, nel seminario di Saint-Sulpice, vivaio del clero di Francia, distinguendosi per il rigore ascetico e per i gesti di carità, e alimentandosi alla grande scuola spirituale francese del secolo XVII, il cui inizio è fatto risalire al card. Pierre de Bérulle (1575-1629), principale artefice della Riforma cattolica in Francia. Il 5 giugno 1700, a ventisette anni, riceve l’ordinazione sacerdotale e comincia a dedicarsi al riscatto spirituale del popolo, rianimandone la fede e difendendone la pietà contro gli attacchi degli innovatori.
Nel novembre del 1701, nominato cappellano dell’ospedale di Poitiers dal vescovo diocesano, mons. Claude de La Poype de Vertrieu (1655-1732), si preoccupa di porre ordine, spirituale e materiale, in quella "povera Babilonia", stimolando riforme e dando esempi di grande abnegazione. In città conosce Marie-Louise Trichet (1684-1759), la futura beata suor Maria Luisa di Gesù, figlia del procuratore generale, con la quale fonderà le Figlie della Carità, che si dedicheranno all’istruzione dei fanciulli e all’assistenza negli ospedali. Tuttavia, un uragano furioso — scatenato dagli scettici e dai giansenisti, che mal ne sopportavano lo zelo missionario, la purezza morale e la profonda devozione mariana — si leva contro la sua predicazione fin dall’inizio. Le resistenze e le ostilità sono tali che dopo quattro anni deve lasciare l’incarico, nonostante l’affetto e la gratitudine dei malati, dimostrati anche in modo clamoroso.
Si trattiene a Poitiers ancora un anno, quindi, provando il desiderio di dedicarsi alla salvezza degl’infedeli, compie un pellegrinaggio a Roma, a piedi, per consigliarsi con il Vicario di Cristo. Papa Clemente XI (1700-1721), ricevendolo in udienza il 6 giugno 1706, lo dissuade da quel proposito, gli conferisce il titolo di Missionario Apostolico e gl’ingiunge di riprendere l’apostolato in Francia.
L’attività missionaria
Poiché la diocesi di Poitiers continua a essergli preclusa, Montfort si dedica alla predicazione nella nativa Bretagna e in Vandea, proseguendo la tradizione delle missioni al popolo, espressione del movimento missionario sorto agli inizi del secolo XVII e realizzato da personalità eminenti come san Vincenzo de’ Paoli (1581-1660), san Giovanni Eudes (1601-1680) e il gesuita beato Giuliano Maunoir (1606-1683).
Luigi Maria Grignion è l’ultimo di questi grandi missionari e, sebbene i suoi metodi innovassero solo aspetti secondari, immette nella loro applicazione un dinamismo creativo e un ardore apostolico eccezionali. Le sue missioni sono caratterizzate dalla predicazione del catechismo e da grandi manifestazioni pubbliche di culto, soprattutto da solenni processioni, che culminano nella rinnovazione da parte dei partecipanti delle promesse battesimali e nell’innalzamento, in luogo eminente, della croce della missione. Egli dà grande importanza a queste pratiche, sia per rendere visibili le principali verità della fede e per radicare gli effetti della sua ardente predicazione, sia per prendere una posizione chiara nei confronti degli innovatori, che attaccavano proprio queste manifestazioni in nome e sotto il pretesto di una religiosità più intima e più austera. Una parte di rilievo nella sua predicazione hanno anche i canti popolari, da lui composti in gran numero e utilizzati non solo per trasmettere il messaggio cristiano e per educare le menti, ma anche per scaldare i cuori dei semplici e per scuotere quelli più induriti.
