Card. Sarah
Francesco ha nominato il sessantanovenne porporato africano alla guida della Congregazione del Culto divino, nel posto lasciato vacante da Cañizares
ANDREA TORNIELLI
Era una nomina sulla quale si appuntavano tante attenzioni: chi sarebbe diventato Prefetto della Congregazione del culto divino dopo il ritorno del cardinale Antonio Cañizares in Spagna? La risposta è arrivata a mezzogiorno di oggi: Francesco ha designato alla guida del dicastero che si occupa di liturgia il cardinale Robert Sarah, attuale presidente del pontificio consiglio Cor Unum, uno degli organismi curiali destinati a essere accorpati nella futura riforma della Curia. La nomina è stata annunciata oggi, ma porta la data di ieri, 23 novembre, festa di Cristo Re.
Nato il 15 giugno 1945 a Ourous, in Guinea da una famiglia cattolica, è stato ordinato sacerdote nel luglio 1969 per la diocesi di Conakry. Ha studiato teologia alla Gregoriana e Sacra Scrittura allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Nel 1979 Giovanni Paolo II lo nomina a soli trentaquattro anni arcivescovo di Conakry: Sarah viene consacrato vescovo dal cardinale Giovanni Benelli, arcivescovo di Firenze, già nunzio in Senegal. Nel 1985 viene eletto presidente della Conferenza episcopale guineana.
Nell'ottobre del 2001 arriva il trasferimento a Roma: Papa Wojtyla lo nomina segretario di Propaganda Fide. Nove anni dopo, il 7 ottobre 2010, Benedetto XVI gli affida la presidenza del Pontificio Consiglio «Cor Unum» e nel concistoro del novembre successivo lo crea cardinale, con il titolo della diaconia di San Giovanni Bosco in via Tuscolana. Sarah è il primo cardinale proveniente dalla Guinea- Conakry.
Con la nomina odierna un porporato dell'Africa torna a guidare una Congregazione vaticana. Proprio al dicastero del Culto divino e della disciplina dei sacramenti dal 2002 al 2008 era stato Prefetto il cardinale nigeriano Francis Arinze, mentre negli anni precedenti, dal 1984 al 1998, a capo della Congregazione dei vescovi era stato Bernardin Gantin, cardinale originario del Benin.
«Per me è una bontà del Signore che non merito - aveva detto Sarah alla Radio Vaticana in occasione del concistoro - ed è anche una chiamata ad amare di più il Signore e a morire per Lui, per il Vangelo, per la salvezza del mondo... Io vorrei dire “grazie” al Santo Padre che ha deciso di conferirmi questo onore, ma comprendo anche questa chiamata come venuta da Dio, per una vita più sacerdotale, più cristiana. Penso che oggi il mondo abbia bisogno di uomini di Dio, uomini che vivano la loro vita come una presenza fisica di Dio nel mondo».
Sarah è conosciuto per avere un profilo molto spirituale: nominando alla guida del dicastero liturgico Papa Bergoglio ha scelto un pastore con un'esperienza di ben 22 anni trascorsi alla guida di una diocesi. Negli anni scorsi il nuovo Prefetto del Culto aveva ottenuto la ribalta della cronaca per aver ricordato come l'Africa sia sfruttata dai poteri del mondo, e anche per un'omelia del 2011 pronunciata celebrando nuove ordinazioni di preti e diaconi presso la «Communauté Saint-Martin» di Candes, dove molta attenzione viene posta sulla formazione liturgica: in questa occasione Sarah richiamò il dovere dei pastori di annunciare fedelmente gli insegnamenti di Gesù e a non tacere sulle «gravi deviazioni» in campo morale.
In un'intervista con Zenit, lo scorso 23 ottobre, il neo-Prefetto del Culto divino aveva parlato del Sinodo straordinario sulla famiglia appena concluso affermando di non considerare il tema dell’ammissione all'eucaristia dei cattolici divorziati e risposati come una delle «vere sfide che interessano le famiglie di oggi». «La crisi della famiglia - spiegava - deriva dalla concezione relativistica per cui è cambiato il concetto di matrimonio e di vita di coppia». Nei giorni precedenti, in un colloquio con Catholic News Agency aveva denunciato le pressioni dei gruppi internazionali che condizionano gli aiuti economici in Africa all'accettazione della teoria del gender.
Lo scorso 7 novembre, intervenendo a una conferenza sulla «Caritas in Veritate», il neo-Prefetto del Culto aveva detto: «È molto importante dire che la fame di cui soffriamo oggi è non avere Dio nella nostra vita, nella nostra società». Il cardinale ha spiegato che l’enciclica di Benedetto XVI insiste sul fatto che la carità è il modo in cui esprimiamo la nostra fede. E se dare il cibo a chi non ne ha è necessario, «il cibo principale è Dio».
Sarah ha un profilo piuttosto tradizionale: il 24 ottobre scorso ha tenuto un incontro per i sacerdoti partecipanti all'annuale pellegrinaggio romano dei fedeli legati alla messa antica. Con il suo arrivo alla guida del dicastero del Culto divino non ci si dovranno dunque aspettare sperimentalismi in campo liturgico.
Vatican Insider 24/11/2014
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