sabato 8 febbraio 2014

SANT’IPPOLITO DI ROMA: “RIGUARDO L’ANTICRISTO”

 


Estratto del trattato “De Anticristo” di Sant’Ippolito di Roma, martire (170 circa – 235)

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Com’è tuo desiderio, mio amato fratello Teofilo, d’essere completamente informato su questi temi che ti ho sommariamente esposto in precedenza, ho pensato bene d’impostare codeste questioni d’indagine in maniera chiara dinnanzi ai tuoi occhi prendendo spunto dalle Sacre Scritture come fossero una fontana sacra, di modo da poter, analizzandole sotto la luce della (divina) autorità, glorificare Dio in tutto.

Tutto ciò sarà come un sicuro approvvigionamento per il tuo viaggio in questa vita presente, di modo che gli argomenti non compresi o malintesi dai più, tu li possa comprendere e seminare nel terreno del tuo cuore, il quale diverrà di conseguenza ricco e pulito. Con questi argomenti, inoltre, sarai in grado di mettere a tacere coloro che si oppongono o contraddicono la Parola di Salvezza.
Guardati tuttavia dal donare queste cose alle lingue increduli e blasfeme, poiché questo è un pericolo comune; piuttosto donale agli uomini pii e fedeli, che desiderano vivere santamente e rettamente. Infatti non è senza motivo che l’apostolo scrisse a Timoteo dicendo: «O Timoteo, custodisci il deposito, schivando le profane vacuità di parole e le opposizioni di quella che falsamente si chiama scienza, della quale alcuni facendo professione, si sono sviati dalla fede» (1 Timoteo 6:20-21) e ancora: «Tu dunque, figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che è in Cristo Gesù e le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri» (2 Timoteo 2:1-2).
Dunque, il benedetto (apostolo) si è mosso con pia cautela, percependo nello spirito che «non di tutti infatti è la fede» (2 Tessalonicesi 3:2).

I profeti benedetti sono divenuti, per così dire, come occhi per noi, prevedendo attraverso la fede i misteri della Parola, e sono divenuti ministri di queste cose anche per le generazioni successive, non solo raccontando il passato, ma anche annunciando il futuro; tutto ciò di modo che il profeta non sembri uno mero strumento del proprio tempo, ma anche uno strumento in grado d’annunciare il futuro a tutte le generazioni.
I veri profeti non sono dunque da sottovalutare.
Questi padri sono stati infatti ispirati dallo Spirito (Santo), e in gran parte onorati dal Verbo stesso; annunciavano ciò che Dio voleva e non ciò che volevano loro (non ci sia errore in questo), non hanno agito secondo un piacere personale.
Prima di tutto sono stati dotati di saggezza dalla Parola, poi ancora son stati correttamente istruiti riguardo futuro per mezzo di visioni, e poi, al momento opportuno, hanno annunciato le cose rivelate da Dio solo a loro e nascoste a tutti gli altri. Per quale motivo difatti il profeta dovrebbe essere chiamato tale, se non per il fatto che a lui veniva svelato il futuro?