Allo scopo di perpetuare la sua opera Montfort fonda la Compagnia di Maria, una congregazione di sacerdoti, detti monfortani, votati unicamente alle missioni al popolo. Nel 1708, a Nantes, fonda anche l’associazione laicale degli Amici della Croce, alla quale indirizzerà sei anni dopo la Lettera agli Amici della Croce — l’unico scritto dato alle stampe quando era ancora in vita —, in cui condensa il suo pensiero sul significato della Croce nella vita cristiana. Nella Croce egli vede la fonte di una superiore sapienza, la sapienza cristiana, che si è incarnata ed e stata crocifissa, che insegna all’uomo a preporre la fede alla ragione orgogliosa, la retta ragione ai sensi ribelli, la morale alla volontà sregolata, l’eterno al contingente e al transitorio. Analoghe considerazioni aveva svolto nel suo primo scritto, L’amore dell’eterna Sapienza, composto a Parigi fra la fine del 1703 e l’inizio del 1704, in cui oppone la Saggezza vera e profonda, quella consistente nell’unirsi a Cristo e alla sua Croce, alla saggezza superficiale e salottiera che cominciava a dominare la cultura francese laica e, in parte, quella cattolica.
Il successo delle sue iniziative è grande, ma grandi sono anche le ostilità incontrate e le prove affrontate. Così, per esempio, il vescovo di Saint-Malo, mons. Vincenzo Francesco Desmarets (1657-1739), che simpatizza per i giansenisti, in un primo tempo gli proibisce ogni predicazione, quindi, ritirato questo drastico ordine, gli limita comunque la possibilità d’azione. Ancor più dolorosa è la prova che lo aspetta nella diocesi di Nantes, il cui vescovo, mons. Egidio de Beauveau (1653-1717), nega la benedizione al Calvario di Pontchâteau, costruito in quindici mesi grazie al concorso di una moltitudine di persone di ogni sesso, età e condizione sociale, e distrutto poco dopo per ordine di re Luigi XIV di Borbone (1638-1715), sobillato da nemici di Montfort. Il Calvario, ricostruito anni dopo, sarà distrutto una seconda volta durante la Rivoluzione francese; oggi, nuovamente ricostruito, è un centro di pietà e una meta di pellegrinaggi.
Finalmente, quasi a divina ricompensa della carità e dell’umiltà dimostrate, Luigi Maria Grignion viene chiamato nelle diocesi di Luçon e di La Rochelle dai rispettivi vescovi, mons. Jean-François de Valdèries de Lescure (1644-1723) e mons. Etienne de Champflour (1647-1724), ferventi antigiansenisti, e vi predica durante gli ultimi cinque anni di vita. In quel periodo compone Il segreto ammirabile del Santo Rosario per ribattere alle obiezioni formulate contro tale forma di devozione, per spiegare i sacri misteri e per diffonderne ulteriormente la pratica.
Consumato dalle fatiche e dalle sofferenze, nonostante una tempra straordinariamente resistente, muore il 28 aprile 1716, al suo posto di combattimento, come un autentico soldato di Cristo, predicando una missione a Saint-Laurent-sur-Sèvre.
San Luigi Maria attraverso i secoli
La causa di beatificazione di Luigi Maria Grignion viene introdotta nel 1838, Papa Pio IX (1846-1878) ne proclama l’eroicità delle virtù il 29 settembre 1869, Papa Leone XIII (1878-1903) lo proclama beato il 22 gennaio 1888 e Papa Pio XII (1939-1958) lo eleva alla gloria degli altari il 20 luglio 1947.
Il più alto riconoscimento della dottrina spirituale di Grignion da Montfort, che molti vorrebbero fosse dichiarato Dottore della Chiesa, è venuto da Papa Giovanni Paolo II il quale, oltre a trarre il motto del suo pontificato, Totus tuus, proprio dagli scritti del santo, nell’enciclica Redemptoris Mater, del 25 marzo 1987, lo indica come testimone e come guida della spiritualità mariana. Inoltre, il 20 luglio 1996 ha stabilito che il suo nome fosse iscritto nel Calendario generale della Chiesa, proponendone quindi la venerazione a tutti i fedeli.
