mercoledì 8 aprile 2015

Ratzinger e la Teologia della liberazione: "Fu falsificazione della fede"






Matteo Matzuzzi su Il Foglio di ieri.

Le parole di Benedetto XVI apriranno il nuovo libro su Papa Wojtyla. 

Saranno le parole di Benedetto XVI ad aprire il libro "Accanto a Giovanni Paolo II. Gli amici & i collaboratori raccontano" (Ares) curato dal vaticanista Wlodzimierz Redzioch di cui il Corriere della Sera offre ampi stralci. Ratzinger ha risposto per iscritto e ha personalmente voluto verificare la traduzione in italiano delle sue parole. Alla domanda su quali siano state "le sfide dottrinali" affrontate insieme a Karol Wojtyla durante il mandato alla guida della congregazione per la Dottrina della Fede, Benedetto XVI risponde così:

"La prima grande sfida che affrontammo fu la Teologia della liberazione che si stava diffondendo in America latina. Sia in Europa che in America del Nord era opinione comune che si trattasse di un sostegno ai poveri e dunque di una causa che si doveva approvare senz'altro. Ma era un errore. La povertà e i poveri erano senza dubbio posti a tema dalla Teologia della liberazione e tuttavia in una prospettiva molto specifica. (…) Non era questione di aiuti e di riforme, si diceva, ma del grande rivolgimento dal quale doveva scaturire un mondo nuovo. La fede cristiana veniva usata come motore per questo movimento rivoluzionario, trasformandola così in una forza di tipo politico. (…) Naturalmente, queste idee si presentavano con diverse varianti e non sempre si affacciavano con assoluta nettezza, ma, nel complesso, questa era la direzione. A una simile falsificazione della fede cristiana bisognava opporsi anche proprio per amore dei poveri e a pro del servizio che va reso loro". (…) Giovanni Paolo II "ci guidò da un lato a smascherare una falsa idea di liberazione, dall'altro a esporre l'autentica vocazione della chiesa alla liberazione dell'uomo".







Nessun commento:

Posta un commento