Nei lavori completi del Papa emerito Benedetto XVI un articolo del 1972 è stato pubblicato senza che sia presente un passaggio in cui l’allora semplice teologo Ratzinger apriva alla possibilità della comunione per i divorziati risposati. Questa espunzione è interessante, perché quel passaggio è stato citato di frequente dal cardinale Walter Kasper, fautore dell'eucarestia ai divorziati risposati.
di Marco Tosatti
Nei lavori completi del Papa emerito Benedetto XVI un articolo del 1972 è stato pubblicato senza che sia presente un passaggio in cui l’allora semplice teologo Ratzinger apriva alla possibilità della comunione per i divorziati risposati.
Questa espunzione è interessante, perché quel passaggio è stato citato di frequente dal cardinale Walter Kasper, che come è noto al Sinodo 2014 è stato un acceso fautore di una possibilità per i divorziati risposati di accedere all’eucarestia. Secondo l’Irish Times, padre Vincent Twomey, un teologo che ha studiati sotto il prof. Ratzinger, è dell’opinione che questa modifica editoriale è significativa; il teologo suggerisce che il Papa emerito non vuole che vi siano strumentalizzazioni delle idee che aveva avanzato come giovane teologo; e che non ha ripetuto né come Prefetto della Fede, né come Papa.
Nel suo scritto originale del 1972, l’allora padre Joseph Ratzinger scriveva che il matrimonio era indissolubile, agli occhi della Chiesa cattolica. Se però, “Un secondo matrimonio ha provato di aver assunto una dimensione morale e etica” ed “è vissuto nello spirito della fede”, con “obblighi morali” verso la moglie e i figli, allora un’apertura verso l’eucarestia dopo un periodo di probazione “sembra essere niente di più che giusto e completamente seguendo la linea della tradizione della Chiesa”.
Secondo Twomey l’omissione “è un tentativo significativo” da parte di Benedetto XVI che le sue parole, scritte in un contesto diverso, possano venire usate adesso contro di lui.
LA STAMPA 19/11/2014
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