Papa Paolo VI:
Avviene allora che molti sono tentati di credere vivo solo ciò che è nuovo, solo ciò che è moderno, solo ciò che si confonde con l’esperienza del mondo contemporaneo, e nasce d’istinto la tentazione di ripudiare ciò che ieri è stato fatto e pensato, di sta...ccarsi dalla teologia e dalla disciplina tradizionale, di mettere tutto in questione, come se si dovesse cominciare oggi a costruire la Chiesa, a rifare le sue dottrine partendo non tanto dai dati della rivelazione e della tradizione, quanto piuttosto dalle realtà temporali in cui si svolge la vita contemporanea, per dare inizio a nuove forme di pensiero, di spiritualità, di costume, col pretesto di infondere nel nostro cristianesimo un’autenticità solo ora scoperta, e solo essa comprensibile agli uomini del nostro tempo.
Dapprima questo processo di rinnovamento tocca e toglie cose e forme caduche; ma poi, in alcuni, arriva a intaccare cose e forme essenziali e intangibili nella Chiesa; e allora v’è pericolo che, pur non volendo, la mentalità del riformatore si adatti, si faccia relativa alle correnti di pensiero di moda o del pensiero altrui; e verità che sono fuori del tempo, perché divine, sono piegate ad uno storicismo che le priva talora del loro contenuto e della loro stabilità. San Paolo sembra montare la guardia, ed ammonirci lui, l’apostolo più teso a farsi tutto a tutti (1 Cor. 9-22) che non deve svuotarsi la croce di Cristo: «Ut non evacuetur crux Christi» (1 Cor. 1-17).
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