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by Aldo Maria Valli
di Giuseppe Baldacchini*
La Sindone di Torino (Sindone da ora in poi) è tra tutte le reliquie venerate dal popolo cristiano da molti secoli, se non da qualche millennio, anche quella che è stata al centro di studi tecnici e scientifici come mai accaduto per altri reperti religiosi e non in tutta la storia umana conosciuta. La ragione di questo accanimento investigativo risiede nel semplice fatto che per la Chiesa Cattolica la Sindone è stata sempre intesa come una prova della Resurrezione di Gesù Cristo, anche se ultimamente si è cercato di far passare una posizione più possibilista per conciliarsi il mondo laico. Ma quest’ultimo, o meglio l’umanesimo scientifico, non si è lasciato fuorviare da questo atteggiamento tattico, ed ha continuato in tutti i modi a denunciare al mondo l’origine medievale del reperto e quindi la sua falsità storica. Non solo, ma alcuni sostengono che la Chiesa stessa sia stata l’autrice di un simile falso in tempi in cui il suo potere era incontrastato. Inoltre nel corso della storia ci sono stati numerosi tentativi di impadronirsi della Sindone per distruggerla, e non è da scartare l’ipotesi che l’incendio del 1997[1] sia stato appiccato in modo doloso, anche se ufficialmente si è sempre parlato di un inconveniente casuale legato a lavori di ristrutturazione della cappella. In ogni caso, ha detto un noto studioso non religioso della Sindone[2]: “la mia conclusione è che la Sindone può essere il più importante tra tutti gli oggetti storici esistenti. Esso merita solamente i più accurati e meticolosi studi, e una attenta conservazione (2003)”. Ma quando è iniziato questo profondo interesse per un reperto che era uno tra i tanti in possesso dalla Chiesa sin dai tempi dei suoi incerti inizi?[3]
La Sindone appare in Europa nella seconda metà del 14mo secolo ed è sempre stata a disposizione della Chiesa, anche se di proprietà privata fino al 1983 quando per volontà testamentaria di Umberto II di Savoia essa passava in proprietà del pontefice romano, allora Giovanni Paolo II. Anche se, come abbiamo già detto, era una delle moltissime reliquie, la Chiesa ha sempre avuto verso di essa un atteggiamento di particolare riguardo tanto che nel 1506 papa Giulio II emise una Bolla nella quale erano approvati il culto pubblico e l’ufficio liturgico con la relativa festa fissata al 4 di maggio. Inoltre, tutti coloro che ebbero la ventura di osservala da vicino, oltre che a subire una forte emozione, si rendevano conto immediatamente che non erano al cospetto di un oggetto di culto qualsiasi ma piuttosto di un reperto molto speciale, e questa convinzione era talmente diffusa che tutti ne volevano una copia. I più potenti e ricchi se ne potevano permettere una eseguita da famosi pittori, gli altri una di qualità inferiore fino ad arrivare a stampe devozionali, e le copie preziose dei primi erano adagiate e pressate sulla stessa Sindone nella speranza che acquistassero proprietà taumaturgiche per contatto. Tutte queste forme di culto e devozione popolari rimasero confinate nell’ambito della Chiesa e dei fedeli, mentre nel mondo laico c’era qualche curiosità e spesso la convinzione che fosse il solito falso utilizzato dai religiosi per il popolo credulone. Ma questo stato di cose cambiò definitivamente alla fine del 19mo secolo.
Nel 1898, in occasione di una Ostensione della Sindone[4], l’avvocato Secondo Pia (1855-1941) eseguì le prime foto della Sindone e, durante lo sviluppo fotografico, si accorse che la copia negativa, quella che in gergo veniva chiamata lastra fotografica, mostrava in realtà il volto di un uomo in positivo, cioè come noi vediamo i volti dei nostri simili. Come si può immaginare, egli ne rimase molto impressionato e altrettanto ne rimasero i custodi della Sindone e a poco a poco tutto il mondo occidentale più o meno in grado di leggere e scrivere, perché la notizia si sparse velocemente da Torino sui media dell’epoca. Al di là della forte impressione del momento, questa scoperta dimostrò che la debole immagine corporea che si osservava sulla Sindone aveva una caratteristica peculiare e unica tra tutte le immagini conosciute, e la novità suscitò un forte interesse tra gli studiosi e curiosi in genere. Da un lato si arrivò persino ad accusare il buon Pia di avere falsificato le sue poche foto, poiché non c’erano stati testimoni ritenuti attendibili durante le sedute fotografiche e successivo sviluppo. Allora, si dovettero attendere le successive foto di Giuseppe Enrie (1886-1960) nel 1931, alle quali era ancora presente il Pia e un numeroso stuolo di notai e giornalisti, per avere la conferma definitiva dell’effetto negativo-positivo fotografico. Ma non tutti erano prevenuti a priori, e tra questi ci fu Paul Vignon, filosofo ed entomologo francese, che esegui la prima indagine seria sulla Sindone che poi descrisse nel primo libro scientifico mai scritto[5] su questo argomento, fino ad allora riservati a soli contributi di carattere devozionale e rituale, a volte storico, e raramente tecnico-descrittivo.
