domenica 3 dicembre 2023
Della vicenda di impadronisce anche una fonte laicissima che riprendo di seguito. Non era solo uno sfogo quello del Pontefice contro il porporato conservatore. Ecco cosa sta succedendo. Precedenti qui - qui.Papa Francesco ha mandato via il cardinale Burke dal 1° dicembre.
di Franco Bechis
Non era solo uno sfogo quello di Papa Francesco sul cardinale conservatore Raymond Leo Burke: nel giro di una settimana secondo quanto risulta ad Open sono arrivate all’abitazione romana dell’Eminenza americana due raccomandate. Una con un decreto pontificio che gli ha comunicato la revoca dello stipendio cardinalizio. Una da parte dell’Apsa, la società vaticana che amministra anche il patrimonio ex Propaganda Fide, che gli comunica la fine del comodato gratuito dell’appartamento oggi in uso. Per entrambi i provvedimenti la decorrenza è quella del 1° dicembre 2023.
La sfuriata ai capi della Curia
Era appena il 20 novembre scorso il giorno in cui il Papa aveva – secondo autorevoli indiscrezioni – dato il preavviso di sfratto al cardinale durante una riunione con i Capi Dicastero della Curia Romana: «Il cardinale Burke», aveva motivato il pontefice, «è un mio nemico; perciò gli tolgo l’appartamento e lo stipendio». La frase ha rapidamente fatto il giro del mondo, suscitando scalpore e polemiche soprattutto negli Usa dove la componente conservatrice della Chiesa cattolica è molto forte ed influente.
Il dilemma dell’Obolo di San Pietro
A qualche giorno di distanza però non c’era stata notizia di atti concreti, e quello del Papa era sembrato più che altro uno sfogo che segnalava certamente i difficili rapporti con quel cardinale. Da ambienti della segreteria di Stato al Papa per altro era stata consigliata una certa prudenza, rimarcando come quella parte della Chiesa americana che certamente sostiene Burke era non solo influente, ma assai ricca e fra le principali donatrici dell’Obolo di San Pietro.
Il Cardinale, paghi 10 mila euro al mese e può restare qui
Quando Papa Francesco però si mette in testa una cosa, non c’è realpolitik in grado di frenarlo. Tanto è che i provvedimenti erano già stati messi in moto e il cardinale che ne era l’obiettivo – stando in questo momento negli Stati Uniti – ne è venuto a conoscenza solo nelle ultime ore, chiedendo ai suoi collaboratori romani di aprire la corrispondenza comunicandone il contenuto. Nel decreto curiale la revoca dello stipendio è motivata con l’attività di “disunione” della Chiesa che avrebbe lungamente contraddistinto atti, lettere e discorsi del cardinale. Nella lettera dell’Apsa si comunicava la fine al 30 novembre del comodato gratuito dell’appartamento di circa 400 metri quadrati, aggiungendo che se il cardinale avesse voluto restare inquilino sarebbe stato possibile pagando di tasca sua una cifra a metro quadro che avrebbe comportato un affitto superiore ai 10 mila euro mensili.
Il chiarimento del Papa al suo biografo
Al di là degli atti formali Papa Francesco ha voluto spiegare la sua decisione anche a un giornalista amico incontrato in Vaticano il pomeriggio del 27 novembre scorso. Si tratta del suo biografo britannico Austen Ivereigh, che ha raccontato il contenuto di quell’incontro sul sito wherepeteris.com dopo essere stato autorizzato a farlo dallo stesso Papa. Nella ricostruzione Francesco nega di avere pronunciato il 20 novembre la frase che gli era stata attribuita: «Non ho mai usato la parola ‘nemico’ né il pronome ‘mio’. Ho semplicemente annunciato il fatto alla riunione dei capi dicastero, senza dare spiegazioni specifiche», ha scritto a Ivereigh. [qui]
Francesco non voleva un annuncio pubblico
Il giornalista britannico spiega che il 27 novembre «nel corso della nostra conversazione, Francesco mi ha detto di aver deciso di togliere al cardinale Burke i privilegi cardinalizi – l’appartamento e lo stipendio – perché li aveva usati contro la Chiesa. Mi disse che, sebbene la decisione non fosse segreta, non intendeva fare un annuncio pubblico, ma che quel giorno (lunedì) era trapelata la notizia». Ivereigh nell’articolo commenta di suo: «Un cardinale, nel suo giuramento, promette obbedienza ‘al beato Pietro nella persona del Sommo Pontefice’. La formulazione non è casuale. Chiunque sia il Papa ha il carisma dell’autorità che Gesù ha affidato all’apostolo Pietro. Non è una questione di preferenze personali per questo o quel Papa. Minare, mettere in discussione e mettere in dubbio la legittimità dell’autorità dell’ufficio di Pietro sostenendo che il suo occupante non può essere fidato di tale ufficio va direttamente contro il giuramento che i cardinali fanno. Se un cardinale raggiunge questa convinzione in coscienza, l’integrità richiede che si dimetta dal suo ufficio».
Che farà oggi il cardinale Burke
Il cardinale Burke sfrattato resterà ancora negli Stati Uniti per due o tre settimane. Prima della fine di dicembre sicuramente tornerà a Roma, ma non ha ancora deciso se celebrare il Natale con i suoi fedeli in Wisconsin nel Santuario di Nostra signora di Guadalupe da lui fondato o se invece farlo in Vaticano con tutti gli altri cardinali e il Papa. Ai suoi collaboratori ha comunque chiesto di cercare fra le agenzie immobiliari un altro appartamento in affitto non lontano dal Vaticano ma a prezzi più abbordabili. Resterà quindi a Roma sostenuto anche economicamente dai numerosi fedeli americani che lo seguono da anni. -
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