domenica 29 settembre 2019

L'Osservatorio di Bioetica di Siena esprime il proprio sgomento sul “suicidio assistito”






29-09-2019

L'Osservatorio di Bioetica di Siena esprime il proprio sgomento di fronte al pronunciamento della Corte Costituzionale sul cosiddetto “suicidio assistito”. Con sentenza storica i giudici costituzionali hanno ritenuto “non punibile a determinate condizioni" l’assistenza al suicidio prevista dell’articolo 580 del codice penale.

Dallo scarno comunicato emesso si evince che la Corte:

  • ha demandato al giudice la responsabilità di applicare o meno il citato articolo 580 del codice penale, introducendo quindi un criterio di discrezionalità in una materia delicatissima e potenzialmente fonte di abusi.
  • fa riferimento alla legge sul consenso informato e sulle palliative, mentre purtroppo la realtà del nostro Paese è che le cure palliative sono ancora largamente non erogate.
  • prevede il ruolo attivo del Servizio Sanitario Nazionale nella fornitura del suicidio assistito ma non cita più l’obiezione di coscienza per i medici.
  • Infine, cosa gravissima, contempla tra le situazioni che rendono non punibile l’assistenza al suicidio, oltre alla sofferenza fisica causata da malattia irreversibile (NB: quindi anche malattie come il diabete) anche quella psicologica.
  • Si confermano quindi i timori espressi alla vigilia della sentenza: da oggi in Italia sarà molto più facile indurre al suicidio le persone deboli, fragili e perché no, quelle che sono “di peso”.
  • La Corte ha intrapreso una strada pericolosissima che segna la fine della civiltà, la fine della tutela del diritto alla vita, fino ad oggi costituzionalmente garantito e protetto.
  • La Corte ha legiferato scavalcando l’accertamento della volontà popolare espressa in Parlamento e tutto questo ci viene fatto passare per libertà e autodeterminazione: la morte è "il best interest”.
  • Spariscono dall’orizzonte improvvisamente temi come le cure palliative, terapia del dolore, sostegno ai pazienti a domicilio, assistenza ai disabili gravi, fondi per le prestazioni minime ai malati cronici. Ma la Corte costituzionale ha in mente un altro Paese, e pensa che il problema da risolvere oggi sia invece come concedere il diritto a farsi uccidere con un farmaco letale dal Servizio Sanitario Nazionale. 
  • Altrettanto grave la responsabilità di chi ha fatto credere a tutti che questa fosse la priorità e che ha portato un Paese per tradizione e cultura solidale e amante della vita a trovarsi in casa il suicidio assistito legale senza neppure accorgersene, privando con abile furto gli italiani dell'elementare diritto democratico a un dibattito pubblico.
Ci auguriamo che:

  • il Parlamento intervenga almeno per evitare derive peggiori. Lo scenario prossimo venturo lo si vede già nelle nazioni dove il suicidio assistito è legalizzato, ossia Olanda, Belgio e Lussemburgo. In Olanda le cause di morte per eutanasia sono al 4,4% e si uccidono anche i bambini.
  • che i medici continuino ad affermare che la loro professione sia svolta per eliminare la malattia e non il malato (secondo il motto "guarire qualche volta, curare spesso, prendersi cura sempre”) e possano almeno esprimere obiezione di coscienza alle pratiche mortifere
  • che la terapia del dolore e le cure palliative siano capillarmente diffuse in tutto il territorio nazionale - che il nostro Paese continui a diffondere la cultura della vita e della solidarietà all'origine dei nostri Ospedali, come testimoniato nella nostra città in maniera mirabile dal Santa Maria della Scala. Da oggi esiste il diritto a morire, chiediamo ora che venga stabilito e protetto ad ogni costo il diritto a vivere!










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