Tuttavia, per oltre un secolo dopo la morte, l’influenza del "buon padre di Montfort", come il santo era chiamato comunemente dai fedeli, si manifesta soprattutto grazie alle sue fondazioni, fra cui anche quella dei Fratelli dell’Istruzione cristiana di San Gabriele, riorganizzata dal sacerdote Gabriel Deshayes (1767-1841). Queste istituzioni, inizialmente poco consistenti e oggetto di violenti attacchi da parte di giansenisti e di razionalisti nonché di persecuzioni durante la Rivoluzione francese e a opera della massonica Terza Repubblica francese, avranno nel tempo un grande sviluppo, segno del fecondo lascito spirituale del loro fondatore.
In particolare, l’opera missionaria di Montfort e dei suoi successori porrà le basi spirituali della resistenza contro-rivoluzionaria delle genti della Bretagna e della Vandea, cioè delle regioni nelle quali egli poté svolgere liberamente il suo apostolato. I sacerdoti della Compagnia furono le guide spirituali di quei coraggiosi improvvisatisi soldati per Dio, per la Francia e per il re, e i canti composti da Luigi Maria Grignion si contrapposero a quelli rivoluzionari.
Il ritrovamento fortuito, nel 1842, del manoscritto del Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, sepolto per oltre un secolo "nel silenzio d’un cofano", secondo la profetica visione del suo autore, dà inizio alla diffusione delle opere e del pensiero monfortano in tutto il mondo. Nel Trattato Montfort raccomanda che i devoti si consacrino interamente a Gesù attraverso Maria nelle forme di un’amorosa schiavitù, cioè di una dedizione di mirabile radicalità, comprendente non solo i beni materiali dell’uomo ma anche il merito delle sue buone opere e preghiere. In cambio di questa consacrazione la Vergine agisce nell’interiorità della persona in modo meraviglioso, istituendo con lei un’unione ineffabile. L’opera, insieme a Il segreto di Maria — stampato integralmente soltanto nel 1898 ma pubblicato ormai in trecentocinquanta edizioni e in venticinque lingue — e con Le glorie di Maria, di sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787), rappresenta uno dei libri mariani più conosciuti e amati degli ultimi secoli, e fra quelli che più hanno alimentato la pietà cristiana.
Inoltre, gli scritti monfortani forniscono alla scuola di pensiero e d’azione della Contro-Rivoluzione cattolica del secolo XX, di cui è figura eminente il pensatore brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), una teologia della storia in cui inserire l’ascesi sociale, cioè l’apostolato mirante alla restaurazione di una civiltà cristiana. Questa scuola condivide con il santo missionario della Vandea la speranza, alimentata dalla promessa di Fatima — "Infine, il mio Cuore Immacolato trionferà" —, di una grande conversione e di un tempo storico di trionfo della Chiesa cattolica. La "vera devozione" prepara gli eroi che schiacceranno la Rivoluzione, i santi missionari dei "tempi ultimi" - il cui profilo morale è tracciato da Luigi Maria Grignion nella famosa Preghiera infuocata - che lotteranno per la realizzazione del regno di Maria.
Nella diocesi di Milano la sua memoria si celebra il 26 aprile. Il 27 aprile in quella di Pavia..
Autore: Francesco Pappalardo
da
santiebeati.itSpunti bibliografici su San Luigi Maria Grignon de Montfort a cura di LibreriadelSanto.it
Luigi Maria Grignion De Montfort, Il segreto di Maria e altri scritti, San Paolo Edizioni, 2015 - 128 pagine
San Grignion de Montfort Louis, Trattato della vera devozione alla santa..., San Paolo Edizioni, 2015 - 224 pagine
Grignon De Montfort Luigi, Un pensiero al giorno con Montfort, Shalom, 2015 - pagine
Louis Grignion de Montfort (san), Trattato della vera devozione a Maria, Shalom, 2014 - 320 pagine
Cortinovis Battista, San Luigi M. di Montfort. La vita, gli..., Shalom, 2007 - 256 pagine
Louis Grignion de Montfort (san), Il segreto meraviglioso del santo rosario, Shalom, 2003 - 256 pagine
Louis Grignion de Montfort (san), The secret of the rosary, Shalom, 2003 - 256 pagine
Louis Grignion de Montfort (san), El secreto de Maria, Shalom, 2002 - 128 pagine
Louis Grignion de Montfort (san), Le secret de Marie, Shalom, 2002 - 128 pagine
Louis Grignion de Montfort (san), The secret of Mary, Shalom, 2002 - 128 pagine
Louis Grignion de Montfort (san), Il segreto di Maria, Shalom, 2001 - 128 pagine
Louis Grignion de Montfort (san), Das Geheimnis Mariens, Shalom, 2001 - 128 pagine
Louis Grignion de Montfort (san), Il segreto ammirabile del santo rosario, Cantagalli Edizioni, 2000 - 196 pagine
Louis Grignion de Montfort (san), Trattato della vera devozione a Maria, Città Nuova, 2000 - 192 pagine
Louis Grignion de Montfort (san), Trattato della vera devozione alla santa..., San Paolo Edizioni, 2000 - 224 pagine Altri suggerimenti...
