sabato 15 novembre 2014

A futura memoria. Il papa su aborto, eutanasia, procreazione artificiale


SCP



di Sandro Magister

Sabato 15 novembre, nel dare udienza all’associazione dei medici cattolici italiani, papa Francesco ha ridetto contro l’aborto, l’eutanasia, l’uccisione degli embrioni e la procreazione artificiale quello che lui ha sempre detto, anche se di rado. Perché su queste cose ha lui stesso una volta spiegato che “il parere della Chiesa lo si conosce e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione”.

I presenti l’hanno più volte applaudito. Ma non è un mistero che tra loro, pur cattolici, ve ne sono diversi che sostengono il contrario di quanto detto dal papa. Ad esempio il professor Giorgio Lambertenghi Deliliers, fino a due anni fa presidente dei medici cattolici di Milano, “martiniano” di ferro, favorevolissimo alla fecondazione eterologa e in polemica aperta con quelli che definisce “i più agguerriti difensori dell’ortodossia cattolica”.

Jorge Mario Bergoglio non sarà “agguerrito”, ma quel che ha detto l’ha detto. E sarà interessante misurare l’impatto di queste sue parole anche su quell’opinione laica che lo osanna. E che cercherà di rimediare relegandole nel dimenticatoio.

A futura memoria, ecco dunque il passaggio clou del discorso di papa Francesco, in parte letto e in parte pronunciato a braccio, come fa sempre quando la materia l’appassiona.


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PAPA FRANCESCO AI MEDICI CATTOLICI

[…] Il pensiero dominante propone a volte una “falsa compassione”: quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica “produrre” un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre.

La compassione evangelica invece è quella che accompagna nel momento del bisogno, cioè quella del Buon Samaritano, che “vede”, “ha compassione”, si avvicina e offre aiuto concreto. La vostra missione di medici vi mette a quotidiano contatto con tante forme di sofferenza: vi incoraggio a farvene carico come “buoni samaritani”, avendo cura in modo particolare degli anziani, degli infermi e dei disabili.

La fedeltà al Vangelo della vita e al rispetto di essa come dono di Dio a volte richiede scelte coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione di coscienza. E a tante conseguenze sociali che tale fedeltà comporta.

Noi stiamo vivendo un tempo di sperimentazioni con la vita. Ma uno sperimentare male. Fare figli invece di accoglierli come dono, come ho detto. Giocare con la vita. Siate attenti, perché questo è un peccato contro il Creatore: contro Dio Creatore, che ha creato le cose così.

Quante volte nella mia vita di sacerdote ho sentito obiezioni. “Ma dimmi, perché la Chiesa si oppone all’aborto, per esempio? È un problema religioso?” – “No, no. Non è un problema religioso”. – “È un problema filosofico?” – “No, non è un problema filosofico. È un problema scientifico, perché lì c’è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema”. – “Ma no, il pensiero moderno…” – “Ma senti, nel pensiero antico e nel pensiero moderno la parola uccidere significa lo stesso!”.

Lo stesso vale per l’eutanasia: tutti sappiamo che con tanti anziani, in questa cultura dello scarto, si fa questa eutanasia nascosta. Ma, anche c’è l’altra. E questo è dire a Dio: “No, la fine della vita la faccio io, come io voglio”. Peccato contro Dio Creatore. Pensate bene a questo. […]










Settimo Cielo   15 nov 14


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