Da allora, sono stati eseguiti moltissimi studi ed esperimenti sulla Sindone (più raramente) o in laboratori (più spesso) che sarebbe impossibile elencarli anche se solo per titoli in questo breve contributo, cosicché solo i più importanti per l’autore saranno elencati nel seguito e discussi se e quando necessario per l’economia di questo lavoro. Nel 1900, Vignon e Delage studiano le foto di Pia dal punto di vista anatomico, biologico e artistico, e ne deducono che l’immagine era di un maschio umano morto.
Nel 1931, Giuseppe Enrie scatta dettagliate foto della Sindone che confermano i risultati di Pia e sono considerate tra le migliori in assoluto, e ancora oggi utilizzate in vari studi sulla immagine e altri segni.
Nel 1970, il palinologo Max Frei prende campioni di polvere dalla Sindone che contenevano grani di polline e ne trova alcuni di piante che crescevano nella Palestina, Turchia, Francia e Italia.
Nel 1973 iniziano gli studi delle tracce e macchie rosso-bruno che corrispondono ad altrettante ferite e abrasioni. Molti studiosi vi partecipano, e alla fine gli scienziati dello STURP e il prof. Baima Bollone, indipendentemente, dimostrarono che si trattava di sangue umano e di tipo AB. Queste macchie sono costituite da proteine, albumina, prodotti di emoglobina, e bilirubina, e intorno ad alcune macchie ci sono tracce di siero. Inoltre, l’analisi del DNA ha dimostrato che è molto antico, perché le catene di DNA sono assai frammentate.
Nel 1978 i membri del progetto STURP (Shroud of Turin Research Project) eseguono lo studio più dettagliato e multidisciplinare che sia mai stato compiuto sulla Sindone con osservazioni e esperimenti non distruttivi sul telo a loro disposizione h 24 per una settimana.
Nel 1985, sono state studiate tracce di terra dai piedi dell’immagine della Sindone, prendendo come riferimento il calcio, e la terra risulta essere la stessa di quella presa nella tomba di Gerusalemme ma dissimile da altre tombe in Palestina.
Nel 1988, piccoli campioni del lino vennero usati per la datazione con il metodo del Carbonio 14, e si ottenne per l’età delle fibre di lino un valore compreso tra il 1260 e 1390.
Nel 2000, vennero fatti nuove foto e uno scanning digitale ad altissima risoluzione, e nel 2002, viene eseguito un pesante intervento conservativo e il telo della Sindone da allora è posto all’interno di una teca altamente tecnologica in una atmosfera di 99,5% di Ar e 0,5% di O2, RH 50%, 19-20 °C.
Da allora non ci sono stati altri interventi e osservazioni/misure dirette, per quanto a mia conoscenza, ma altri esperimenti sono stati eseguiti in numerosi laboratori, e tra questi misure ottiche e meccaniche sulle fibre della Sindone, prese in operazione precedenti, hanno fornito una datazione del tessuto pari a 33 ± 250 anni a.C.[6] .
Tra tutti gli studi elencati sopra, quello più completo e all’avanguardia per la strumentazione dell’epoca è stato sicuramento lo STURP, e i risultati sono stati resi noti successivamente in numerose pubblicazioni su giornali scientifici internazionali e in un famoso rapporto[7]. Senza entrare in dettagli importanti per una descrizione completa della Sindone ma secondari per lo scopo di questo lavoro, si riporta solo una parte del Sommario distribuito ad una conferenza stampa alla fine di un incontro tra gli scienziati che avevano partecipato allo STURP nell’ottobre 1981[8]:
We can conclude for now that the Shroud image is that of a real human form of a scourged, crucified man. It is not the product of an artist. The blood stains are composed of hemoglobin and also give a positive test for serum albumin. The image is an ongoing mystery and until further chemical studies are made, perhaps by this group of scientists, or perhaps by some scientists in the future, the problem remains unsolved. Cioè in italiano:
Noi possiamo concludere al momento che l’immagine sindonica è quella di una forma realmente umana di un uomo flagellato e crocifisso. L’immagine della Sindone non è il prodotto di un artista. Le macchie di sangue sono composte di emoglobina e risultano positive al testo per il siero di albumina. L’immagine continua a essere un mistero e fino a quando non saranno fatti ulteriori studi chimici, forse da questo gruppo di scienziati, o forse da altri scienziati nel futuro, la sua origine rimane un mistero.