Suor Lucia di Fatima (1907-2005)
Consacrazione al Cuore immacolato di Maria O Vergine Madre di Dio e Madre mia,
al tuo Cuore immacolato interamente mi consacro
con tutto quello che sono e possiedo.
Prendimi sotto la tua materna protezione,
difendimi dai pericoli,
aiutami a vincere le tentazioni,
che mi sollecitano verso il male,
e a conservare la purezza del mio corpo e della mia anima.
Sia il tuo Cuore immacolato il mio rifugio
e il cammino che mi conduce a Dio.
Concedimi la grazia di pregare
e di sacrificarmi per amore di Gesù,
per la conversione dei peccatori
e per riparare i peccati commessi
contro il tuo Cuore immacolato.
Per mezzo di te e in unione al Cuore del tuo Figlio divino
voglio vivere per la gloria della santissima Trinità,
nella quale credo e spero,
la quale adoro e amo.
Amen.
San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716)
Preghiera infuocataAl Padre
[1] Ricordati, Signore, della comunità che ti sei acquistato nei tempi antichi (1). L’hai posseduta nel tuo spirito fin dall’eternità, quando rivolgevi ad essa il pensiero. L’hai posseduta nelle tue mani, quando traevi dal nulla l’universo. L’hai posseduta nel cuore, quando il tuo amato Figlio, morendo in croce, la consacrava irrigandola con il proprio sangue e l’affidava alla sua santa Madre.
[2] Signore, realizza i tuoi progetti di misericordia. Suscita gli uomini della tua destra (2), che hai mostrato in visioni profetiche ad alcuni dei tuoi più grandi servi: san Francesco di Paola, san Vincenzo Ferreri, santa Caterina da Siena e tanti altri del secolo scorso e anche del nostro (3).
[3] Ricordati, Dio onnipotente, di questa compagnia! Impegna la forza del tuo braccio non certo affievolito (4), per farla nascere e giungere alla perfezione. Rinnova i segni e compi altri prodigi (5); fa’ che sentiamo l’aiuto del tuo braccio. Tu che puoi trarre da pietre grezze altrettanti figli di Abramo (6), pronuncia una sola parola divina e manda buoni operai alla tua messe (7) e buoni missionari alla tua Chiesa.
[4] Ricordati, Dio misericordioso, dell’amore dimostrato anticamente al tuo popolo e per lo stesso amore ricordati di questa congregazione. Ricordati delle ripetute promesse, da te fatte per mezzo dei profeti e del tuo stesso Figlio, di esaudire le nostre giuste domande. Ricordati delle preghiere a te rivolte dai tuoi servi e serve nel corso di tanti secoli a questo proposito. Le loro aspirazioni, le loro lacrime accorate e il loro sangue versato si presentino a te per sollecitare efficacemente la tua misericordia. Ma ricordati soprattutto del tuo amato Figlio: guarda il volto del tuo consacrato (8). La sua agonia, il suo turbamento, il suo gemito d’amore nel giardino degli ulivi quando disse: Quale vantaggio dalla mia morte? (9), il suo supplizio crudele e il suo sangue versato ti chiedono a gran voce: misericordia! Per mezzo di questa congregazione possa il regno di Cristo innalzarsi stabile sulle rovine di quello dei tuoi nemici.
