Pubblicato da Berlicche
Recentemente una coppia mia amica, molto religiosa, ha dovuto affrontare il dolore di un figlio che ha deciso di sposarsi solo civilmente. Di questi tempi è già qualcosa che almeno un matrimonio ci sia; e la lama della libertà purtroppo a volte ferisce assai profondamente.
Paradossalmente questa lama spesso ci colpisce proprio quando pretende di salvarci. Ad esempio, il divorzio doveva “salvare” il matrimonio; ma il numero dei matrimoni in Italia comincia a scendere proprio a partire dall’avvento del divorzio stesso. E’ un dato oggettivo e, se volete considerarlo, perfettamente significativo della menzogna che sta alla base di certa propaganda.
Ci sono un mucchio di ragioni per non sposarsi, o per sposarsi civilmente. Ma sono vere? Non è che per “salvarci” la vita, ce la roviniamo?
Bene, ci sono risposte. Documentate. Avevo cominciato a tradurre un po’ di materiale, ma ho scoperto che in gran parte è un lavoro già fatto. Vi rimando alla pagina appena citata per le fonti, e mi limito qui ad un elenco schematico; eventuali altre fonti sono linkate nel testo. Lo ripeto: sono dati di ricerche reali.
I paesi dove la famiglia è più in crisi hanno livelli di violenza domestica molto più alti, quasi doppi, rispetto a quelli dove la famiglia tradizionale è ancora solida. Le donne con figli che subiscono più violenze dal proprio partner sono quelle non sposate e conviventi. L’uxoricidio è 9 volte maggiore nelle coppie di fatto.
Il matrimonio favorisce l’abbassamento della criminalità e dei comportamenti antisociali.
Le donne (e i loro figli) hanno tre volte meno probabilità di vivere sempre in povertà, se sono sposate, rispetto a quelle single o conviventi.
La convivenza prematrimoniale non migliora la scelta del partner, anzi al contrario innalza la propensione al disaccordo e al divorzio in caso di matrimonio successivo. Il peggioramento aumenta al crescere del tempo di convivenza.
Le coppie di fatto hanno da 2 a 2,5 volte più probabilità di rompersi di quelle sposate. Inoltre, il 97% delle coppie intatte in cui i figli abbiano oltre 15 anni sono coppie sposate. La convivenza a lungo termine è molto rara.
Gli uomini conviventi hanno quasi quattro volte più probabilità, rispetto ai mariti, di aver tradito l’anno precedente, ma anche le donne conviventi -generalmente più fedeli degli uomini-, hanno presentato otto volte più probabilità, rispetto alle mogli, di tradire il partner.
I massimi livelli di soddisfazione sessuale fisica ed emotiva li hanno le coppie sposate, arrivate al
matrimonio senza precedenti esperienze sessuali.
Le persone non sposate passano molto più tempo negli ospedali, sino al doppio; hanno probabilità molto maggiore di morire prematuramente; hanno più cancri, ictus, malattie cardiache. I rischi aumentano anche con il divorzio.
I maggiori disturbi mentali sono tra i divorziati e separati, i minori tra gli sposati. Il matrimonio è antidoto efficace allo stress.
Le persone sposate hanno migliore salute e benessere e felicità in genere di ogni altra categoria relazionale, indipendentemente dal clima sociale e normativo.
I conviventi e divorziati presentano livelli parecchio più elevati di depressione e maggiori livelli di consumo di alcol rispetto ai loro coetanei sposati.
I bambini di famiglie monoparentali o con genitori acquisiti tramite convivenza hanno meno incoraggiamento e aiuto nella scuola e in generale.
In famiglie disgregate o separate i figli hanno molto più spesso basso stato occupazionale in età adulta. I figli di non sposati hanno molti più problemi psichiatrici, alimentari, comportamentali, relazioni sessuali precoci. Se cresciuti con padri single o acquisiti hanno uso e consumo di droga molto più elevati. La propensione al divorzio dei figli di divorziati è più che doppia. Inoltre mostrano livelli più elevati di ansia/depressione e comportamento antisociale rispetto ai bambini i cui genitori restano sposati.
Il meglio per i figli è crescere con i genitori biologici e stabilmente sposati.
Alcuni paesi europei sono caratterizzati da modelli familiari particolarmente stabili. Questi paesi si trovano in diverse zone d’Europa, ma tutti hanno in comune la caratteristica di essere fortemente dominati dalla confessione cattolica. Paesi con una quota più alta di unioni di fatto hanno un’alta proporzione di unioni instabili. Poi, anche all’interno del matrimonio se si crede si sta decisamente meglio. La persona per cui si prega tradisce di meno.
I tassi di divorzio e separazioni, per l’Italia, sono doppi tra gli sposati con rito civile rispetto a quelli sposati con rito religioso. In altri paesi sono anche parecchio più alti.
Ecco, dopo tutti questi dati – e sono un bel po’ – come si può dire sul serio che il meglio per la propria vita e per quelli a cui vogliamo bene sia mantenersi “liberi”?