[…] Ma è giusto ora prendere in esame la questione principale, esattamente come già detto nell’introduzione per quanto riguarda la gloria di Dio, e può essere sufficiente esaminare le Sacre Scritture, scoprendo in esse in quale modo verrà l’Anticristo, in quale occasione e in quale momento dovrà essere svelato, da dove e da quale tribù (verrà), qual’è il suo nome indicato dal numero nella Scrittura, come porterà errori tra le popolazioni raccogliendole dalle estremità della terra, come deve suscitare la tribolazione e la persecuzione contro i santi, come egli glorificherà se stesso al pari di Dio, quale sarà la sua fine, come l’improvvisa apparizione del Signore sarà rivelata dal cielo ed il Giudizio finale.
Ora, come il nostro Signore Gesù Cristo, che è anche Dio, è stato profetizzato sotto la figura di un leone per la sua regalità e gloria, allo stesso modo le Scritture tempo addietro parlarono dell’Anticristo come un leone per la sua tirannia e violenza.
Difatti egli, l’ingannatore, cercherà di paragonarsi in tutto al Figlio di Dio.
Cristo è leone, così anche Anticristo vorrà essere un leone; Cristo è re (Giovanni 18:37) quindi anche l’Anticristo vorrà essere un re. Il Salvatore si è manifestato come un agnello (Giovanni 1:29) così anche lui, in modo simile, apparirà come un agnello, anche se all’interno sarà un lupo.
Il Signore mandò i suoi apostoli fra tutte le genti, ed egli similmente invierà falsi apostoli. Il Salvatore ha riunito le pecore che erano disperse, ed egli similmente riunirà un popolo che si era disperso.
Il Signore ha dato un sigillo a quelli che credono in Lui, ed egli vorrà dare qualcosa di simile.
Il Salvatore ha mostrato la sua carne santa come un tempio (Giovanni 2:19), e l’Anticristo vorrà costruire un tempio di pietre a Gerusalemme.
Ora, il beato Giacobbe nelle sue benedizioni porta una testimonianza profetica del nostro Signore e Salvatore: «Giuda, i tuoi fratelli ti loderanno; la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici; i figli di tuo padre si inchineranno davanti a te. Giuda è un giovane leone; tu risali dalla preda, figlio mio; egli si china, si accovaccia come un leone, come una leonessa; chi osa destarlo?
Lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né il bastone del comando di fra i suoi piedi, finché venga Sciloh’; e a lui ubbidiranno i popoli. Egli lega il suo asinello alla vite e il puledro della sua asina alla vite migliore; lava la sua veste nel vino e il suo manto nel sangue dell’uva. Egli ha gli occhi lucenti per il vino e i denti bianchi per il latte» (Genesi 49:8-12).
Ritengo giusto, al momento, spiegare questo estratto biblico per comprenderne il significato: queste sono cose veramente divine e gloriose, ben calcolate per portare beneficio all’anima.
Il profeta, utilizzando l’espressione “cucciolo di leone“, intendeva colui che proveniva dalla progenie di Davide secondo la carne, che tuttavia non fu concepito da seme d’uomo ma per opera (potere) dello Spirito Santo.
Il profeta Isaia disse: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici” (Isaia 11:1). Ciò che egli chiama “un fiore“, Giacobbe chiama “un germoglio“.
L’espressione “si china, si accovaccia come un leone” si riferisce alla morte di Cristo durata tre giorni; anche Isaia dice: “Come mai è diventata una prostituta la città fedele? Era piena di rettitudine, la giustizia vi dimorava; ora invece è piena di assassini!” (Isaia 1:21) e Davide, nel Salmo, scrive: “Io mi sono coricato e ho dormito; poi mi sono risvegliato, perché l’Eterno mi sostiene” (Salmi 3:5). In tutti questi estratti è chiaro il riferimento alla morte e resurrezione.
Inoltre, nel dire “lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né il bastone del comando di fra i suoi piedi, finché venga Sciloh’; e a lui ubbidiranno i popoli“, indicava l’adempimento della profezia riguardante Cristo.
Egli infatti è la nostra aspettativa, è Colui che aspettiamo.
“Egli lega il suo asinello alla vite“: ciò significa che Egli unisce il suo popolo chiamandolo, Egli è la vite. in Giovanni 15:1 è scritto infatti: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore“.
“Lava la sua veste nel vino e il suo manto nel sangue dell’uva“, cioè nel sangue della propria carne – dal cui fianco scorrevano due flussi, uno di sangue e uno di acqua, con cui le nazioni sono lavate e purificate.
“Egli ha gli occhi lucenti per il vino” E quali sono questi “occhi” di Cristo se non i profeti beati, che potevano vedere il futuro grazie allo Spirito (Santo) nonchè le sofferenze che dovevano abbattersi sul mondo, e si rallegrarono nel vedere il tutto con occhi spirituali, essendo “arredati” (per la loro vocazione) dalla Parola stessa e la Sua grazia?
E nel dire “e i denti bianchi per il latte“, si faceva riferimento ai comandamenti che procedono dalla santa bocca di Cristo, e che sono puri come latte.
Ma le Scritture parlano più volte di questo leone e un cucciolo di leone: in certi estratti troviamo anche riferimenti all’Anticristo. Mosè scrisse: “Dan è un giovane leone che balza da Basan” (Deuteronomio 33:22). Nessuno si sbaglierebbe nel pensare che questo è riferito al Salvatore, tuttavia è bene meditare più in profondo la questione.
“Dan“, sta scritto, “è un giovane (cucciolo di) leone“: nel citare la tribù di Dan, egli chiaramente ci dice in quale tribù l’Anticristo è destinato a nascere.
Così come Cristo nasce dalla tribù di Giuda, per antitesi l’Anticristo dovrà provenire dalla tribù di Dan.
Per supportare questa interpretazione leggiamo anche le parole di Giacobbe: “Dan sarà un serpente sulla strada, un aspide sul sentiero, che morde i talloni del cavallo, si che il cavaliere cade all’indietro” (Genesi 49:17).
Che cosa, allora, si intende con il serpente se non l’Anticristo, quel seduttore che è menzionato nella Genesi?
Ma, poiché è necessario dimostrare questa affermazione in maniera sufficiente, non ci si deve sottrarre al compito.
Che in realtà proverrà dalla tribù di Dan, quel tiranno, il figlio del diavolo, lo testimonia il profeta quanto dice “Dan giudicherà il suo popolo, come una delle tribù d’Israele” (Genesi 49:16).
Qualcuno potrebbe obiettare che questo passo fa riferimento a Sansone, il quale nacque dalla tribù di Dan, e giudicò il popolo per vent’anni. In vero, la profezia ha avuto il suo parziale compimento in Sansone, ma il suo definitivo compimento è riservato all’Anticristo, anche basandosi su quanto scritto da Geremia: “Da Dan si ode lo sbuffare dei suoi cavalli; al rumore del nitrito dei suoi destrieri, trema tutto il paese, perché vengono e divorano il paese e tutto ciò che contiene, la città e i suoi abitanti” (Geremia 8:16).
Tutto ciò può solamente riferirsi ad un tiranno, ad un arrogante avversario di Dio.

