La Chiesa custodisca sempre l’alleanza tra uomo e donna,
così come Dio l’ha pensata e creata, perché il “matrimonio e la famiglia”
ritrovino oggi tutto il loro “onore”. È l’auspicio che ha attraversato la
catechesi di Papa Francesco all’udienza generale in Piazza San Pietro, dedicata ancora una volta al rapporto di “reciprocità”
che lega l’uomo e la donna.
di Alessandro De Carolis:
La scena dell’Eden narrata dalla Bibbia mostra in dettaglio
quale progetto Dio abbia avuto sull’uomo e sulla donna fin dall’inizio di
tutto: rendere entrambi vicini, complementari, uniti da un forte vincolo di
“comunione”, e in nessun caso l’uno superiore all’altra.
La pienezza della reciprocità uomo-donna
Papa Francesco ripercorre i momenti culminanti della Genesi
sottolineando l’aspetto della solitudine che l’uomo inizialmente prova davanti
alla magnificenza del creato. La bellezza della natura, lo spettacolo degli
animali… Per lui “manca” sempre qualcosa, finché Dio non gli presenta la donna.
È solo in quel momento, nota Francesco, che il senso di solitudine svanisce:
“Finalmente c’è un rispecchiamento, una reciprocità. E
quando una persona – è un esempio per capire bene questo – vuole dare la mano a
un’altra, deve avere un altro davanti: se uno dà la mano e non ha nessuno, la
mano è lì, gli manca la reciprocità. Così era l’uomo, gli mancava qualcosa per
arrivare alla sua pienezza, gli mancava reciprocità”.
Non subordinazione, ma complementarietà
Francesco entra qui nel terreno minato della divisione
socioculturale che lungo la storia ha molto spesso posto uomo e donna su piani
diversi. Un contrasto che alcuni fanno risalire al momento stesso della
creazione. Al contrario, spiega il Papa, è proprio in quel frangente che si
nota come la donna nonsia “una ‘replica’ dell’uomo”, che sia venuta
“direttamente dal gesto creatore di Dio”:
“L’immagine della ‘costola’ non esprime affatto inferiorità
o subordinazione, ma, al contrario, che uomo e donna sono della stessa sostanza
e sono complementari, anche hanno questa reciprocità. E il fatto che – sempre
nella parabola – Dio plasmi la donna mentre l’uomo dorme, sottolinea proprio
che lei non è in alcun modo una creatura dell’uomo, ma di Dio. E anche
suggerisce un’altra cosa: per trovare la donna e possiamo dire per trovare
l’amore nella donna, ma per trovare la donna, l’uomo prima deve sognarla e poi
la trova”.
La dignità della differenza: no a maschilismo e
mercificazione
Diversi e complementari, dunque. E destinatari di una
fiducia “generosa, diretta e piena”. Dio, afferma Francesco, “si fida” delle
sue creature, che invece cedono al male, a un “delirio di onnipotenza che
inquina tutto e distrugge l’armonia”. Da quel momento, soggiunge, il “loro
rapporto verrà insidiato da mille forme di prevaricazione e di assoggettamento,
di seduzione ingannevole e di prepotenza umiliante”, che arriva ai nostri
giorni:
“Pensiamo alle molteplici forme di maschilismo dove la donna
era considerata di seconda classe. Pensiamo alla strumentalizzazione e
mercificazione del corpo femminile nell’attuale cultura mediatica. Ma pensiamo
anche alla recente epidemia di sfiducia, di scetticismo, e persino di ostilità
che si diffonde nella nostra cultura – in particolare a partire da una
comprensibile diffidenza delle donne – riguardo ad un’alleanza fra uomo e donna
che sia capace, al tempo stesso, di affinare l’intimità della comunione e di
custodire la dignità della differenza”.
Soprassalto di simpatia per alleanza uomo-donna
Il Papa chiede allora di trovare “un soprassalto di simpatia”
per questa alleanza tra uomo e donna. Viceversa, a rimetterci saranno i figli,
“sempre più sradicati” da questa visione unitaria “fin dal grembo materno”:
“Dobbiamo riportare in onore il matrimonio e la famiglia! E
la Bibbia dice una cosa bella: l’uomo trova la donna, si incontrano, loro, e
l’uomo deve lasciare qualcosa per trovarla pienamente. E per questo l’uomo
lascerà suo padre e sua madre per andare da lei. E’ bello! Questo significa
incominciare una strada. L’uomo è tutto per la donna e la donna è tutta per
l’uomo”.
Al momento dei saluti ai gruppi di lingua portoghese, Papa
Francesco ne ha rivolto uno a tutte le famiglie, specialmente a quelle “che
sono in difficoltà”. Siano certe, ha detto, che “esse sono un dono di Dio e il
fondamento della vita sociale”.
radiovaticana.va/news/2015/04/22
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