[5] Ricordati, Signore, di questa comunità per compiere la tua giustizia. È tempo che tu agisca, secondo la tua promessa. Hanno violato la tua legge (10), è stato abbandonato il tuo vangelo, torrenti di iniquità dilagano sulla terra e travolgono perfino i tuoi servi. Tutta la terra si trova in uno stato deplorevole (11), l’empietà siede in trono, il tuo santuario è profanato e l’abominio è giunto nel luogo santo (12). Signore, Dio giusto, lascerai nel tuo zelo che tutto vada in rovina? Tutto diverrà alla fine come Sodoma e Gomorra? Continuerai sempre a tacere e sempre pazienterai? La tua volontà non deve compiersi in terra come in cielo, e non deve stabilirsi il tuo regno? Non hai rivelato, già da tempo, a qualcuno dei tuoi amici un futuro rinnovamento della Chiesa? Non devono gli Ebrei riconoscere la verità? Tutto questo attende la Chiesa. Tutti i santi del cielo gridano: non farai giustizia? (13). Tutti i giusti della terra implorano: Amen. Vieni, Signore! (14). Tutte le creature, anche le meno sensibili, gemono (15) sotto il peso degli innumerevoli delitti di Babilonia e invocano la tua venuta che restauri ogni cosa.
Al Figlio
[6] Ricordati, Signore Gesù, della tua comunità! Ricordati di dare a tua Madre una nuova Compagnia per rinnovare ogni cosa. Così, per mezzo di Maria, concluderai gli anni della grazia, che hai inaugurato per mezzo di lei. Da’ figli e servi a tua Madre, altrimenti fammi morire! (16). Per tua Madre io ti prego. Ricordati di lei che ti ha generato (17), e non mi respingere. Ricordati di chi sei figlio, ed esaudiscimi. Ricorda che cosa tua Madre è per te e tu per lei, e appaga i miei desideri. Che cosa ti chiedo? Ti chiedo ciò che tu puoi, anzi oso affermare devi concedermi, quale vero Dio, cui è stato dato ogni potere in cielo e in terra (18), e quale figlio esemplare che ama immensamente sua Madre.
[7] Che cosa ti chiedo? Liberos! Sacerdoti liberi secondo la tua libertà, svincolati da tutto, distaccati da padre, madre (19), fratelli, sorelle, parenti secondo la carne, amici secondo il mondo; senza beni, impedimenti e preoccupazioni, perfino senza attaccamento alla propria volontà (20).
[8] Liberos! Uomini totalmente dedicati a te per amore e disponibili al tuo volere, uomini secondo il tuo cuore. Non deviati né trattenuti da progetti propri, realizzino tutti i tuoi disegni e abbattano tutti i tuoi nemici, come novelli Davide con in mano il bastone della Croce e la fionda del rosario (21).
[9] Liberos! Uomini simili a nubi elevate da terra e sature di celeste rugiada, pronte a volare dovunque le spinga il soffio dello Spirito Santo. I profeti hanno visto anche loro quando si chiedevano: Chi sono quelli che volano come nubi? (22). Andavano là dove lo Spirito li dirigeva (23).
[10] Liberos! Persone sempre a tua disposizione, sempre pronte a obbedirti alla chiamata dei superiori, come Samuele: Eccomi! (24), sempre pronte a correre e tutto sopportare con te e per te, come gli Apostoli: Andiamo anche noi a morire con lui! (25).
[11] Liberos! Veri figli di Maria, tua santa Madre, concepiti e generati dal suo amore (26), da lei portati in grembo, nutriti, educati con cura, sostenuti e arricchiti di grazie.
[12] Liberos! Veri servi della santa Vergine. Come san Domenico, andranno dappertutto con la torcia luminosa e ardente del Vangelo nella bocca e il Rosario in mano. Abbaieranno come cani, incendieranno come fiaccole, rischiareranno le tenebre del mondo come il sole (27). Avranno una vera devozione a Maria, cioè interiore e non ipocrita, esteriore e non ipercritica, saggia e non superstiziosa, affettuosa e non insensibile, costante e non instabile, santa e non presuntuosa. Per mezzo di essa schiacceranno la testa dell’antico serpente dovunque andranno, perché si realizzi pienamente la maledizione da te predetta: Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa (28).