Al momento la conclusione che ci interessa di più è che l’immagine della Sindone non è il prodotto di un artista, e quindi la Sindone non è un falso. Inoltre la sua origine rimane misteriosa, come d’altronde la datazione medievale con il Carbonio 14 che si aggiunge ulteriormente al mistero. Il resto però ci dice che l’uomo della Sindone coincide con il Gesù Cristo dei Vangeli Canonici, per cui ciò che affermano i Vangeli per la crocefissione e morte di GC non è frutto della fantasia degli evangelisti ma corrisponde alla realtà. Ma, se i Vangeli dicono il vero per un episodio così traumatico, perché non dovrebbero essere veritieri anche per il resto del racconto e in particolare per la Resurrezione? Quindi da questo semplice esercizio di logica unito a solide risultanze sperimentali, si può dedurre che la Resurrezione sia realmente avvenuta, anche se nessuno è stato testimone diretto di questo evento unico in tutta la storia dell’umanità. D’altronde, anche se ci fossero stati uno o più testimoni, chi dotato della logica e cultura del tempo ci avrebbe creduto?
Altro risultato dello STURP è stato che la debole colorazione del lino, che forma l’Immagine Corporea (IC da ora in poi), è il risultato di un processo di ossidazione, disidratazione e coniugazione della struttura polisaccaride delle fibrille del lino, principalmente cellulosa. Questa scoperta e altre, delle quali non si parlerà in questo lavoro, escludono i metodi chimici e fisici conosciuti come cause primarie della colorazione, per cui rimane il mistero di cui sopra. D’altronde, tutti i tentativi di produrre un’immagine simil-sindonica allo scopo di dimostrare la falsità della Sindone sono falliti fino ad ora, come dimostra uno degli ultimi tentativi eseguito utilizzando metodi chimici, fisici e molta fantasia.[9] [10]
Negli ultimi decenni, però, ci sono state dimostrazioni di laboratorio in cui una colorazione simil-sindonica è stata ottenuta utilizzando fasci di protoni[11], effetto corona (scariche elettriche)[12] e radiazione ultravioletta.[13] Nel caso della radiazione ultravioletta, non solo la colorazione ha la giusta tonalità giallo-seppia, ma essa può ottenersi solo se l’azione della radiazione avviene in un tempo brevissimo e con energia elevata ma non troppo, cioè come in un effetto a soglia. Tutto questo avvalora l’ipotesi che la causa della IC possa essere stata una esplosione di energia contenente le giuste componenti di radiazione simili a un lampo di luce.
Poiché non ci sono tracce esterne alla Sindone, e il cadavere non era più contenuto dalla Sindone quando gli apostoli andarono alla tomba il mattino dopo il sabato, la prima domenica della storia, si deve concludere che è stato lo stesso cadavere a provocare l’esplosione e a diventare trasparente alla Sindone[14]. Questa ipotesi del corpo meccanicamente trasparente, venne in mente al fisico John P. Jackson, dopo aver considerati tutte le ipotesi e i tentativi falliti fino ad allora per spiegare l’immagine sindonica, che dice:
Quindi, è forse venuto il momento di incominciare a pensare alla immagine sindonica con categorie differenti da quelle usate nel passato. In particolare, forse noi dobbiamo essere più flessibili nel modo di studiare scientificamente la Sindone e considerare ipotesi che non si trovano già confezionate nella scienza moderna convenzionale. Allora egli pensa ad un corpo che diviene trasparente al lenzuolo funebre e che emette una radiazione in grado di formare l’IC mentre il lenzuolo lo attraversa adagiandosi sulla pietra tombale. Questa ipotesi spiega, secondo Jackson, tutte le proprietà note della Sindone, ma non dice come un corpo umano possa comportarsi in quel modo non proprio convenzionale.
E’ proprio a questo punto che una mia vecchia idea entra in campo per riaprire il discorso interrotto da Jackson e portarlo a compimento senza uscire dal perimetro delle scienze fisiche note.
Quali sono i fenomeni fisici conosciuti che producono la scomparsa completa della materia con emissione di energia in un tempo brevissimo?
Una esplosione convenzionale sicuramente distrugge la materia, ma anche il lenzuolo che l’avvolge. Lo stesso e di più vale per una esplosione nucleare. Quindi, entrambe queste ipotesi sono da scartare, anche considerando che la prima avrebbe distrutto la tomba e la seconda l’intera città di Gerusalemme, avvenimenti mai accaduti storicamente.
L’unico altro fenomeno fisico che mi viene in mente è quello della annichilazione della materia in presenza di antimateria, ma anche in questo caso l’energia liberata sarebbe stata così grande da distruggere l’intera Palestina, e poi dove trovare l’antimateria necessaria se ancora oggi se ne produce solo su scala atomica nei pochi grandi laboratori di acceleratori di particelle, come a Ginevra?
