lunedì 16 marzo 2015

"Misericordia", no "martirio". I cardinali di nuovo divisi





di Lorenzo Bertocchi 

In Inghilterra durante il fine settimana due cardinali, Louis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, e Raymon Burke, statunitense, patrono dell'Ordine di Malta, hanno tenuto due conferenze dai toni molti diversi.  Secondo quanto riporta The Telegraph, Tagle, intervenendo davanti a 8.000 giovani cattolici alla Wembley Arena, avrebbe detto che l'approccio del clero cattolico, «duro» e «severo», nei confronti di omosessuali, divorziati e ragazze madri, ha fatto danni durevoli. Un certo atteggiamento avrebbe come «marchiato» queste categorie di persone, fino a «emarginarli socialmente». Per questo c'è bisogno di un nuovo approccio alla parola misericordia.

«In parte», ha detto il cardinale filippino al Telegraph, «anche i cambiamenti della sensibilità sociale e culturale sono tali che ciò che costituiva un modo accettabile nel passato di mostrare misericordia... ora, data la nostra mentalità contemporanea, non possono più essere visti così». Per fare questo, a suo giudizio, bisogna innanzitutto cambiare il “linguaggio” evitando modi troppo duri. Il punto non è quello di cambiare la dottrina in materia di etica sessuale, ma, dice Tagle, di applicare un «approccio pastorale che si concretizzi in relazioni di aiuto, nel sacramento della riconciliazione dove i singoli casi vengono affrontati personalmente, in modo che un aiuto, una risposta pastorale, possa essere data in modo adeguato alla persona». Questo approccio ai singoli casi, secondo il porporato filippino, dovrebbe essere considerato anche per l'accesso alla comunione ai divorziati risposati, nella scia di quanto proposto nelle tesi del cardinale Kasper per il Sinodo.

Il giovane cardinale filippino è una personalità emergente del collegio cardinalizio, membro del gruppo dirigente del Sinodo sulla famiglia, e da molti osservatori era già stato individuato come papabile nel Conclave 2013. Ora, per tanti, sarebbe il successore ideale di papa Francesco con cui c'è un feeling innegabile, come si è manifestato anche nel recente viaggio del Papa nelle Filippine. Nominato cardinale nel 2012 da Benedetto XVI, Tagle è spesso ricordato come esponente di rilievo della cosiddetta scuola di Bologna. Porta la sua firma il capitolo fondamentale del IV volume della storia del Concilio dell'officina bolognese, quello in cui si parla della cosiddetta “settimana nera” dell'autunno 1964.

Di altro tono, pur affrontando argomenti simili, l'intervento che il cardinale Burke ha tenuto in terra inglese nel fine settimana. Il patron dell'Ordine di Malta, in una conferenza organizzata da Voice of the Family, ha invitato i cattolici a essere pronti ad affrontare il martirio, se necessario, per difendere il matrimonio. «Dobbiamo essere pronti a soffrire per onorare e promuovere il Santo Matrimonio». A suo giudizio c'è bisogno di un’evangelizzazione che parta da zero: «la fede cristiana e la sua prassi devono essere impartite nuovamente, come è stato durante i primi secoli cristiani». Ha parlato della devastazione che nel mondo stanno provocando fenomeni quali «l'industria multimiliardaria della pornografia, o l'agenda omosessuale che può dare solo risultati di profonda infelicità o anche disperazione a coloro che sono colpiti da essa, oltre che produrre la distruzione della società, come è stato dimostrato storicamente».

«Fondamentale per la trasformazione della cultura occidentale», ha detto, «è la proclamazione della verità circa l'unione coniugale nella sua pienezza e la correzione del pensiero contraccettivo che teme la vita». L'errore e la confusione che circolano nel mondo intorno a questi temi, a suo giudizio, sarebbero entrati anche nella Chiesa, in particolar modo proprio attraverso il discorso tenuto al concistoro del febbraio 2014 da Kasper. Proprio quello stesso discorso che poco più a sud, a Londra, il cardinale Tagle stava elogiando per arrivare ad una nuova prassi pastorale più aperta e misericordiosa. «Dobbiamo ammettere, ha detto il porporato filippino, che tutta questa spiritualità, questa crescita in misericordia e l'attuazione delle virtù della misericordia è qualcosa che dobbiamo imparare più e più volte».

Siamo appena entrati nell'anno della misericordia e lo stesso Kasper, intervistato da Avvenire, ha fatto notare che «il comandamento della misericordia vuole quindi che la Chiesa non renda difficile la vita ai credenti e non faccia diventare la religione una forma di schiavitù». Se da un lato anche Kasper ritiene che «mettere la misericordia contro la verità o contro i comandamenti, e porli tra loro in opposizione, è un non senso teologico», d'altra parte dice che «nella gerarchia delle verità è, invece, corretto intendere la misericordia (…) come principio ermeneutico, non per sostituire o scalzare la dottrina e i comandamenti, ma per comprenderli e realizzarli nel modo giusto».  In questo senso, «realizzare nel modo giusto» dottrina e comandamenti - si aprono praterie pastorali che già ora sembrano dividere i pastori. Il week-end in terra d'Albione dei cardinali Tagle e Burke fornisce un esempio interessante.




La nuova Bussola Quotidiana 16-03-2015



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