martedì 12 marzo 2013

"Extra omnes". Ma anche Michelangelo voterà







La microcultura tipica del conclave. L’effetto degli affreschi della Cappella Sistina sui cardinali elettori. Il misterioso segno di Giona


di Sandro Magister

ROMA, 12 marzo 2013 – Nel pomeriggio di oggi i 115 cardinali che eleggeranno il nuovo papa faranno il loro ingresso in processione nella Cappella Sistina.

Il luogo in cui si svolgerà il conclave è unico al mondo. E gli affreschi sui quali cadrà lo sguardo dei cardinali elettori avrà su di loro un effetto anch'esso unico.

Come riconobbe Joseph Ratzinger ricordando i conclavi ai quali partecipò:

"So bene come eravamo esposti a quelle immagini nelle ore della grande decisione, come esse ci interpellavano, come insinuavano nella nostra anima la grandezza della responsabilità. La parola 'con-clave' impone il pensiero delle chiavi, dell’eredità delle chiavi lasciate a Pietro. Porre queste chiavi nelle mani giuste: è questa l’immensa responsabilità in quei giorni”.

In effetti, appena i 115 cardinali saranno entrati nella Sistina provenendo dalla Sala Regia, il loro primo sguardo cadrà sul celebre affresco del Perugino con Gesù che consegna le chiavi a Pietro.

Ma subito dopo avranno davanti agli occhi, sulla parete di fondo, il Giudizio universale dipinto da Michelangelo.

E sopra di esso l'imponente figura del profeta Giona, a sua volta rivolto verso Dio che separa la luce dalle tenebre, primo atto della creazione.

Poi i cardinali prometteranno il silenzio con la mano sul Vangelo, sempre avendo di fronte Giona e il Giudizio.

Poi ascolteranno la meditazione letta dal cardinale ultraottantenne Prosper Grech, grande maestro di patristica e discepolo e studioso di Agostino, l'autore di quel capolavoro di teologia della storia che è il "De civitate Dei"

Poi pregheranno e infine si accingeranno a votare. Sempre circondati dalle pareti e dalle volte affrescate della Cappella Sistina.

Nella Sistina l’insieme delle immagini – anche quelle anteriori agli affreschi di Michelangelo – dice l’origine divina del potere delle chiavi date a Pietro e ai suoi successori. Chiavi che aprono il Regno dei Cieli.

Ma la figura in posizione dominante di Giona, affidata da papa Giulio II al genio di Michelangelo, dice molto di più.

Giona è il profeta mandato da Dio a predicare la conversione ai pagani. Lui va, riluttante, ma si ribella a che Dio usi misericordia con la città di Ninive pentita. Nella volta della Sistina egli vede che il peccato accompagna la storia dell’uomo fin dal diluvio e, prima ancora, dai giorni di Adamo e di Eva. Da uomo retto vuole che il peccatore sia punito. Ma poi il suo sguardo si fissa sul primissimo atto di Dio che crea la luce. E capisce che Dio non sopporta che vada perso tutto quel che ha fatto sin dall’inizio del mondo, ma lo vuole soltanto salvare.

Quel “segno di Giona” che Gesù applica a sé in Matteo 12, 40 incomberà dunque sui cardinali riuniti per eleggere il nuovo successore di Pietro.

Come Giona, anche Pietro e i papi dopo di lui sono mandati da Gesù a predicare agli uomini la conversione perché “il Regno di Dio è vicino”. Queste sono le chiavi di Pietro, questo è il potere della Chiesa. Un potere che deriva dall’atto creativo di Dio e si rivelerà pienamente alla fine, nel Giudizio di Cristo sugli uomini e sul mondo.

“Porre queste chiavi nelle mani giuste: è questa l’immensa responsabilità”. Guardando i dipinti della Cappella Sistina i cardinali avvertiranno che la loro scelta non riguarderà solo la Chiesa, ma l'intero creato presente e futuro.

I cardinali che si chiuderanno in questo spazio per eleggere il nuovo papa non potranno non ricevere l’impronta dell’arte che li circonda. Non potranno non essere investiti dalla sua straordinaria potenza comunicativa.

Anche di questo è fatta la microcultura che fa di un conclave un evento unico.

Anche da qui nascerà la scelta del successore di Benedetto XVI.



http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350462

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