[…] Ma andiamo ora ad osservare nel dettaglio cosa dice il profeta Daniele nelle sue visioni.
Per distinguere i regni che devono venire, il Signore gli ha mostrato anche la venuta dell’Anticristo negli ultimi tempi. Nell’esporre la visione di Nabucodonosor, viene scritto così: “Tu stavi osservando, o re, ed ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con terribile aspetto. Aveva la testa d’oro puro, il petto e le braccia d’argento, il ventre e le cosce di bronzo, le gambe di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte di creta. Mentre stavi guardando, una pietra si staccò dal monte, ma non per mano di uomo, e andò a battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e di argilla, e li frantumò. Allora si frantumarono anche il ferro, l’argilla, il bronzo, l’argento e l’oro e divennero come la pula sulle aie d’estate; il vento li portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito la statua, divenne una grande montagna che riempì tutta quella regione” (Daniele 2:31-35).
Ora, se compariamo questo sogno con quanto descritto nella visione successiva (Daniele 7:2-14), potremmo facilmente notare come esse siano concordi.
Queste rivelazioni, le quali contengono un significato mistico, possono sembrare difficili da interpretare, ma si possono oggettivamente decrifrare.
La prima bestia della visione, “un leone“, rappresenta il regno di Babilonia, che è anche la testa d’oro nel sogno del regnante. Dicendo che “aveva ali d’aquila” s’intende che il re Nabucodonosor si innalzò contro Dio, difatti successivamente viene detto “le furono tolte le ali“, ovvero che è la gloria gli è stata tolta per questo suo orgoglio. “Le fu dato un cuore d’uomo” si riferisce al fatto che si pentì e riconobbe d’essere solamente un uomo, dando gloria a Dio.
La seconda bestia viene descritta “simile ad un orso“, e rappresenta i Persiani.
Infatti, dopo i Babilonesi, i Persiani sono saliti al potere. Le “tre costole in bocca” simboleggiano i tre grandi popoli di questo regno (rappresentato dal petto d’argento), vale a dire: i Persiani, i Medi e i Babilonesi.
Poi (c’era) “un’altra simile a un leopardo”, che rappresenta i Greci, il ventre di bronzo. Infatti, dopo i Persiani, Alessandro di Macedonia è divenuto regnante sovvertendo Dario. E nel dire che aveva “quattro ali d’uccello“, si fa riferimento a come venne suddiviso il regno di Alessandro dopo la sua morte. Per “quattro teste” si intendono infatti i quattro re che si spartirono il regno alla sua morte.
Infine “una quarta bestia spaventevole, terribile e straordinariamente forte, essa aveva grandi denti di ferro“. E chi rappresenterebbe, se non i Romani?
Il loro regno fu costruito con il ferro (le armi) – infatti è simboleggiato nel sogno con le gambe di ferro.
Dopo questo regno cosa verrà? cosa simboleggiano i piedi di ferro e argilla, mescolati insieme?
Tale mistico simbolo significa che alcuni re discenderanno dall’impero romano, come Daniele dice nel testo: “ e intorno alle dieci corna che aveva sulla testa, e intorno all’altro corno che spuntava e davanti al quale erano cadute tre corna, cioè quel corno che aveva occhi e una bocca che proferiva grandi cose e che appariva maggiore delle altre corna“.
Quest’ultimo corno sarà l’Anticristo, che includerà nel suo regno anche i Giudei.
Le tre corna che saranno divelte sono i re d’Egitto, Libia ed Etiopia, il quale riuscirà ad eliminare.
Qundi egli, dopo aver ottenuto un potere immenso sopra tutti i popoli, scatenerà la persecuzione contro i santi ed i cristiani, esaltando se stesso contro di loro, così come scritto: “guardavo e quello stesso corno faceva guerra ai santi e li vinceva finché giunse l’Antico di giorni e fu resa giustizia ai santi dell’Altissimo“.
Dopo questi terribili avvenimenti, la pietra in Daniele 2:34 arriverà dal cielo e sovvertirà tutti i regni, donando finalmente il regno ai santi dell’Altissimo. Questa è la pietra che diviene grande montagna e riempie tutta la terra, mostrando tutto il potere dato dal Padre al Figlio, Giudice di tutti.
Egli è nato, la Parola di Dio, prima di tutte le epoche e delle cose sulla terra, perché Egli si è fatto uomo in mezzo agli uomini, per ricreare un nuovo Adamo attraverso se stesso ed ha vinto la morte.
Poiché queste cose, dunque, riguardano il futuro, e come le dieci dita dei piedi della statua nel sogno sono equivalenti ad altrettante democrazie e le dieci corna della quarta bestia sono i dieci regnanti, dovremmo anche approfondire altri aspetti, considerandoli alla luce di un’indagine personale.

