domenica 10 marzo 2013

Rivoluzione e illuminismo: genitori di tutte le ideologie moderne






Il presidente Giorgio Napolitano, in un recente intervento sull’Osservatore Romano ha affermato che «è stato impossibile -se non per piccole cerchie di nostalgici sul piano teoretico e di accaniti estremisti sul piano politico- sfuggire alla certificazione storica del fallimento dei sistemi economici e sociali d’impronta comunista».

Finalmente una chiara dichiarazione autorevole. Ma non è una posizione scontata: tutti sono pronti a condannare il fascismo ma esistono ancora molti che faticano a prendere le distanze dal comunismo, e altri che invece proseguono a sostenerlo. Marco Rizzo, leader dei Comunisti italiani (Sinistra Popolare) ha ad esempio recentemente espresso dolore e condoglianze per la morte di uno dei peggiori dittatori della storia del ’900, Kim Jong-il della Corea del Nord.

Giovanni Fighera, docente nei licei classico e scientifico e ricercatore di Filologia moderna presso l’Università degli Studi di Milano (e autore di questo blog) ha dato un’ottima definizione di “ideologia”: «Il termine indica un pensiero o un sistema di pensiero pregiudiziale, senza un fondamento di verifica nella realtà. Quindi, lo sguardo ideologico è quella modalità di trattare il reale non partendo dall’osservazione e dal desiderio di conoscenza dello stesso, bensì dall’idea preconcetta che si possa già avere». Tutto il contrario del cristianesimo, che non nasce all’interno dell’uomo, non nasce da un’idea ma -come ha spiegato Benedetto XVI- «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva».

Nel suo interessante articolo su La Nuova Bussola Quotidiana ha correttamente spiegato che la madre di tutte le ideologie contemporanee e quelle XX secolo è la Rivoluzione francese, perché, citando Giacomo Leopardi, «lo scopo non solo dei fanatici, ma dei sommi francesi o precursori, o attori, o […] complici della rivoluzione era esattamente di fare un popolo esattamente filosofo e ragionevole [...] l’uso intiero, esatto e universale della ragione e della filosofia, dovesse essere il fondamento e la cagione e la fonte della vita e della forza e della felicità di un popolo». Come conseguenza di questo, spiega Fighera, ci furono centinaia di migliaia di morti, una violenza inaudita nei confronti della tradizione cattolica francese, l’eliminazione della libertà di culto e di pensiero. Pensiamo alla ghigliottina di Danton, alla Legge dei sospetti e agli Anni del Terrore, altro che “liberté, égalité, fraternité“!!

E la Rivoluzione francese è figlia dell’Illuminismo, dove «dimenticandosi dell’abisso di male cui può pervenire l’uomo, l’Illuminismo francese propone una visione positiva della storia e del mondo, scordandosi, però, della persona. La positività riguarda la società nel suo progresso, non il singolo. Tutta la vita del singolo deve impegnarsi nella realizzazione di questo ipotetico futuro, che non risponde alle domande di felicità del cuore del singolo». Dall’Illuminismo al positivismo e con la «consolidata fiducia nella scienza e nel progresso, si rafforza nella convinzione che l’uomo possa finalmente realizzare un mondo perfetto senza Dio, confidando nelle “scienze positive” o nelle nuove dottrine politiche».

I totalitarismi del ’900 furono impostati sull’ateismo e/o sul positivismo scientista (nazismo ed eugenetica, ateismo scientifico obbligatorio nelle università sovietiche ecc.) ma sono arrivate a mostrare «l’inanità dello sforzo umano di poter costruire un mondo migliore senza Dio ricorrendo sempre alla violenza e alla sopraffazione».

Ancora oggi non sono tramontate le ideologie, si continua a presumere di «costruire la nuova città, di creare l’oasi, di fondare il mondo nuovo sulle ceneri del vecchio, che avrebbe palesato tutta la propria insufficienza». Relativismo, progressismo, ecologismo, libertinismo sessuale, teorie del gender…«le nuove ideologie mostrano sempre la medesima presunzione che l’uomo possa prendere il posto non più occupato da Dio e finalmente, lontano da ancestrali fantasie religiose e superstiziose, realizzare il mondo giusto, equo, fondato sul diritto e su una morale al passo con i tempi».
Ancora una volta si ripete il peccato presuntuoso di Adamo ed Eva, ancora una volta la storia è pronta a dichiarare fallita l’ennesima rincorsa all’idolo di turno.



uccr   9 marzo 2013


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