[13] È vero, gran Dio! Come tu hai predetto, il demonio tenderà grandi insidie al calcagno di questa misteriosa donna, cioè alla piccola compagnia dei suoi figli, che verranno sul finire del mondo. Ci saranno grandi inimicizie tra questa stirpe benedetta di Maria e la razza maledetta di Satana; ma si tratterà di inimicizia totalmente divina, l’unica di cui tu sei l’autore. Le lotte e persecuzioni che la progenie di Belial (29) muoverà ai discendenti di tua Madre serviranno solo a far meglio risaltare quanto efficace sia la tua grazia, coraggiosa la loro virtù e potente tua Madre. A lei infatti hai affidato fin dall’inizio del mondo l’incarico di schiacciare con il calcagno e l’umile cuore la testa di quell’orgoglioso.
[14] Altrimenti fammi morire! Mio Dio, non è meglio per me morire piuttosto che vederti ogni giorno così crudelmente e impunemente offeso e trovarmi sempre più nel pericolo di venire travolto dai torrenti di iniquità che ingrossano? Preferirei mille volte la morte! Mandami un aiuto dal cielo, o toglimi la vita! Se non avessi la speranza che presto o tardi finirai con l’esaudire questo povero peccatore nell’interesse della tua gloria, come hai esaudito tanti altri (30), ti pregherei senza esitare con un profeta: Prendi la mia vita! (31) Ma la fiducia nella tua misericordia mi spinge a dichiarare con un altro profeta: Non morirò, resterò in vita e annuncerò le opere del Signore (32), fino a quando potrò esclamare con Simeone: Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace… perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza (33).
Allo Spirito Santo
[15] Spirito Santo, ricordati di generare e formare figli di Dio con Maria, tua santa e fedele sposa. Hai formato in lei e con lei il capo degli eletti, perciò con lei e in lei devi formare tutte le sue membra. Tu non generi nessuna Persona divina in seno alla divinità, ma soltanto tu formi tutte le persone divine fuori della divinità. Tutti i santi del passato e del futuro sino alla fine del mondo sono opere del tuo amore unito a quello di Maria.
[16] Il regno speciale di Dio Padre è durato fino al diluvio e si è concluso con un diluvio d’acqua. Il regno di Gesù Cristo è terminato con un diluvio di sangue. Ma il tuo regno, Spirito del Padre e del Figlio, continua tuttora e finirà con un diluvio di fuoco d’amore e di giustizia (34).
[17] Quando verrà questo diluvio di fuoco del puro amore, che devi accendere su tutta la terra in modo così dolce e veemente da infiammare e convertire perfino i musulmani, i pagani e gli Ebrei? Nulla si sottrae al suo calore (35). Si accenda dunque questo divino fuoco, che Gesù Cristo è venuto a portare sulla terra (36), prima che divampi quello della tua ira, che ridurrà in cenere tutta la terra.
[18] Mandi il tuo Spirito e tutti sono creati, e rinnovi la faccia della terra (37). Invia sulla terra questo Spirito tutto fuoco e crea sacerdoti tutto fuoco! Dal loro ministero sia rinnovato il volto della terra e riformata la tua Chiesa. Ricordati della tua comunità. È una congregazione, un’assemblea, un gruppo di prescelti nel mondo e dal mondo: Io vi ho scelti dal mondo (38). È un gregge di agnelli mansueti da radunare fra tanti lupi (39), una compagnia di caste colombe e di aquile reali fra tanti corvi, uno sciame d’api fra tanti calabroni, un branco di agili cervi fra tante tartarughe, una torma di intrepidi leoni fra tante timide lepri. Signore, raccoglici di mezzo ai popoli (40), radunaci, rendici uniti, perché sia pienamente glorificato il tuo nome santo e potente.