[…] Prima del ritorno di Cristo, infatti, vi sono da considerare i due precursosi, i due testimoni.
Il Signore disse al profeta Malachia: “Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che venga il giorno dell’Eterno, giorno grande e spaventevole. Egli ricondurrà il cuore dei padri verso i figliuoli, e il cuore dei figliuoli verso i padri, ond’io, venendo, non abbia a colpire il paese di sterminio” (Malachia 4:5-6).
Questi due verranno a proclamare la venuta di Cristo dal cielo, e compiranno anche segni e prodigi affinché gli uomini possano vegnognarsi e pentirsi per la loro malvagità.
L’apostolo Giovanni infatti scrive: “E io darò ai miei due testimoni di profetare, ed essi profeteranno per milleduecento sessanta giorni, vestiti di cilicio“. Questa è la metà della settimana di cui il profeta Daniele ha parlato.
Spetta sicuramente a noi, in questa indagine, discutere della bestia, in particolare di come lo Spirito Santo ha misticamente indicato il suo nome per mezzo d’un numero: “Vidi poi salire dalla terra un’altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. (…) e nessuno poteva comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei” (Apocalisse 13:17-18).
La figura della bestia che viene dalla terra simboleggia il regno dell’Anticristo.
Le due corna “simili a quelle di un agnello” intendono suggerirci che egli si proclamerà come il Figlio di Dio, e si dichiarerà re. Per “parlava come un drago” s’intende che sarà un ingannatore.
Il marchio della bestia sarà l’idolatria, e nessuno potrà comprare o vendere senza prima sacrificare agli idoli, così come Antioco Epifane costrinse gli ebrei a partecipare alle feste di Dioniso pena la morte.
Egli infatti, dopo tale orrendo decreto, ricevette la giusta ricompensa da Dio onnipotente, e finì con il morire consumato dai vermi.
Per quanto riguarda il nome dell’Anticristo, non è in nostro potere spiegare esattamente il significato del numero, ma solo fare ipotesi, infatti molti nomi potrebbero essere trovati: per esempio la parola Titano, un nome antico e notevole, o Evanthas ed altri ancora. Dobbiamo infatti meditare questi misteri di Dio nel nostro cuore e mantenere integro ciò che ci è stato rivelato dai profeti, di modo che quando queste cose verranno saremo pronti, e non ingannati.

