sabato 12 marzo 2016

La velatura delle immagini per il tempo di passione







 
Secondo le prescrizioni del Messale di San Pio V, nella Domenica di Passione, o meglio dopo la Messa del Sabato della IV di Quaresima, si velano di viola tutte le immagini sacre, compreso il Crocifisso (per le origini storiche della velatura, v. Alessandro Scaccianoce, "Velatio" di croci e immagini nelle chiese. Teologia e tradizione di un rito antico, previsto ancora oggi, in MiL, 28.3.2012. Cfr. anche quiqui e qui). 
 


La Domenica delle Palme – II di Passione – si usa la Croce astile non velata per la processione; il Giovedì Santo le immagini restano velate ma di bianco (sebbene molti lasciavano quello viola apposto nella Domenica di Passione). Il velo è rimosso la notte di Pasqua al canto del Gloria, con un rito molto suggestivo.
 
 
Nel Novus Ordo, invece, la velazione è puramente facoltativa e non è, di regola, in viola, sebbene l’ordinamento del messale di papa Montini nulla specifichi circa il colore: «L’uso di velare le croci e le immagini della chiesa può essere osservato, se la Conferenza episcopale lo decide. Le croci rimangono coperte fino alla fine della Celebrazione della Passione del Signore il Venerdì Santo, ma le immagini rimangono coperte fino all’inizio della Veglia pasquale» (v. sul punto padre Edward McNamara, Il colore per la velatura della Croce, in Zenit, 22.3.2013. V. anche qui). In San Pietro, tuttavia, le immagini vengono velate di rosso.

Il Novus Ordo suggerisce che la velazione avvenga la V Domenica di Quaresima, sebbene, secondo il calendario moderno, essa sia ancora tempo di Quaresima e non già – come nel rito tradizionale – tempo di Passione. In effetti, è solo la Domenica delle Palme che è definita “In Passione Domini”, il cui colore liturgico è appunto il rosso. Per cui non è infrequente vedere, nella prassi, che la velatura delle immagini avvenga, sempre nel rito moderno, dopo i vespri della V Domenica di Quaresima.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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