E già che siamo in tema: che cosa desiderate veramente? Davvero non volete qualcuno che vi ami per sempre, e da amare per sempre?
Paradossalmente questa lama spesso ci colpisce proprio quando pretende di salvarci. Ad esempio, il divorzio doveva “salvare” il matrimonio; ma il numero dei matrimoni in Italia comincia a scendere proprio a partire dall’avvento del divorzio stesso. E’ un dato oggettivo e, se volete considerarlo, perfettamente significativo della menzogna che sta alla base di certa propaganda.
Ci sono un mucchio di ragioni per non sposarsi, o per sposarsi civilmente. Ma sono vere? Non è che per “salvarci” la vita, ce la roviniamo?
Bene, ci sono risposte. Documentate. Avevo cominciato a tradurre un po’ di materiale, ma ho scoperto che in gran parte è un lavoro già fatto. Vi rimando alla pagina appena citata per le fonti, e mi limito qui ad un elenco schematico; eventuali altre fonti sono linkate nel testo. Lo ripeto: sono dati di ricerche reali.
I paesi dove la famiglia è più in crisi hanno livelli di violenza domestica molto più alti, quasi doppi, rispetto a quelli dove la famiglia tradizionale è ancora solida. Le donne con figli che subiscono più violenze dal proprio partner sono quelle non sposate e conviventi. L’uxoricidio è 9 volte maggiore nelle coppie di fatto.
Il matrimonio favorisce l’abbassamento della criminalità e dei comportamenti antisociali.
Le donne (e i loro figli) hanno tre volte meno probabilità di vivere sempre in povertà, se sono sposate, rispetto a quelle single o conviventi.
La convivenza prematrimoniale non migliora la scelta del partner, anzi al contrario innalza la propensione al disaccordo e al divorzio in caso di matrimonio successivo. Il peggioramento aumenta al crescere del tempo di convivenza.
Le coppie di fatto hanno da 2 a 2,5 volte più probabilità di rompersi di quelle sposate. Inoltre, il 97% delle coppie intatte in cui i figli abbiano oltre 15 anni sono coppie sposate. La convivenza a lungo termine è molto rara.
Gli uomini conviventi hanno quasi quattro volte più probabilità, rispetto ai mariti, di aver tradito l’anno precedente, ma anche le donne conviventi -generalmente più fedeli degli uomini-, hanno presentato otto volte più probabilità, rispetto alle mogli, di tradire il partner.
I massimi livelli di soddisfazione sessuale fisica ed emotiva li hanno le coppie sposate, arrivate al
matrimonio senza precedenti esperienze sessuali.
Le persone non sposate passano molto più tempo negli ospedali, sino al doppio; hanno probabilità molto maggiore di morire prematuramente; hanno più cancri, ictus, malattie cardiache. I rischi aumentano anche con il divorzio.
I maggiori disturbi mentali sono tra i divorziati e separati, i minori tra gli sposati. Il matrimonio è antidoto efficace allo stress.
Le persone sposate hanno migliore salute e benessere e felicità in genere di ogni altra categoria relazionale, indipendentemente dal clima sociale e normativo.
I conviventi e divorziati presentano livelli parecchio più elevati di depressione e maggiori livelli di consumo di alcol rispetto ai loro coetanei sposati.
I bambini di famiglie monoparentali o con genitori acquisiti tramite convivenza hanno meno incoraggiamento e aiuto nella scuola e in generale.
In famiglie disgregate o separate i figli hanno molto più spesso basso stato occupazionale in età adulta. I figli di non sposati hanno molti più problemi psichiatrici, alimentari, comportamentali, relazioni sessuali precoci. Se cresciuti con padri single o acquisiti hanno uso e consumo di droga molto più elevati. La propensione al divorzio dei figli di divorziati è più che doppia. Inoltre mostrano livelli più elevati di ansia/depressione e comportamento antisociale rispetto ai bambini i cui genitori restano sposati.
Il meglio per i figli è crescere con i genitori biologici e stabilmente sposati.
Alcuni paesi europei sono caratterizzati da modelli familiari particolarmente stabili. Questi paesi si trovano in diverse zone d’Europa, ma tutti hanno in comune la caratteristica di essere fortemente dominati dalla confessione cattolica. Paesi con una quota più alta di unioni di fatto hanno un’alta proporzione di unioni instabili. Poi, anche all’interno del matrimonio se si crede si sta decisamente meglio. La persona per cui si prega tradisce di meno.
I tassi di divorzio e separazioni, per l’Italia, sono doppi tra gli sposati con rito civile rispetto a quelli sposati con rito religioso. In altri paesi sono anche parecchio più alti.
Ecco, dopo tutti questi dati – e sono un bel po’ – come si può dire sul serio che il meglio per la propria vita e per quelli a cui vogliamo bene sia mantenersi “liberi”?
E già che siamo in tema: che cosa desiderate veramente? Davvero non volete qualcuno che vi ami per sempre, e da amare per sempre?
Pubblicato su meditabondazioni
27 febbraio 2015
Nessun commento:
Posta un commento