A questo punto mi soccorrono da una parte la Teologia e dall’altra la Scienza. La Teologia dice da tempo che Dio creò il mondo dal nulla con un suo atto di volontà, e tutto ebbe inizio da un lampo di Luce, FIAT LUX. Questo racconto biblico sarebbe stato come uno dei tanti sulla creazione dell’Universo che esistono presso tutte le religioni del mondo, se anche la Scienza non fosse arrivata alla stessa formulazione con la teoria del Big Bang. Quindi, in questo caso Teologia e Scienza sono d’accordo, ma solo su come l’Universo è stato creato, ma non sul perché. Infatti per la Teologia la creazione è opera di Dio mentre per la Scienza potrebbe essere frutto del caso. A questo punto ricordo che la Sindone non è un falso e quindi essa è la prova che un uomo di nome Gesù vi è stato avvolto da morto e che successivamente ne è uscito da vivo. Ed egli era solito dire che era figlio di Dio e a lui è tornato in cielo dopo circa 40 giorni dalla Resurrezione. Ora questo Dio era lo stesso che aveva creato l’Universo, e allora io, a seguito della autenticità della Sindone e veridicità dei Vangeli, trovo più logico pensare che l’Universo sia stato creato dal Dio dei Vangeli. Ma, se Dio ha creato l’Universo con il Big Bang, cosa mi impedisce di pensare che lo stesso Dio non sia ricorso allo stesso fenomeno fisico per la Resurrezione del suo figlio prediletto, cioè, Gesù Cristo?
Quindi, secondo la mia ipotesi, la Resurrezione è avvenuta utilizzando la stessa dinamica fisica della creazione dell’Universo, fatte le debite differenze di dimensioni e contenuti energetici dei due eventi. A questo punto ricordo che il Big Bang è iniziato con una gigantesca esplosione di Luce (L) costituita da fotoni gamma che hanno generato Materia (M) e Antimateria (A) che, a loro volta, si sono annichilati per generare di nuovo fotoni gamma, e così via per circa un minuto quando il processo si è congelato in uno stato di Luce e una piccolissima frazione di Materia. Infatti, il processo di annichilazione Materia-Antimateria avviene con la rottura della legge di simmetria CP (Carica-Parità) per cui alla fine di questi processi una piccolissima frazione η ≈ 10-9, conosciuta come parametro asimmetrico, di Materia sopravvive all’Antimateria. Usando una semplicissima notazione matematica, la creazione dell’Universo può essere scritta nel seguente modo:
L → (L + M + A) → L + M (1)
La Eq.1 soddisfa tutte le leggi della fisica note fino ad ora, e in particolare quella della conservazione della energia totale. Infatti, normalizzata l’energia della esplosione di Luce del Big Bang, cioè EL=1, il bilancio energetico della Eq.1 diviene:
1 → [(EL + EM + EA)=1] → (1-η) + η (2)
Dove solo una piccolissima frazione η della energia iniziale del Big Bang è stata utilizzata per creare la Materia che costituisce l’Universo, MU, che vediamo intorno a noi e noi stessi.
Anche nella Resurrezione c’è una esplosione di Luce ma, al contrario della creazione dell’Universo, all’inizio c’è la Materia del corpo morto di Gesù, MG, mentre alla fine c’è una esplosione di Luce e il corpo vivo di Gesù. Allora, questo diverso processo può essere scritto in modo simile alla Eq.1, e cioè:
M → (M + AV + LV) → M + L (3)
La Eq.3 è simile strutturalmente alla Eq.1, ma la Materia e la Luce si sono scambiati i ruoli, e in più appaiono due nuove grandezze AV e LV che sono l’Antimateria virtuale e la Luce virtuale, sulle quali si tornerà dopo la solita considerazione energetica, che per la Eq.3 diventa:
1 → [(EM + EAv + ELv)=1] → (1-η) + η (4)
che strutturalmente è identica alla Eq.2 con la differenza importantissima che ora la Luce e la Materia si sono scambiati i ruoli. In pratica, una piccolissima parte η della energia del corpo di Gesù EM=MG·c2 si è trasformata nella esplosione di Luce EL= EM·η.
Ritorniamo ora alla Eq.3 dove abbiamo introdotto due nuove grandezze virtuali che dobbiamo giustificare in qualche modo. Le grandezze virtuali sono un prodotto della meccanica quantistica, la quale dice che ci può essere una trasformazione dello stato di una grandezza fisica attraverso una transizione ad un nuovo stato, fornendo l’energia necessaria. Ma a volte lo stato è irraggiungibile direttamente perché vietato dalle stesse regole quantiche, le quali però possono essere aggirate facendo ricorso a uno stato intermedio virtuale che esiste solo nel momento della transizione. Trasferendo tutto questo ragionamento nel nostro caso, la Materia può interagire con l’Antimateria virtuale, generare un fotone gamma virtuale il quale genera a sua volta l’Antimateria virtuale e la Materia: alla fine del processo sembrerebbe che tutto sia tornato allo stesso stato iniziale di sola Materia, ma questo non è vero perché durante il processo di annichilazione Materia-Antimateria virtuale è intervenuto il parametro asimmetrico η. Si capisce allora come sia possibile arrivare alle Eqs.3 e 4.
