redazione UCCR
L’American Psychological Association negli ultimi
mesi ha reso disponibili i risultati di una
ricerca relativa ad un nuovo settore della psicologia, la “spiritualità
relazionale”, così chiamata da Annette Mahoney della Bowling Green
State University e da Annamarie Cano della Wayne State University, le due
ricercatrici che hanno curato la pubblicazione di questi studi per il
Journal of Family Psychology.
La “spiritualità relazionale” è l’influenza delle
pratiche religiose, o relative alla spiritualità, all’interno dei nuclei
familiari o dentro alle relazioni di coppia. Nel numero di ottobre del del
Journal of Family Psychology sono comparse quattro ricerche riguardanti le modalità
attraverso cui la fede religiosa può arricchire i rapporti
matrimoniali o di coppia. Si tratta della “Partner-focused
petitionary prayer” (PFPP) cioè la preghiera reciproca dei membri della
coppia per il loro rapporto e benessere. Secondo gli studiosi, tale pratica non
solo richiamerebbe un aspetto soprannaturale con il quale confrontare le loro
vite, ma aumenterebbe nella coppia la qualità della relazione, richiedendo
maggior impegno nel rapporto vissuto quotidianamente.
La sacralità del matrimonio, per alcuni
ricercatori della Bowling Green State University, darebbe inoltre un apporto
fondamentale alla stabilità della coppia: le persone sposate
religiosamente hanno la certezza che il loro legame non è solo una “questione
privata”, risultano perciò avere delle relazioni migliori rispetto alle coppie
non religiose e questo risultato è particolarmente influenzato dalla sincerità e
dal confronto su problemi e dubbi di carattere spirituale all’interno della
coppia. Il numero di ottobre conteneva anche una sezione dedicata alle coppie
anziane: la sacralità, la sfera religiosa su cui si fondano i loro matrimoni,
molto percepita da queste coppie, permette sia alle mogli che ai mariti di
essere più soddisfatti e di ritenersi più grati delle loro
vite.
Nel numero di dicembre del Journal of Family
Psychology, invece, sono comparsi cinque studi che presentavano interessanti
spunti su come una vita religiosamente vissuta possa influenzare
positivamente la crescita, l’educazione e lo sviluppo dei bambini, in
particolar modo per quanto riguarda le famiglie afro-americane. Proprio in
questi nuclei familiari, infatti, si è constatato non solo che i figli crescono
con una sana vita religiosa grazie alla ricezione di valori critici da parte
degli adulti (spesso presenti anche i nonni), ma anche che le madri
riescono meglio a vivere la loro vita sociale se loro stesse
conducono una vita religiosa.
Altrettanto interessanti le seguenti scoperte,
elencate in singoli articoli della rivista: la frequenza ai riti religiosi con i
genitori garantisce al bambino un maggior benessere psicologico
(perché favorirebbe l’attaccamento ai genitori e la vicinanza ad/di una intera
comunità, entrambi fattori positivi nella crescita del bambino fino al
quindicesimo anno di età); gli adolescenti con accesso a pratiche religiose
risultano essere meno inclini all’assunzione di sostanze
stupefacenti; «La religiosità può avere il potenziale di annullare
l’impatto di elevati livelli di stress associati alla presenza di genitori
ossessivi e migliorare la salute degli adolescenti, oltre che
garantire il benessere all’interno delle famiglie», secondo gli psicologi
autori di questo studio (J.K. Spoon, P. Farley, C.J. Holmes della Virginia State
University e G.S. Longo dell’University of Montevallo). Infine, nell’ultimo
articolo, si trova uno studio sugli adolescenti e il loro rapporto con Dio: più
è sviluppato tale rapporto e meno risultano problemi di interazione
sociale.
Come abbiamo scritto nel nostro apposito dossier, non bisogna cadere
nell’errore di ridurre la religiosità agli effetti benefici di una vita
religiosamente vissuta. Queste ricerche rilevano semplicemente la
positività della fede cristiana (gli studi sono svolti su
credenti cristiani) anche a livello di salute e benessere psicofisico, come tali
vanno prese. Inoltre, le stesse curatrici si sono augurate che «la
pubblicazione di questi articoli spronerà ad approfondire la ricerca sui modi in
cui la religione e la spiritualità possono aiutare le coppie in
difficoltà».
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