venerdì 28 febbraio 2014

Orientarsi....







dal blog Traditio Liturgica 

Oggi la confusione regna sovrana, soprattutto in ambito religioso. Solo uno spirito grossolano o totalmente disinformato può non rendersene conto. Se poi qualcuno è in cattiva fede, ossia conosce l'ordine della Chiesa ma gli va bene questo andazzo irregolare, la sua situazione personale è addirittura peggiore.

Ebbene, facciamo finta d'esserci persi in una regione sconosciuta, molto lontano dalla propria casa e dalla propria patria.
Qui s'impongono alcune brevi riflessioni.

1) Perché, una volta persi, sentiamo il bisogno di "tornare indietro"? Evidentemente perché, dentro di noi, c'è il bisogno di recuperare quello che fa parte della nostra storia, di quello per cui noi siamo noi e non qualsiasi altro. Abbiamo bisogno di tornare a quello che sentiamo essere la nostra vera vita.
Nella condizione dello smarrito può esserci qualcuno che ci dice: "Non tornare indietro, quello a cui pensi non esiste più e non ha senso, è morto e passato. Alla fine tutto è uguale a tutto".
Davanti a queste parole, sappiamo, con il cuore, che non è così! La mente viene ingannata ma il cuore no! Il luogo che ci ha visti crescere non potrà mai essere identico ad un altro, non potrà mai non esistere, dal momento che esiste almeno in noi! Sappiamo che chi ci dice queste cose mente sapendo di mentire. È un essere spudorato.

Applicazione al campo religioso: quando un sacerdote o un laico "religioso" ci dicono che guardare alle nostre radici, alla coerenza e alla tradizione cristiana non ha senso, che tutto è uguale a tutto, che non si può più tornare indietro... ebbene mentono sapendo di mentire poiché quello che caratterizza l'esperienza umana non si può dissociare da quello che caratterizza l'esperienza religiosa! Perché, allora, gli crediamo?

2) Da smarriti, abbiamo bisogno di sapere in che regione sconosciuta siamo, abbiamo bisogno di una carta geografica o di costruirne una (fu la prima cosa che fecero gli esploratori del XVI secolo), abbiamo bisogno d'una bussola per sapere in che direzione stiamo andando o, al più, seguire le coordinate geografiche con il sorgere o il tramonto del sole, con la posizione delle stelle.
Se qualcuno ci raggiunge e inizia a dirci: "Lasciate perdere le carte e le bussole, sono inutili. Fidatevi di chi vi dice ora bianco ora nero, a seconda delle convenienze o delle simpatie", voi cosa penserete? Sicuramente che vi sta ingannando.

Applicazione al campo religioso: quando un sacerdote o un laico "religioso" ci dicono che non ha senso la nostra ricerca nei testi del passato (i santi Padri, i teologi, i documenti della Chiesa) e che conviene affidarsi a quello che dicono varie autorità anche se si contraddicono (ieri alcune autorità religiose cattoliche condannavano il simpatizzante di fedi non cristiane perché consideravano quest'ultime erronee e morte, oggi le stesse autorità esaltano il simpatizzante di queste fedi, considerate viventi e sorgente di autentica conoscenza per il cristiano), perché pensiamo che dicono cose assolutamente giuste e non c'ingannano? Non è strano questo capovolgimento totale di giudizi?

Perché continuiamo ad avere fiducia di queste stesse autorità nel momento in cui oscurano il passato del Cristianesimo e se ne vergognano? Non parlo di situazioni in cui si esercitò un abuso di potere ma di situazioni in cui la dottrina veniva chiaramente esposta, definita, non edulcorata, sfumata, messa da parte in favore di un puro umanitarismo buonista...

Se riprendiamo la metafora della bussola e della carta è come se queste autorità ci dicessero: "Lascia perdere questa carta, è troppo chiara; butta via questa bussola, è troppo precisa. Oggi non si fa più così per orientarsi: si va a simpatie. Se vedo una persona simpatica in quella direzione vado per di là, se ne vedo un'altra in una direzione opposta vado all'opposto. Ovunque c'è della verità e ogni verità equivale ad un'altra: se uno ti dice che il nord è il sud ha ragione, se un altro ti dice che il sud è l'est ha pure ragione!".

Come mai non ci faremo imbrogliare da questi discorsi insensati nel caso dell'orientamento geografico e lo facciamo ampiamente nell'orientamento religioso? Non proviamo un poco di vergogna a farci umiliare così mentre nelle cose umane correremo per via di avvocati solo per una piccola mancanza di rispetto?

La verità è che quelli che riescono a vederci un po' chiaramente sono ben pochi e sono forse considerati come dei tontarelli. La maggioranza non se ne fa pensiero (forse perché, alla fine, non gliene frega nulla della fede e della Chiesa).

Costoro non sospettano neppure lontanamente che oggi chi alimenta la confusione e l'apostasia religiosa non sono i "nemici" della Chiesa ma... molti dei loro stessi capi!

Quindi per riprendere l'analogia della bussola e della cartina geografica, nella Chiesa ci possono essere diverse tendenze:

a) Tendenza sfacciatamente mondana: "Lasciate perdere bussola e cartina sono cose vecchie; siate spontanei e seguite gli stimoli della vostra coscienza o del mondo". Qui gli scritti della tradizione ecclesiastica se non sono proprio buttati via stanno in soffitta con le cose stantie e sotto un notevole strato di polvere.

b) Tendenza mondana mascherata: "Sì, bussola e carta sono cose interessanti ma oggi bisogna anche saperne fare a meno. Non dico che si devono buttare via ma, in gran parte, queste sono cose che dicono poco oggi".
Qui gli scritti della tradizione ecclesiastica sono stati spulciati, ma molto raramente. Si preferiscono i loisirs della modernità: divertimenti, svaghi, gite con i quali attrarre la gente.

c) Tendenza ingannatoria: "Dobbiamo trarre aspirazione da bussola e carta ma non leggervi quello che dicono bensì altro".
Gli scritti della tradizione ecclesiastica vengono avvelenati e si fa dire alla Scrittura quello che essa non ha mai detto.

All'estremo opposto c'è un'altra tendenza sostenuta da pochissimi:

d) Tendenza integrista: "Quanto è stato scritto nella cartina è estremamente vero. Se la realtà ci smentisce è la cartina che dev'essere seguita, non la realtà".
Qui i testi religiosi sono considerati in modo massimalista senza tenere conto che ci dev'essere comunque una interpretazione che però non significa la loro negazione.
Trattati così, tali scritti vengono idolatrati.

Pochi sembrano, invece, accorgersi di questa:

e) Posizione corretta: "Si segue bussola e carta. Se nel frattempo qualcosa nella realtà è cambiato lo si annota nella carta ma questo non significa certo che Parigi diventa Roma e Roma si trasferisce in Scandinavia".
I testi della tradizione cristiana hanno bisogno di essere sempre integrati ed arricchiti ma questo non significa che debbano essere abbandonati o rinnegati. Oggi possiamo conoscere di più riguardo alla psicologia umana e avere un approccio più articolato del quale tenere conto. Ma questo non significa che ascesi, peccato e grazia sono cose vecchie o inutili. L'intelligenza spirituale si deve sempre associare all'intelligenza del momento presente. Questo, d'altronde, è sempre stato l'atteggiamento dei maggiori luminari nella storia del Cristianesimo.

L'esempio della bussola e della carta ci mostra chiaramente un tale disorientamento al punto da poter tranquillamente affermare che oggi - in campo religioso - è in atto una vera e propria perversione delle intelligenze che segue, d'altronde, alla perversione degli spiriti, già ampiamente diffusa.








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