[…] Ma ritorniamo per un istante alla persecuzione: verrà dunque il momento, dopo aver raccolto a sé i non credenti di tutto il mondo, in cui proclamerà la persecuzione dei santi, così come l’apostolo ed evangelista dice: “C’era in città un giudice che non rispettava nessuno: né Dio né gli uomini. Nella stessa città viveva anche una vedova. Essa andava sempre da quel giudice e gli chiedeva: Fammi giustizia contro il mio avversario’.
Per un po’ di tempo il giudice non volle intervenire, ma alla fine pensò: ‘Di Dio non mi importa niente e degli uomini non mi curo: tuttavia farò giustizia a questa vedova perché mi dà ai nervi. Così non verrà più a stancarmi con le sue richieste’“. (Luca 18:2-5)
Con la figura del giudice che non rispetta nessuno egli intende senza dubbio l’Anticristo, poichè è un figlio del diavolo e uno strumento di Satana, e nel dire che c’era una vedova in città si riferisce a Gerusalemme a stessa, che è una vedova infatti, avendo abbandonato il suo perfetto sposo celeste, il Signore Gesù Cristo.
Ora, per quanto riguarda la tribolazione di persecuzione, che coinvolgerà la Chiesa, Giovanni parla anche così: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni” (Apocalisse 12:1-6).
La donna vestita di sole rappresenta la Chiesa, avvolta dalla Parola del Padre, la cui luminosità è superiore al sole, e la luna sotto i suoi piedi indica il suo essere adornata, come la luna, con gloria celeste.
Le dodici stelle si riferiscono ai dodici apostoli, dai quali la Chiesa è stata fondata.
In Apocalisse 12:14 sta poi scritto: “Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal serpente“.
Vi sono dunque riferimenti ai milleduecentosessanta giorni durante i quali il tiranno, l’Anticristo, regnerà e perseguiterà la Chiesa che sarà costretta a fuggire da città a città, cercando di nascondersi nel deserto e tra le montagne, protetta dalla fede di Gesù Cristo (le ali d’aquila), e chiamerà a sé tutti coloro che credono in Lui, avvolgendoli come una chioccia con i suoi pulcini.
Infatti in Malachia 4:2 sta scritto: “Ma per voi che temete il mio nome, sorgerà il sole della giustizia con la guarigione nelle sue ali, e voi uscirete e salterete come vitelli di stalla“.

[…] Queste cose, mio caro amico, dovranno accadere, e il mondo intero finalmente si avvicina alla venuta del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo dal cielo, verso il quale abbiamo guardato con speranza, e sarà Lui a giudicare tutti coloro che si sono rifiutati di credere in Lui.
Queste cose, o Teofilo, ti ho esposto attingendo dalla Scrittura stessa in modo che, rimanendo coerente con ciò che è scritto e anticipando le cose che devono succedere, si possa essere coscienti di quanto accadrà e senza colpa davanti a Dio e gli uomini, “aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del grande Dio e Salvatore nostro, Gesú Cristo” (Tito 2:13), quando, dopo aver resuscitato i santi, Egli si rallegrerà con loro, glorificando il Padre.
A Lui sia resa gloria nei secoli dei secoli. Amen.

© VENITE A ME


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