In definitiva, sulla falsa riga del Big Bang, la Resurrezione è consistita nella trasformazione di una piccolissima frazione della Materia del corpo di Gesù in una esplosione di Luce, mentre però il corpo diveniva trasparente per un istante al lenzuolo funebre, cioè la Sindone. In pratica, all’interno della Sindone avvolta intorno al corpo di Gesù c’è stata la liberazione della energia della Resurrezione ER, data da:
ER = EM·η = MG·c2·η (5)
La Eq.5 ci dice che la energia liberata dalla Resurrezione è infinitamente più piccola di una esplosione nucleare, e quindi risponde al primo requisito della mancanza storica di una esplosione apocalittica in Palestina, ma non elimina quella di una esplosione convenzionale. Infatti, dal punto di vista energetico ER equivale a 1,82 tonnellate di tritolo per un corpo di 78 kg, un valore pari a quello di un bomba aerea pesante della Seconda Guerra Mondiale. Ma questa energia è in una forma tale che può essere utilizzata per finalità diverse da quella banale di una pura e semplice esplosione meccanica.
Facciamo allora un bilancio completo di tutti i fenomeni che possono essere accaduti durante l’esplosione di Luce. Prima di tutto la Eq.5 ci dice che questa energia dipende dal valore del parametro asimmetrico η che fino ad ora abbiamo preso essere η = 10-9, ma in realtà al momento è conosciuto all’interno di un certo intervallo di valori, cioè:
η = 10-10 ÷ 10-8 (6)
per cui:
ER = 7·108 ÷ 7·1010 J (7)
Le altre energie di interesse sono al momento quelle necessarie per attivare una serie di azioni, che al momento non verranno né esplicitate né spiegate in dettaglio, ma che lo saranno se e quando opportuno.
Energia (massa) necessaria alla produzione di 2·1019 neutroni, En:
En = 3·108 J (8)
Energia (massa) necessaria alla produzione di 2·1019 protoni, Ep:
Ep = 3·108 J (9)
Energia (massa) necessaria per produrre 2·1019 particelle alfa, Eα:
Eα = 1,2·109 J (10)
Energia (elettrostatica) per caricare il corpo di Cristo a 100 MV, EE:
EE = 109 J (11)
Energia (termica) per riscaldare il corpo di Cristo, ET:
ET = 107 J (12)
Energia luminosa (ultravioletta) per la radiazione elettromagnetica laser in grado di lasciare una impronta umana indelebile, IC, sulla parte interna della Sindone, EL
EL = 7·107 J (13)
Tutte queste energie sono state riportate in un unico grafico per avere una loro visuale completa e un più facile confronto. Naturalmente, poiché i valori coinvolti sono diversi di parecchi ordini di grandezza gli uni dagli altri, non si può utilizzare un grafico lineare ma piuttosto logaritmico[15] come in Figura 1. Il grafico contiene anche come energie di riferimento, l’equivalente meccanico della caloria, cal, e il contenuto energetico di una tonnellata di tritolo, ton, che sono:
1 cal = 4,18 J e 1 ton = 3,8·109 J,
rispettivamente. Ricordo che per convenzioni internazionali l’energia è misurata in J (Joule), che equivale al lavoro richiesto per sollevare una massa di 102 grammi (una piccola mela) per un metro, opponendosi alla forza di gravità terrestre (cioè in pratica la mela leggendaria che è caduta sulla testa di Newton).
Dalle Eqs.7-13 e più facilmente dalla Figura 1 si desume che tutti i fenomeni energetici presi in considerazione per la loro presunta attinenza con la Sindone, richiedono una energia minore od eguale alla Energia della Resurrezione, ER, nei limiti delle incertezze insite nei fenomeni stessi, non riportate in Figura, e nel parametro asimmetrico η, riportata in Figura. Quindi questi fenomeni possono accadere utilizzando quasi tutta la ER, e questo è un punto molto importante perché noi sappiamo dalle fonti storiche dei Vangeli che non ci sono state esplosioni distruttive della tomba di Gesù, ma un terremoto, Matteo 28,2, e la pietra d’ingresso non chiudeva più la tomba, rotolata, Matteo 28,2, Marco 16,4, Luca 24,2, o tolta, Giovanni 20,1, molto probabilmente a causa di una modesta esplosione che aveva generato uno spostamento d’aria.
Sempre dalla Figura 1 si nota che la energia termica richiesta per aumentare di circa 30 °C la temperatura del corpo di Gesù, ET, è praticamente trascurabile rispetto a ER.