[19] Tu hai predetto questa insigne compagnia al tuo profeta, che ne parla in termini molto oscuri e misteriosi, ma totalmente divini:
10. Una pioggia volontaria, o Dio, mettesti a parte per la tua eredità. Questa era esausta, ma tu l’hai rinvigorita.
11. I tuoi animali abitarono in essa. Nella tua bontà, o Dio, hai provveduto al povero.
12. Il Signore darà la parola a quelli che annunziano la lieta notizia con grande forza.
13. Il re delle schiere è a favore del popolo prediletto e le donne, ornamento della casa, già spartiscono il bottino.
14. Quando vi riposate fra le greggi siete come colombe dalle ali argentate e dalle piume dal color dell’oro.
15. Quando il re del cielo sbaragliò i re di Canaan, nevicava sul monte Selmon.
16. Montagna fertile è il Monte di Dio, Montagna compatta e lussureggiante.
17. Perché invidiate, monti dalle alte cime, la montagna che Dio ha scelto per sua dimora? Il Signore vi abiterà per sempre! (41).
[20] Che cos’è, Signore, questa pioggia volontaria che hai separata e scelta per rinvigorire la tua eredità esausta? Non sono forse questi santi missionari, figli di Maria tua sposa, che tu devi scegliere e radunare per il bene della tua Chiesa così indebolita e macchiata dai peccati dei suoi figli?
[21] Chi sono questi animali e questi poveri, che abiteranno nella tua terra e saranno nutriti dai cibi dolci che hai loro preparato? Non sono forse questi missionari poveri, abbandonati alla Provvidenza e saziati dall’abbondanza delle tue delizie (42)? Non sono essi i misteriosi animali di cui parla Ezechiele? (43). Avranno l’umanità dell’uomo per la loro carità disinteressata e benefica verso il prossimo; il coraggio del leone per il loro santo sdegno e lo zelo ardente e prudente contro i demòni, figli di Babilonia; la forza del bue per i loro lavori apostolici e la mortificazione contro la carne, e infine l’agilità dell’aquila per la loro contemplazione in Dio. Tali saranno i missionari che tu vuoi mandare nella tua Chiesa. Essi avranno un occhio d’uomo per il prossimo, un occhio di leone per i tuoi nemici, un occhio di bue per se stessi e un occhio d’aquila per te.
[22] Questi imitatori degli Apostoli predicheranno con grande forza (44), così grande e strepitosa da scuotere tutti gli animi e i cuori dovunque si recheranno. Ad essi infatti darai la tua parola, anzi la tua lingua e sapienza, a cui nessun avversario potrà resistere (45).
[23] In qualità di Re delle virtù di Gesù Cristo prediletto, troverai le tue compiacenze fra questi prediletti, poiché in ogni loro missione essi avranno l’unico scopo di attribuire a te la gloria dei trofei riportati sui tuoi nemici.
[24] Per l’abbandono alla Provvidenza e la devozione a Maria, avranno le ali argentate della colomba, cioè la purezza di dottrina e di vita. Avranno anche spalle color d’oro, cioè una perfetta carità verso il prossimo per tollerarne i difetti e un grande amore a Gesù Cristo per portarne la croce.
[25] Soltanto tu, come Re dei cieli e Re dei re, separerai dalla massa questi missionari come altrettanti re per renderli più bianchi della neve del Selmon, la montagna di Dio, fertile e lussureggiante, solida e compatta, dove Dio mirabilmente si compiace, risiede e dimorerà per sempre. Signore, Dio di verità, chi è questa misteriosa montagna di cui riveli tante cose mirabili, se non Maria, tua cara Sposa? Lei è la montagna che tu hai eretto sulla cima dei monti più alti (46), le sue fondamenta sono sui monti santi (47). Beati, molto beati, i sacerdoti da te prescelti e destinati a dimorare con te su questa montagna fertile e santa. Qui essi diventeranno re per l’eternità con il distacco dalla terra e l’elevazione in Dio. Diverranno più bianchi della neve perché uniti a Maria, tua sposa totalmente bella, pura e immacolata. Saranno arricchiti della rugiada del cielo e dell’abbondanza della terra (48), di ogni benedizione temporale ed eterna di cui Maria è ricolma. Dall’alto di questa montagna, come Mosè, con le loro ardenti preghiere scaglieranno frecce contro i nemici per abbatterli o convertirli (49). Su questa montagna impareranno dalla bocca stessa di Gesù Cristo, che sempre vi dimora, il significato delle otto beatitudini. Su questa montagna di Dio saranno trasfigurati con Cristo come sul Tabor, moriranno con lui come sul Calvario, ascenderanno al cielo con lui come sul monte degli ulivi.