EL è invece l’energia richiesta per produrre con radiazione laser ultravioletta la IC della Sindone[16], che è solo un ordine di grandezza inferiore a ER, e quindi non trascurabile.
EE è l’energia elettrostatica richiesta per riprodurre con l’Effetto Corona12 la IC della Sindone, che è appena superiore al margine inferiore di ER, ma ancora in zona utile.
Eα e Ep sono approssimativamente le energie per generare il numero di particelle α e di protoni che singolarmente potrebbero produrre una IC della Sindone, secondo alcune proposte che sono state avanzate recentemente.
Finalmente En è l’energia richiesta per generare 2·1019 neutroni, necessari per ringiovanire il tessuto sindonico di circa 1300 anni[17]. Questa energia è appena al di sotto del limite inferiore di ER.
Attraverso una analisi accurata di tutti i parametri noti della Sindone e dei vari fenomeni appena discussi, è stato possibile recentemente[18] arrivare a un ragionevole scenario della Resurrezione nel quale la radiazione UV e i neutroni hanno giocato un ruolo preminente rispetto agli altri fenomeni.
Riassumendo quanto detto fino ad ora, il processo di Annichilazione Materia-Antimateria (AMA da ora in poi), è in grado di produrre le componenti fisiche necessarie per spiegare quanto conosciamo al momento sulla Sindone, e ingloba naturalmente le precedenti ipotesi della Esplosione Radiativa, del Corpo Trasparente e del Metodo Storico Consistente[19].
In particolare, una intensa e brevissima radiazione UV tipo-laser e perpendicolare alla pietra tombale ha generato la IC che si osserva ancora sulla Sindone. Inoltre, un flusso isotropo di neutroni ha ringiovanito il tessuto di circa 1300 anni, che quindi a una datazione con il Carbonio 14 fornisce una datazione medievale[20]. Naturalmente questi due punti importanti, insieme alla consistenza energetica, non sono i soli che giustificano a posteriori l’ipotesi AMA. Infatti, Se il flusso di neutroni ha ringiovanito il tessuto della Sindone, ha avuto un effetto analogo anche sul Sudario che la mattina della Resurrezione è stato osservato dagli Apostoli Pietro e Giovanni essere in un luogo a parte, ma vicino alla Sindone. Il Sudario, che era stato usato per avvolgere il capo di Gesù durante il trasporto dal Golgota, molto probabilmente coincide con un lino insanguinato molto più piccolo della Sindone e conservato a Oviedo in Spagna da tempo immemorabile. Recentemente il tessuto del Sudario di Oviedo è stato datato con il metodo del Carbonio 14 che lo ha fatto risalire al 700 circa, una data diversa da quella della Sindone. Se le due date sono collegate attraverso l’irraggiamento di neutroni, ne viene fuori con un semplice calcolo fisico e matematico che il Sudario doveva essere a circa 15 cm di distanza dal corpo radiante di Gesù al momento della Resurrezione, un valore in accordo con la descrizione del Vangelo di Giovanni[21] e con una ricostruzione realista del trasporto e sepoltura del corpo di Gesù[22].
In conclusione, una ipotesi risulta accettabile se le sue conseguenze sono verificabili con quanto rimane dell’accaduto. Vediamo quali sono queste verifiche.
L’ipotesi AMA produce una quantità di energia significativa ma non devastante,
I fenomeni necessari per spiegare tutto quello che conosciamo sulla Sindone richiedono una energia minore o eguale a quella prodotta,
Il bilancio energetico è rigorosamente descritto dalle leggi fisiche conosciute,
Il lampo di Luce, che è poi un processo luminoso superradiante, è in grado di generare una colorazione del lino simil-sindonica.
Il fascio di neutroni è in grado di attivare alcuni nuclei del tessuto in modo da produrre più Carbonio 14 di quello che ci si aspetterebbe da un tessuto di 2000 anni,
Il fascio di neutroni spiega semplicemente ed elegantemente perché la Sindone e il Sudario hanno età diversa se datati con il Carbonio 14.
Queste sei prove a posteriori ci portano a supporre che l’ipotesi AMA non sia poi così peregrina come qualcuno potrebbe pensare[23], ma è chiaro che la posta in gioco è così grande che ci vorrebbero ulteriori prove/verifiche, tra le quali sicuramente quelle connesse con i neutroni potrebbero ancora aggiungere qualche cosa di utile. Infatti, al momento della Resurrezione i neutroni non hanno solamente irradiato i tessuti intorno e vicino al corpo di Gesù ma anche la roccia della tomba, e allora i segni dell’attivazione nucleare dovrebbero ancora essere misurabili su ciò che resta della tomba originale.
In ogni caso, qualunque potrà essere l’esito finale di questi studi, rimarrà sempre un aspetto inspiegabile del processo della Resurrezione. Infatti, l’ipotesi AMA è in grado di descrivere come si sia formata l’IC e come il corpo sia diventato trasparente alla Sindone, ma non come un corpo morto possa essere riportato in vita. E’ chiaro però che se Cristo era il figlio di Dio, come molte circostanze tendono a indicare, allora questa difficoltà umana trova la semplicissima spiegazione dell’intervento divino, cioè un miracolo[24]. Infatti, cosa impedisce a Dio di fare in 10 miliardesimi di secondo, la RESURREZIONE, quello che aveva già fatto in 10 miliardi di anni, la VITA?
* Fisico, già dirigente presso il Centro di ricerca Enea di Frascati, Roma Atomic, Molecular and Optical Physics, Condensed Matter Physics, Cryogenics.
Figura 1. Le energie (in J=Joule) pertinenti alla Resurrezione di Cristo nell’ambito dell’ipotesi di una esplosione radiativa come conseguenza di un processo di Annichilazione Materia-Antimateria (AMA). Come riferimento sono riportati i valori energetici della cal (caloria) e del ton (1 tonnellata di tritolo).
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[1] Nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1997 si sviluppò un furioso incendio nella cappella del Guarini, dove era tenuta abitualmente la Sindone. Ma per i restauri della cappella, la Sindone era stata spostata sin dal 1993 dietro l’altare maggiore dell’attiguo Duomo di San Giovanni Battista. Il fuoco, che si era propagato in parte anche al Duomo, l’avrebbe egualmente distrutta, se non fossero intervenuti i vigili del fuoco che la salvarono con un intervento drammatico. L’evento fu reso ancor più famoso nel mondo per la presenza in quei giorni a Torino del Segretario dell’ONU Kofi Annan, che visitò il luogo mentre infuriava l’incendio. I danni subiti dagli edifici furono così gravi che solo nel 2015 sono stati ultimati i lavori di riparazione, e non più di solo restauro come all’inizio.
[2] Raymond N. Rogers (1927-2005) è stato un chimico Americano leader riconosciuto nel mondo dell’analisi termica. Al pubblico, invece, era maggiormente noto per il suo esteso lavoro sulla Sindone di Torino. La frase riportata compare alla fine di una breve lettera, scritta al Prof. Giulio Fanti il 24/01/2003, che contiene alcune sue opinioni formatesi dopo 25 anni di studi sulla Sindone.
[3] Per avere un’idea delle reliquie esistenti, è sufficiente riportare che in Costantinopoli, la città santa per eccellenza, prima del 1204 se ne potevano visitare 53, dalla Croce di Cristo al Sangue e Latte di San Pantaleo, mentre dopo il 1300 se ne contavano solo 15, tra le quali il Braccio Destro di san Giovanni Battista, che è l’unico rimasto a Istanbul ai nostri giorni. La differenza tra i due numeri riflette il furto delle reliquie perpetrato dai Crociati nel 1204, che vennero portate in Occidente, molto probabilmente tra di esse anche la Sindone anche se non se ne ha la certezza assoluta. [da George Majeska, Russian Pilgrims in Constantinople, Dumbarton Oak Papers, No. 56, 2002, pp.93-108]
[4] L’Ostensione della S. Sindone venne organizzata nel 1898, 25 maggio–2 giugno, per celebrare un’esposizione di arte sacra, la ricorrenza del 500° anno della costruzione del duomo di Torino, la celebrazione della confraternita del Santo Sudario, e il 50° anno dello Statuto Albertino.
[5] Paul Vignon (1865-1943), filosofo ed entomologo francese di fama scrisse il suo primo libro sulla Sindone nel 1902, Le Linceul du Christ, Masson et C., Paris, e deve in parte la sua fama successiva ai 15 segni del volto dell’uomo della Sindone che portano ancora il suo nome per averli trovati ed elencati.
[6] G. Fanti e P. Malfi, Sindone: Primo Secolo dopo Cristo! Edizioni Segno, Feletto Umberto, 2013. P. 312.
[7] L.A. Schwalbe and R.N. Rogers, Physics and Chemistry of the Shroud of Turin, Analytica Acta, 135 (1982) 3-49
[8] A summary of STURP’s Conclusions: ( http://www.shroud.com/78conclu.htm).
[9] L. Garlaschelli, Life-size Reproduction of the Shroud of Turin and its Image, J. of Imaging Science and Technology, 54(4):040301-040301-14, 2010.
[10] G. Fanti and T. Heimburger, Letter to the Editor, Comments on Life-size Reproduction of the Shroud of Turin and its Image by L. Garlaschelli, J. of Imaging Science and Technology, 55(2):1062-3701, Mar.-Apr. 2011.
[11]Jean-Baptiste Rinaudo, Nuveau Mecanisme de Formation de l’Image sur le Linceul de Turin, Ayant Pu Entrainer une Fausse Radiodatation Medievale, Proceedings Int. Sci. Symposium, Rome, 1993, pp.293-299.