[26] Ricordati della tua comunità. A te solo spetta costituire questa comunità con la tua grazia. Se l’uomo per primo vi porrà mano, non se ne farà nulla; se vi metterà qualcosa di suo, rovinerà e sconvolgerà tutto. Dio grande, è compito esclusivamente tuo! Realizza quest’opera del tutto divina. Raccogli, chiama, raduna da ogni parte del tuo regno i tuoi eletti per farne un corpo d’armata contro i tuoi nemici.
[27] Guarda, Signore, Dio degli eserciti! I capitani mobilitano intere compagnie, i sovrani arruolano armate numerose, i navigatori formano flotte complete, i mercanti si affollano nei mercati e nelle fiere. Quanti ladri, empi, ubriaconi e dissoluti si raggruppano in gran numero ogni giorno con tanta facilità e prontezza contro di te! Basta dare un fischio, battere un tamburo, mostrare la punta smussata di una spada, promettere un ramo secco di alloro, offrire un pezzo di terra gialla o bianca! Basta insomma prospettare una voluta di fumo d’onore, un interesse da nulla e un misero piacere animalesco… e in un istante si riuniscono i ladri, si ammassano i soldati, si congiungono i battaglioni, si assembrano i mercanti, si riempiono le case e le fiere, e si coprono la terra e il mare di un’innumerevole moltitudine di perversi! Benché divisi fra loro a causa della distanza di luogo o della differenza di carattere o della diversità d’interesse, si uniscono tutti insieme fino alla morte per muoverti guerra sotto la bandiera e la guida del demonio.
[28] E quanto a te, gran Dio? Non ci sarà quasi nessuno che prenda a cuore la tua causa anche se nel servirti c’è tanta gloria, utilità e dolcezza? Perché così pochi soldati sotto la tua bandiera? Quasi nessuno griderà in mezzo ai suoi fratelli, per lo zelo della tua gloria, come san Michele: Chi è come Dio? (50). Lasciami allora gridare dappertutto: Al fuoco! al fuoco! al fuoco!… Aiuto! aiuto! Aiuto!… Al fuoco nella casa di Dio! Al fuoco nelle anime! Al fuoco perfino nel santuario… Aiuto! stanno assassinando il nostro fratello!… Aiuto! stanno sgozzando i nostri figli!… Aiuto! stanno pugnalando il nostro buon padre!… (51).
[29] Chi sta con il Signore, venga da me! (52). Tutti i buoni sacerdoti sparsi nel mondo cristiano, sia che si trovino tuttora in pieno combattimento o si siano ritirati dalla mischia nei deserti e nelle solitudini, vengano e si uniscano a noi (53). Formiamo insieme, sotto la bandiera della Croce, un esercito schierato e pronto alla battaglia, per attaccare compatti i nemici di Dio che han già dato l’allarme: Suonano l’allarme, fremono (54), digrignano i denti (55), sono sempre più numerosi (56). «Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami». Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce dall’alto il Signore (57).
[30] Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano! (58). Svégliati, perché dormi, Signore? Dèstati! (59). Signore, alzati! Perché fingi di dormire? Alzati con tutta la tua onnipotenza, misericordia e giustizia. Fórmati una compagnia scelta di guardie del corpo per proteggere la tua casa, difendere la tua gloria e salvare le anime, affinché ci sia un solo ovile e un solo pastore (60) e tutti possano glorificarti nel tuo tempio (61). Amen.
DIO SOLO!