[12] G. Fanti, Can a Corona Discharge Explain the Body Image of the Turin Shroud? J. of Imaging Science and Technology, 54(2): 020508-020508-11, 2010.
[13] P. Di Lazzaro, D. Murra, E. Nichelatti, A. Santoni, and G. Baldacchini, Superficial and Shroud-like Coloration of Linen by Short Laser Pulses in the Vacuum Ultraviolet, Appl. Opt. 51(2012)8567-78
[14] John P. Jackson, Is the Image on the Shroud Due to a Process Heretofore Unknown to Modern Science?, Shroud Spectrum International No. 34, pp. 3-29, March 1990.
[15] Una rappresentazione logaritmica significa che il valore della grandezza riportata varia di un fattore 10 tra una tacca e l’altra, come dai numeri esponenziali riportati sulle ordinate, e che il valore zero non può essere rappresentato nel grafico. Molti fenomeni naturali seguono un andamento logaritmico.
[16] P. Di Lazzaro, D. Murra, A. Santoni, E. Nichelatti, and G. Baldacchini, Colorazione Simil-Sindonica di Tessuti di Lino Tramite Radiazione nel Lontano Ultravioletto, Report ENEA RT/2011/14/ENEA. Questo lavoro mostra che sono necessari 3,4 1013 W per produrre con un solo colpo l’immagine sindonica. Da questo numero si può calcolare, con opportuni parametri il valore di EL riportato.
[17] A.C. Lind, M. Antonacci, G. Fanti, D. Elmore, and J.M. Guthrie, Production of Radiocarbon by Neutron Radiation on Linen, (IWSAI, 2010), pp. 255-362.
[18] G. Baldacchini, Religioni, Cristianesimo e Sindone, 2002 (http://www.sindone.info/BALDAKKI.PDF) e Religions, Christianity and Shroud, 2013 (http://www.sindone.info/BALDAKI2.PDF).
[19] Mark Antonacci, The Resurrection of the Shroud, M. Evans & Co., Inc., New York, 2000.
[20] E.P. Damon et al., Radiocarbon Dating of the Shroud of Turin, Nature 337(6208):611-5 (1989).
[21] Enrico Morini and Flavia Manservigi, The matter of the position of Jesus’ burial cloths in a poetic text of the Orthodox Liturgy and in Iconography witnesses, Workshop on Advances in the Turin Shroud Investigation, Bari, 4-5 September 2014. Article available at http://www.shs-conferences.org or http://dx.doi.org/10.1051/shsconf/20151500009
[22] Don Gaetano Compri, sindonologo e propagandista della Sindone in Giappone, dice “dal Golgota al Sepolcro ci sono circa 50 metri. Per trasportare un corpo morto, ci sarà chi lo piglia per i piedi e chi per le spalle o le braccia tenendolo in forma orizzontale. In tal caso la testa resterà penzoloni, e il sangue e altri liquidi depositatisi nei polmoni e nello stomaco usciranno dalla bocca e dal naso e forse anche dalle orecchie. … Ecco perché era necessario un sudario o un asciugamano piegato a più riprese per tamponare la bocca e il naso. … Se questa descrizione corrisponde alla realtà, arrivati alla tomba, questo sudario non sarebbe più stato necessario e l’avranno messo piegato a parte, dove rimase anche dopo la risurrezione.”
[23] Non solo pellegrina, ma definita anche “pseudoscienza” e “scienza miracolistica” e chi la fa “Scienziati della Domenica”, con riferimento alla ipotesi radiativa in generale e AMA in particolare, da parte di studiosi di varie discipline. A questo riguardo sono in buona compagnia con padre Georges Lemaitre che avanzò nel 1930 circa l’ipotesi del Big Bang. Molti scienziati fecero di tutto e di più contro Lemaitre. Tralasciando l’astrofisico inglese Fred Hoyle che lo disprezzava pubblicamente, l’astronomo russo Shafirkin lo definisce un “infiltrato del Vaticano in astronomia” e persino il grande Albert Einstein disse che l’ipotesi del Big Bang era “ispirata dal dogma cristiano della creazione e ingiustificato sul piano della fisica” [Francesco Agnoli, Creazione ed Evoluzione: Dalla Geologia alla Cosmologia, Stenone, Wallace e Lemaitre, Edizioni Cantagalli Srl, Siena, 2015]. Oggi questa ipotesi è la teoria comunemente accettata dal mondo scientifico. Io non voglio essere presuntuoso al punto da paragonarmi ai precedenti giganti della scienza, ma questa storia insegna che una maggiore cautela nel rigettare nuove ipotesi è consigliabile a tutti i livelli!
[24] Nevil Mott, Christianity Without Miracles? in Can Scientists Believe?, Nevil Mott, editor, James & James, London, 1991, pp. 3-22.
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Il presente articolo è stato pubblicato in precedenza qui.
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